71 HORACE LUMACORNO

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Nonostante avesse passato ogniistante dei giorni passati in cui era stato sveglio sperandodisperatamente
che Silente venisse a prenderlo, Harry si sentivachiaramente a disagio a lasciare Privet Drive insieme a lui. Nonaveva mai avuto una vera e propria conversazione con il preside al difuori di Hogwarts prima; in genere tra loro c'era sempre stata unascrivania. Inoltre il ricordo del loro ultimo incontro faccia afaccia continuava ad intromettersi nei suoi pensieri, e questoaccresceva abbastanza l'imbarazzo di Harry; aveva alzato parecchiola voce in quella occasione, per non dire che aveva fatto del suomeglio per mandare in frantumi diversi tra i più costosi beni diSilente.

Scacciò con fastidio il ricordo della morte di Tiger, l'immagine del suo corpo che spariva oltre quel maledetto velo nell'ufficio misteri.

"Tieni la tua bacchetta pronta, Harry" disse allegramente Silente.

"Ma io credevo che non mi fosse permesso usare la magia al di fuori della scuola, Signore?"

"Se c'è un attacco" disse Silente, "ti do il permesso di usare ogni contro-fattura o contro-maledizione che potrebbe venirti in mente. Comunque, non penso che tu abbia bisogno di preoccuparti di essere attaccato per questa notte."

"Perché Signore?"

"Sei insieme me" disse semplicemente Silente. "Questo è sufficiente, Harry."

Fece una brusca fermata alla fine di Privet Drive.

"Naturalmente non hai ancora passato l'esame di Materializzazione, vero?" Disse.

"No" rispose Harry.

"Allora dovrai tenerti molto saldamente al mio braccio."

Harry strinse l'avambraccio offerto da Silente.

"Bene, andiamo."

Harry sentì il braccio di Silente dare uno strattone e raddoppiò la presa; la successiva sensazione che percepì fu che tutto diventò nero; era pesantemente schiacciato da tutte le parti; non poteva respirare, c'erano delle fasce di ferro che si stringevano intorno al suo petto; i suoi bulbi oculari venivano forzati all'interno della testa; i suoi timpani venivano spinti sempre più dentro il suo cranio e poi ...

Respirò a pieni polmoni l'aria fresca della notte e aprì gli occhi che lacrimavano. Si sentiva come se avesse appena attraversato forzatamente uno stretto tubo di gomma. Ci

vollero pochi secondi prima che realizzasse che Privet Drive era svanito. Lui e Silente stavano in piedi in quello che sembrava essere una piazza di un villaggio deserto, nel centro della quale si trovavano un vecchio monumento ai caduti e poche panchine. Non appena recuperò i sensi, Harry realizzò che si era appena Materializzato per la prima volta nella sua vita.

"Stai bene?" Domandò Silente, guardando verso di lui preoccupato. "È una sensazione che necessita un po' di pratica prima di farci l'abitudine."

"Sto bene" disse Harry, sfregandosi le orecchie, che sentiva come se avessero lasciato Privet Drive con una certa riluttanza. "Anche se credo di preferire le scope."

Silente sorrise, chiuse il suo mantello da viaggio un po' di più intorno al collo, e disse "per di qua."

Si muoveva a passo svelto, davanti ad una locanda vuota e a poche case. L'orologio di una vicina chiesa segnava quasi mezzanotte.

"Così dimmi, Harry" chiese Silente. "La tua cicatrice ... ti ha fatto ancora male?"

Inconsciamente Harry portò la mano alla fronte e si accarezzò il marchio a forma di saetta.

"No" rispose "e il fatto mi ha meravigliato. Pensavo che mi avrebbe fatto male tutto il tempo ora che Voldemort sta diventando di nuovo così potente."

Se fossi stato un SERPEVERDEWhere stories live. Discover now