68. NON SEI SOLO

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Harry era seduto di fianco al letto di Hermione in infermeria, si era ripresa dalla maledizione senza avere quasi segni. Ron dormiva pesantemente con Ginny, la cui caviglia era stata guarita in un baleno da Madama Chips, raggomitolata ai piedi del letto del fratello e Blaise vicino a lei.

Pansy, col naso tornato a forma e dimensioni normali, era seduta su una poltrona vicino al letto di Theo con affianco Draco e Goyle.

Nessuno parlava, ogni tanto sentivano i passi di Madama Chips nel suo ufficio, o il tintinnio di qualche fiala.

Oltre la porta c'erano dei passi pesanti e un vociare leggero, ma non riuscì a distinguere nessuna parola.

«Almeno la vecchia megera si è guadagnata un bel trauma cranico» disse all'improvviso Pansy fissando con astio la Umbridge stesa a qualche letto di distanza con la testa fasciata.

«A sentire Madama Chips, è sotto shock» bisbigliò Hermione.

«Secondo me sta solo tenendo il broncio» disse Ginny.

«La sottosegretazia di quell'idiota di Caramell schiantata da due alunni del quinto anno» aggiunse Pansy con un ghigno. «Questa la racconteremo.»

«Basta dirlo a Patil e Brown e in un paio di giorni lo saprà tutta la scuola.» disse Blaise facendo ridacchiare tutti tranne Ron, che respirava pesantemente.

All'improvviso le porte di spalancarono ed entrò una donna magra con dei lunghi capelli neri ricci, aveva gli occhi sgranati e gonfi, sembrava aver corso. Si guardò attorno fissando ogni letto.

«Signora...» La McGranitt entrò con il fiato corto seguita da Piton. «La prego, venga con me, il preside le spiegherà...»

«Non c'è niente da spiegare!» Gridò incrociando brevemente lo sguardo di Harry.

«Voglio sapere dov'è mio figlio! Piton dimmi dov'è!»

Il pozionista aprì la bocca incerto, la McGranitt cercò di prendere delicatamente un braccio della donna ma lei si scostò come scottata. «La prego, venga con me, Silente le dirà...»

Una piccola folla di studenti si fermò accalcato al muro davanti all'infermeria.

La terribile comprensione invase la mente di Harry. Quella era la madre di Tiger.

«Cos'è tutto questo baccano? Questa è un'infermeria, non dovreste...» la voce di Madama Chips si spense di colpo.

«Signora Tiger, la prego» Piton le si avvicinò cautamente «Suo figlio non è qui.»

«Lui non è... lui non è...» balbettò tremando «Gli Auror hanno arrestato mio marito e hanno detto che... ma non è possibile.» Puntò lo sguardo su Piton come se lui potesse darle speranza, ma il silenzio durò troppo a lungo perché ci fossero dubbi.

«No, no.» ondeggiò la testa. «Non è vero.» cadde a terra in ginocchio, scompostamente.

Piton si chinò velocemente ma sembrava a disagio nel vedere le lacrime scorrerle sul viso copiosamente, come se fosse qualcosa di indecente.

Harry sentì il petto creparsi, pochi instanti prima che la Signora Tiger urlasse. Era un urlo pieno di dolore, assordante, che sembrava non finire mai. Ma non c'erano abbastanza grida per esprimere quella sofferenza.

 Ma non c'erano abbastanza grida per esprimere quella sofferenza

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Se fossi stato un SERPEVERDEWhere stories live. Discover now