66. TENTAZIONE

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Aspettò che Tiger riapparisse, aspettò di vederlo spuntare dalla parte opposta ridendo per la sua goffaggine. Aspettò, ma sapeva che non sarebbe mai più tornato.

Sentì una fitta all'altezza del petto, strinse i denti e alzò lo sguardo incrociando quello di Bellatrix.

Vide con la coda dell'occhio Silente raggruppare i Magiamorte sfittando la loro immobilità. Un uomo robusto ancora con la maschera cadde a terra pesantemente senza fare alcuna resistenza. Venne ammanettato da Tonks senza sforzo.

Ma niente aveva importanza, Sirius lasciò libero Theo e puntò la bacchetta contro Pansy ancora sorretta da Goyle che veniva scalciato senza quasi notarlo. Aveva ancoa lo sguardo fisso sull'arco.

«Finitus». L'incantesimo cessò: le gambe di Pansy si fermarono. Sirius era pallido, guardò Harry e poi Bellatrix.

Gli occhi della donna si abbassarono per un istante su Theo a pochi passi da lei, strinse la bacchetta come pronta a riprendere la battaglia con il cugino ma invece socchiuse brevemente gli occhi e poi si voltò di scatto correndo verso la porta. Sirius, Lupin e Kingsley le lanciarono addosso degli incantesimi, ma lei riuscì a schivarli era quasi a metà della scalinata.

Harry sentì la rabbia montargli fin dentro la gola, scese dlla pedana di pietra con un balzo.

«Harry... no!» gridò Sirius, ma Harry si era già lanciato sulle scale.

«HA UCCISO TIGER!» urlò. «LO HA UCCISO... E IO UCCIDERÒ LEI!»

Risalì di corsa i gradini, incurante delle urla alle sue

spalle. L'orlo della veste di Bellatrix scomparve con un guizzo davanti a lui, e di nuovo furono nella stanza dove nuotavano i cervelli...

Lei scagliò una maledizione al di sopra della spalla. La vasca si sollevò e s'inclinò. Harry fu inondato dal liquido puzzolente: i cervelli gli caddero addosso, srotolando i lunghi tentacoli colorati, ma gli bastò urlare «Wingardium Leviosa!» per farli volare via.

Scivolando e sbandando, corse verso la porta; superò con un balzo Blaise che gemeva sul pavimento, Ginny che gridò: «Harry... cosa...?» Ron che ridacchiava piano e Hermione, ancora svenuta. Spalancò la porta che dava nel nero atrio circolare e vide Bellatrix sparire in quella di fronte; davanti a lei c'era il corridoio che portava agli ascensori.

Corse, ma lei si chiuse con violenza la porta alle spalle e le pareti ripresero a ruotare. Ancora una volta i candelabri roteanti tracciarono strisce di luce azzurra tutt'attorno.

«Dov'è l'uscita?» urlò disperato, quando la parete si fermò rombando.

«Da che parte si esce?»

Come se avesse atteso solo quella domanda, la porta di fronte si spalancò, mostrando il corridoio degli ascensori, illuminato dalle torce, vuoto.

Corse...

Davanti a sé sentì lo sferragliare di un ascensore; sfrecciò nel corridoio, svoltò l'angolo e schiacciò col pugno il pulsante per chiamarne un altro, che arrivò traballando e cigolando; la grata si aprì e Harry si tuffò dentro, premendo il pulsante con la scritta Atrium. La grata si richiuse e l'ascensore prese a salire...

Ne uscì prima ancora che si fosse completamente riaperto e si guardò attorno. Bellatrix aveva quasi raggiunto la cabina telefonica all'altro capo dell'ingresso, ma mentre lui si lanciava all'inseguimento, lei si voltò e gli scagliò un'altra maledizione. Harry si tuffò dietro la fontana dei Magici Fratelli, e l'incantesimo colpì sibilando i cancelli d'oro battuto, facendoli rintoccare come campane. Il suono di passi cessò. Bellatrix si era fermata.

Se fossi stato un SERPEVERDEWhere stories live. Discover now