I'm sorry

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•Theo•
Okay che era arrabbiata. Okay che aveva appena litigato con sua madre. Okay che può averle dato fastidio ciò che ho detto. Ma quello non doveva semplicemente dirlo. Qualsiasi altra cosa non mi avrebbe dato così tanti problemi, avrei cercato di farla ragionare. Ma questo no. Non doveva tirare fuori il discorso Ashley e tutto il resto, mi ha fatto pentire di averglielo confessato. Sarei dovuto semplicemente stare zitto e nessuno l'avrebbe mai saputo, sarebbe stato moolto meglio. È quasi mezzanotte, ma non sono ancora uscito dalla camera degli ospiti perchè non voglio parlarle, non voglio vederla. Anche se dentro di me so che il problema non è lei ho bisogno di dare la colpa a qualcun'altro che non sia io. O Ashley, che è morta. Non ce l'ho con Shai tanto perchè mi ha detto quella cosa, che dopotutto era la verità. Ce l'ho con lei perchè mi ha fatto tornare in mente quell'episodio, ed io cerco sempre di evitarlo, perchè nonostante siano passati anni fa ancora male.
Ha bussato un paio di volta alla mia porta, ma ha rinunciato quando non le ho aperto. Mi dispiace per lei, ma allo stesso tempo sono arrabbiato. Me la immagino in camera nostra, forse starà piangendo e... Oh, smettila. Magari non le importa niente. Non riesco a dormire e prima o poi dovrò uscire di qui, quindi piano piano apro la porta ed esco. Non la vedo, ma la porta della camera è chiusa, quindi presumo sia lì, così scendo le scale e vado in cucina. Non che abbia qualcosa da fare qui, ma almeno posso muovermi un po'. Sto per accendere la televisione e non la sento arrivare, almeno non fino a che non parla.
-Mi dispiace. Davvero.-mi giro di scatto e la vedo sulle scale, semi-nascosta dal buio. Ma qualcosa si nota chiaramente, una lacrima che le scende lungo la guancia, illuminata dalla poca luce che c'è in questa casa.
Non rispondo. Perchè non ho voglia di parlare, e perchè non ho niente da dire. Voglio solo avere un po' di tempo per me, per pensare.

•Shailene•
Inutile dire che sono stata sveglia ad ascoltare ogni singolo rumore che potesse segnalarmi che Theo fosse uscito dalla camera. Oh, giusto. E ho anche pianto. Parecchio. Pianto perchè avevo litigato con mia mamma, poi con Theo, tutto andava storto e nessuno mi sosteneva nelle mie decisioni. Perchè nessuno mi supporterà mai del tutto, nessuno terrà mai incondizionatamente a me. Ci saranno sempre qualche ma, qualche e se. E se non riuscirai a trovare tuo padre? Rimarrai solo più delusa. Sai che ti sostengo ma è una decisione stupida ed io non lo farei mai. Il problema è che so che con mia madre si risolveranno le cose. La conosco da sempre. Ora non vuole più saperne di me, ma alla fine mi aiuterà comunque. Sono sempre sua figlia, nonostante tutto.
Ma Theo, quella è un'altra storia. Lo conosco da meno di un anno, eppure sono stati i mesi più belli della mia vita. È la prima persona di cui mi sia davvero innamorata, di cui mi importi abbastanza da litigarci. E il primo che riesce a farmi star male davvero.
Vorrei dirglielo, fargli sapere che sono stata stupida e dirgli quanto lo amo. Voglio che mi perdoni. Sto cercando le parole per dirglielo, quando suona il campanello. Sobbalzo. E chi cavolo è a quest'ora? Quando apro la porta mi chiedo come ho fatto a non pensarci. Zoë, ovviamente. Sta per dire qualcosa ma si blocca vedendo la mia faccia.
-Stai bene?-mi chiede preoccupata.
-Si.-rispondo, consapevole che Theo mi sta guardando, forse aspettando che crolli.
-È un brutto momento?
Annuisco e ricaccio indietro a forza le lacrime. Faccio segno alla mia amica di entrare e chiudo la porta.
-Ciao Theo-dice tranquillamente, ma tutto ciò che ottiene è un freddo "ciao". Niente di più. Le dico di seguirmi e torno in camera mia. Dove finalemente crollo, e lei è lì, pronta ad abbracciarmi e confortarmi.
-Cos' è successo? Avete litigato, vero? Si capisce da come ti guardava.-dice dopo un po'.
-Si...-prendo fiato- è arrabbiato...per colpa mia.-e di nuovo le lacrime.
-Perchè?-domanda ancora, curiosa adesso.
-Prima avevo litigato con mia mamma. Le ho detto quello che avevo intenzione di fare e non le è piaciuto, come pensavo. Dopo ho chiesto a Theo se pensava fosse una cosa stupida, lui non ha risposto ed io mi sono arrabbiata...- dico.
-Aspetta...e lui per cosa si sarebbe arrabbiato?- chiede Zoë confusa. Oh, giusto. Ho dimenticato la parte più stupida della vicenda. Il problema è che lei non sa di Ashley, e non posso dirglielo, l'ho promesso al mio fidanzato.
-Gli ho rinfacciato un segreto del suo passato che sapevo solo io. Un segreto che ha voluto confessare a me dopo tanti anni e io gliel'ho tirato dietro, come se fosse una cosa da niente- ammetto. Pur non sapendo cosa sia di così brutto quel segreto, Zoë capisce. E non aggiunge niente, si limita solo ad abbracciarmi. E le sono grata per questo.
Un'ora dopo siamo ancora lì, sedute sul letto a parlare. Lei è emozionata perchè la settimana prossima avranno la prima visita, dove scopriranno se il bambino si sta sviluppando come dovrebbe. Sono felice per lei. Non è mai stata così contenta prima. Superate le paure iniziali, tutto è più semplice, mi ha assicurato. Poi all'improvviso si ricorda una cosa, il motivo per cui era venuta qui.
-Shai...ti ricordi vero che tra due giorni è il 18 marzo? Il giorno della prima premierè per Divergent...e che poi dovremo andare in Europa per farne altre...-dice cautamente. Oddio no. Non può essere. Invece a quanto pare si. Due giorni per sistemare le cose con Theo, o saremo costretti a fingere di essere amici. E poi le premiere in Europa? Oddio, mi sento male. Non possiamo farle, non in questa situazione. Bel problema.

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Scrivi una fanfiction, pensavo
Non sarà poi così difficile, credevo.
Tanto non la leggerà nessuno, mi dicevo.
Ahahahahah no.
Quanto ero stupida? Mi domando.

Sheo-la coppia perfetta.Where stories live. Discover now