LA PRIMA PROVA

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Harry si alzò la domenica mattina e si vestì così in fretta che ci mise un po' per districarsi fra le maniche della camicia.

Quando finalmente ebbe finito di cambiarsi andò a cercare Hermione, e la trovò nella Sala
Grande al tavolo di Grifondoro, dove stava facendo colazione con Ginny.
Troppo irrequieto per mangiare, Harry attese che Hermione ingollasse la sua ultima cucchiaiata di porridge, poi la trascinò fuori per una passeggiata. Mentre facevano un altro lungo giro attorno al lago, le raccontò tutto dei draghi, e quasi tutto quello che aveva detto Piton.
"Dobbiamo trovare un modo per farti allenare con gli incantesimi di appello" disse lei pensierosa

"Piton ha detto che ci sono delle aule vuole al secondo piano"

"Allora che stiamo facendo qui?" chiese lei scocciata "Andiamo"

Tornarono al castello di corsa e una volta chiusa la porta dell'aula si allenarono, saltarono perfino il pranzo.
Harry tentò con tutte le sue forze di attirare a sé svariati oggetti attraverso la stanza. Aveva ancora qualche difficoltà. I libri e le penne continuavano a perdere potenza a metà strada e a cadere a terra come sassi.
"Concentrati, Harry, concentrati..."
"Cosa credi che stia facendo?" ribatté Harry irritato. "Continua a venirmi in mente uno schifoso drago enorme, chissà perché... Ok, ci riprovo..."
Voleva saltare Divinazione per continuare ad allenarsi, ma Hermione si rifiutò decisamente di perdere Aritmanzia, e non aveva senso restare senza di lei. Così dovette sopportare più di un'ora di professoressa Cooman, che passò metà della lezione a dire a tutti che, in base alla posizione di Marte rispetto a Saturno in quel momento, le persone nate in luglio correvano seri pericoli di morte improvvisa e violenta.

"Bhe, magnifico" disse Harry forte, sentendosi invadere dalla rabbia. "basta che sia una cosa rapida, non voglio soffrire."
Diversi Serpeverde cercarono malamente di fermare le risate. Draco seduto al suo fianco sul tavolino traballante fissò la mappa stellare fra loro con una smorfia.

Harry passò il resto della lezione cercando di
attirare a sé con la bacchetta piccoli oggetti sotto il tavolo. Riuscì a far vo-

lare una mosca dritto nel palmo della mano, anche se non era del tutto cer-
to che fosse dovuto alla sua abilità ne ll'Incantesimo di Appello: forse la
mosca era solo stupida.
Cercò di buttar giù qualcosa per cen a dopo Divinazione, poi tornò nel-
l'aula vuota con Hermione, usando il Mantello dell'Invisibilità per evitare
gli insegnanti. Continuarono ad allenarsi fino a mezzanotte passata.

Alle due di notte, Harry era in piedi vicino alla cattedra vuota, circondato da ca-taste di oggetti - libri, penne, parecchie sedie rovesciate, un vecchio manuale di incantesimi e un cancellino da lavagna.
"Va meglio, Harry, va molto meglio" disse Hermione, sfinita ma molto
soddisfatta.
"Be', adesso sappiamo cosa fare la prossima volta che non riesco a imparare un incantesimo" esclamò Harry, lanciando a Hermione il Dizionario delle Rune per riprovare. "basta che mi minacci con un drago." lei rise appena rigirandosi il libro fra le mani.

"Accio Dizionario!" Il librone decollò, attraversò la stanza volando e Harry lo afferrò.
"Harry, l'hai imparato davvero!" disse Hermione incantata.
"Basta che funzioni domani" disse Harry. "La Firebolt sarà molto più lontana di questa roba, sarà dentro il castello, e io sarò fuori nel parco..."
"Non ha importanza" disse Hermione decisa. "Basta che tu sia molto, molto concentrato, e verrà. Harry, sarà meglio che dormiamo un po'... ne avrai bisogno"

Salirono verso la torre di Grifondoro, con il mantello sopra le teste.

"Grazie" sussurrò Hermione uscendo dal mantello per far aprire il quadro.

Harry fece spuntare la testa rivolgendole un largo sorriso "Buona notte Herm"

Corse velocemente verso i sotterranei e si infilò sotto le coperte euforico.

Se fossi stato un SERPEVERDEWhere stories live. Discover now