Zoë.

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•Theo•
Avrei voglia di andare da lei e urlarle di svegliarsi. Per un secondo penso che potrei farlo veramente.
Come posso sopportare tutto questo? Come può lei sopportare tutto questo?
È esattamente come me l'ero immaginata. È sempre Shailene ma allo stesso tempo è un'altra persona.
Si, quella sdraiata non è lei. È una ragazza, collegata ad un'infinità di tubi e macchinari che le somiglia molto.
Troppo. La realtà mi piomba addosso per l'ennesima volta.
Mi avvicino, piano, per paura di fare rumore. Mi giro verso il dottore e non so come riesco a dirgli:- potrei rimanere solo con...lei?
Esito un secondo prima di dire 'lei'. Perchè non ho idea di chi sia lei adesso. Proprio non lo so.
È pallida, e quando le prendo la mano sento che è fredda, gelata. Lei non aveva mai le mani fredde. Ero io quello che aveva sempre freddo, ma anche solo la sua presenza mi riscaldava. Non ha nessuna ferita visibile, ma ha la testa fasciata.
Il dottore è ancora sulla porta. Ma non capisce che voglio stare solo con la mia ragazz...ex-ragazza. Mi dimentico che ora non è più mia. Ma in questo momento ho bisogno di crederlo, anche solo finché non si risveglierà.
L'uomo si schiarisce la gola per attirare la mia attenzione.
-Sa, non lo facciamo spesso, anzi, non so nemmeno se potrei, ma se vuole può stare qui. In caso ci fosse bisogno di qualcosa, qualsiasi cosa, schiacci il pulsante di emergenza. Le infermiere controlleranno ogni ora, ma le condizioni per adesso sono stabili, quindi può passare qui la notte.-butta fuori tutto ad un fiato.
Penso un attimo a come devo apparire ai suoi occhi: un uomo, distrutto, con delle occhiaie ben visibili e che ha smesso di piangere da poco. Devo fargli pietà.
Ma se questo aiuterà a stare accanto a Shai, mi va più che bene.
Annuisco, senza sentire il bisogno di dire altro.

•Shailene•
Sono morta.
No, stai respirando.
E invece no.
Si.
Resterò così per sempre?
Probabile.
Potrei anche volerlo.
No, c'è gente che ti vuole bene là.
Là dove? Non ho idea nemmeno io.

•Theo•
Non posso e non riuscirei ad addormentarmi.
Semplicemente non posso. Continuo a pensare che se lei si svegliasse e io stessi dormendo non sarebbe giusto nei suoi confronti.
Sarà vero quello che dicono? Che le persone in coma sentono tutto ciò che gli viene detto?
Non so neanche quello. Non ho più certezze ormai.
Ma tentare non costa nulla. Mi siedo sulla poltrona accanto al suo letto e inizio a raccontarle episodi di quando ci eravamo appena conosciuti, del nostro primo appuntamento, sulla spiaggia. Il bacio sotto le stelle.
-Ti ricordi quando mi hai raccontato che avevi detto a Zoë che avevi paura di non innamorarti mai? E che poi sono arrivato io e ti ho sconvolto la vita? Beh, non più di quanto tu l'abbia fatto con la mia. Ti amo. Non mi interessa se non puoi sentirmi. Io ti amo. Ed è l'unica cosa di cui sono sicuro ora. Più che mai. Sai, se non mi vuoi più sopporterò di vederti andare via. Mi farà soffrire, ma lo farei. Per te.
Ora mi viene di nuovo da piangere.
Mi rannicchio sulla poltrona e penso a quanto mi sembra ridicolo parlare senza che lei dica niente.
Prendo il telefono e mi sento ancora peggio. Come sfondo ho una sua foto che le avevo scattato di anscosto mentre rideva.
Una di quelle risate che amo, che ti scaldano il cuore e ti fanno venire una voglia irrefrenabile di sorridere.
Apro la galleria.
Ma si, dai, tanto peggio di così non posso stare.
Quasi tutte le foto sono di Shailene o di noi due. Lei che sorride, in spiaggia, a casa,che dorme. Noi che ci baciamo. Foto che le ho scattato io, che si è fatta lei, o che ci siamo fatti dare dalla prima persona che trovavamo.
Poi c'è la mia preferita: io e lei, mano nella mano per le strade di Atlanta, che ci guardiamo e ridiamo.
Era stata Zoë a scattarla, dicendo che eravamo la coppia più carina del mondo.
Improvvisamente mi viene in mente che non sono l'unico che vuole bene a Shailene.
Mi faccio forza e chiamo Zoë, senza nemmeno pensare a che ore possano essere in America.

•Shailene•
Forse sto impazzendo. Mi sembra di sentire una voce.
No, sento una voce.
Che parla di un bacio sotto le stelle.
Di una foto.
Di qualcuno che ride.
È una voce familiare, ma non riesco ad associarla ad un volto.
Ora sembra stia piangendo.
No, sta parlando.
Ancora.
Stavolta di un incidente.
Qualcuno che si picchiava, qualcuno che è in ospedale.
Forse non sono l'unica che sta impazzendo.

•Zoë•
Quando vedo la chiamata di Theo riesco a pensare solo ad una cosa.
È finita. È andato tutto storto e lui sarà disperato. E lo capirei. Cazzo se lo capirei.
Ma non è quello che mi dice.
Piange ancora, ma stavolta per tutt'altra ragione.
Shailene è all'ospedale. Per colpa di Ansel.
Quel bastardo. Lo sapevo che non si sarebbe fermato. Dovrei essere incazzata con lui e lo sono, ma un altro sentimento prevale.
Paura. Ho paura per lei. La mia amica, la mia migliore amica, in coma.
Lei, a cui confidavo tutto. Mi conosceva meglio di quanto non lo facessi io stessa. E viceversa.
Dopo che Theo ha riattaccato mi lascio andare.
Mi appoggio al muro e piano piano scivolo a terra. Piango come non ho mai fatto prima. Singhiozzo talmente forte che Miles mi sente dall'altra stanza e mi raggiunge.
Ha uno sguardo allarmato negli occhi.
-Zoë cosa...
-La mia migliore amica. La perderò. La perderò. Non posso sopportarlo.
Non capisce. Non può capire se non gli spiego niente.
Inizio con la storia ma non riesco. Faccio un urlo frustrato.
Niente di tutto questo può essere vero.
-Andiamo ad Amsterdam. Appena riuscirò ti spiegherò. Ora non fare domande.

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Ho un avviso da darviiiii.
LEGGETEE.
Allora, fra meno di due settimane inizia la scuola.
Piango.
Comunque volevo dirvi che non so quanto ci metterò a pubblicare. Probabilmente un po' più del solito.
(Tu non stressare che tanto te i capitoli li leggi in anteprima. Si, tu capirai che sto parlando con te.)

Sheo-la coppia perfetta.Where stories live. Discover now