64. L'UFFICIO MISTERI

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Harry piroettò sempre più in fretta, i gomiti stretti ai fianchi, mentre caminetti confusi gli saettavano davanti, finché non cominciò ad avere la nausea e chiuse gli occhi. Poi, quando finalmente sentì che stava rallentando, tese le mani e si fermò appena in tempo per non cadere a faccia in giù fuori dal camino del Ministero.

Draco era in piedi davanti a lui con la bacchetta in mano. Harry lo imitò guardandosi attorno.

L'Atrium sembrava deserto. La luce era più tenue che di giorno; gli altri camini incassati nei muri erano spenti.

A turno apparvero dalle fiamme Hermione, Tiger, Goyle, Pansy, Theo, Ginny, Blaise e Ron. Harry si voltò brevemente a guardarli per assicurarsi che stessero tutti bene.

L'unico suono attorno a loro era lo scroscio della fontana dorata, dove l'acqua zampillava dalle bacchette della strega e del mago, dalla freccia del centauro, dal cappello del goblin e dalle orecchie dell'elfo domestico, ricadendo nella vasca.

«Dove andiamo?» Chiese Draco dandogli le spalle

«Seguitemi» sussurrò Harry, precedendoli di corsa oltre la fontana e verso la scrivania - ora vuota - dove l'ultima volta era seduto il guardiamago che aveva pesato la sua bacchetta.

Era sicuro che ci dovesse essere qualcuno di guardia, e altrettanto sicuro che la sua assenza fosse un brutto segno; l'inquietudine crebbe quando varcarono i cancelli dorati e raggiunsero gli ascensori. Chiamò il più vicino,

premendo il pulsante discesa: arrivò quasi subito, e la grata si aprì con un gran fragore. Harry schiacciò il pulsante numero nove: la grata si richiuse con un tonfo, e l'ascensore cominciò a scendere stridendo e sferragliando.

Il giorno che era venuto col signor Weasley non si era reso conto di tutto quel rumore; era certo che avrebbe messo in allarme gli addetti alla sorveglianza nell'edificio, eppure quando si fermarono la fredda voce femminile annunciò «Ufficio Misteri» e la grata mostrò loro un corridoio deserto.

L'unica cosa a muoversi erano le fiamme delle torce più vicine, che baluginavano nella corrente d'aria provocata dall'ascensore.

Harry guardò la nuda porta nera davanti a lui. Finalmente, dopo averla sognata per tanti mesi, era lì.

«Andiamo» bisbigliò. S'inoltrò nel corridoio, seguito da Draco che guardava fisso davanti a se con aria risoluta.

«Ora, sentite» disse Harry, fermandosi a un paio di metri dalla porta.

«Forse... be', qualcuno dovrebbe restare qui... di guardia...»

«E come facciamo ad avvertirti, in caso di pericolo?» chiese Ginny, inarcando le sopracciglia. «Potresti essere chissà dove».

«Noi veniamo con te, Harry» disse Hermione.

«Avanti!» esclamò Theo.

Harry non avrebbe voluto portarli tutti con sé, ma a quanto pareva non c'era scelta. Si voltò di nuovo verso la porta e la raggiunse: proprio come nel sogno, quella si spalancò al solo sfiorarla e lui avanzò, guidando gli altri oltre la soglia.

Si trovavano in una grande stanza circolare. Tutto era nero, pavimento e soffitto compresi; nelle pareti nere si susseguivano a intervalli regolari porte nere tutte uguali, prive di contrassegni e di maniglie, e fra l'una e l'altra

ardevano grappoli di candele dalle fiammelle azzurrine; la fredda luce tremolante riflessa nel lucido pavimento di marmo dava l'impressione di camminare su una pozza di acqua scura.

«Qualcuno chiuda la porta» borbottò Harry.

Tiger obbedì e Harry subito rimpianse d'averlo detto. Senza la striscia di luce delle torce nel corridoio dietro di loro, la stanza diventò così buia che per un momento le uniche cose visibili furono i gruppi di frementi fiammelle azzurre sulle pareti e il loro spettrale riflesso sul pavimento.

Se fossi stato un SERPEVERDEWo Geschichten leben. Entdecke jetzt