INCANTO PATRONUS

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Alle otto di giovedì sera, Harry uscì dalla Sala Comune di Serpeverde salendo le scale verso la classe di Storia della Magia. Era buia e vuota quando arrivò, accese le lanterne con la bacchetta magica e dopo soli cinque minuti apparve il professor Lupin con una grossa cassa da imballaggio, che posò sulla scrivania del professor Rüf.
"Che cos'è?" chiese Harry.
"Un altro Molliccio" rispose Lupin, togliendosi il mantello. "È da martedì che setaccio il castello, e per fortuna l'ho trovato nascosto nello schedario di Mastro Gazza. È la cosa più simile a un Dissennatore che abbiamo."

"Ma appena mi vedrà si trasformerà in Tom Riddle" riflettè Harry

Lupin si grattò il dorso della testa "Forse, ma se riesci a sconfiggere quella forma potrebbe provare a spaventarti in un altro modo"

Harry ci pensò su, in fodo avrebbe potuto usare il consiglio di Piton. Annuì con forza.

"Allora..." Il professor Lupin estrasse la bacchetta e fece cenno a Harry di imitarlo. "L'incantesimo che cercherò di insegnarti è magia molto avanzata, Harry... molto al di sopra del Fattucchiere Ordinario. Si chiama Incanto Patronus."
"Come funziona?" chiese Harry nervoso.
"Be', quando funziona correttamente, evoca un Patronus" spiegò Lupin,
"Che è una specie di Anti-Dissennatore. Un guardiano che fa da schermo fra te e il Dissennatore."
Harry ebbe un'improvvisa visione di se stesso rannicchiato dietro una fi-
gura formato Hagrid armata di una grossa mazza. Il professor Lupin ripre-
se: "Il Patronus è una forza positiva, una proiezione delle cose di cui si alimenta il Dissennatore: la speranza, la felicità, il desiderio di sopravvivere. Ma non può provare la disperazione come i veri esseri umani, quindi i Dissennatori non sono in grado di fargli del male. Devo però avvertirti,
Harry, che l'incantesimo potrebbe essere troppo avanzato per te. Molti maghi qualificati incontrano serie difficoltà."
"Che aspetto ha un Patronus?" chiese Harry curioso.
"Ciascuno è unico per il mago che lo evoca."
"E come si fa a evocarlo?"
"Con un incantesimo che funziona soltanto se ti concentri con tutte le
tue forze su un solo ricordo molto felice."
Harry cercò un ricordo felice. Di sicuro nulla di quanto gli era successo
dai Dursley poteva andare. Forse le vacanze estive passate con Draco a villa Malfoy, o le giornate con Hermione, vagò fra i vari ricordi prima di focalizzarsi sulla prima volta che aveva cavalcato un manico di scopa. Si era sentito finalmente libero.
"Va bene" disse, cercando di richiamare alla mente con più precisione
che poteva la meravigliosa sensazione del volo avvertita nello stomaco.
"L'incantesimo è questo." Lupin si schiarì la voce: "Expecto Patronum!"
"Expecto Patronum" ripeté Harry sottovoce. "Expecto Patronum."
"Ti stai concentrando bene sul tuo ricordo felice?"
"Oh... sì..." disse Harry costringendosi a ripensare a quella prima cavalcata, "Expecto patrono... no, Patronum... mi scusi... Expecto Patronum,
Expecto Patronum..."
Qualcosa schizzò fuori all'improvviso dalla punta della sua bacchetta; sembrava un filo di gas argenteo.
"L'ha visto?" esclamò Harry eccitato. "È successo qualcosa!"
"Molto bene" disse Lupin con un sorriso. "Ora... sei pronto a provarci con un Dissennatore?"

"Sì" disse Harry, stringendo forte la bacchetta e spostandosi al centro della classe deserta. Cercò di mantenere il pensiero fisso sul volo, ma qualcos'altro continuava a interferire... rischiava di risentire sua madre in ogni istante... ma non doveva pensarci, altrimenti l'avrebbe risentita davve-ro, e non voleva... o invece voleva?
Lupin afferrò il coperchio della cassa e lo tolse.
Un Dissennatore si levò lentamente, il viso incappucciato rivolto verso Harry, una mano spettrale e coperta di croste che tratteneva il mantello. Le lanterne tutto intorno guizzarono e si spensero. Il Dissennatore uscì dalla cassa e prese ad avanzare in silenzio verso Harry, traendo respiri rotti e profondi. Un'ondata di gelo pungente investì il ragazzo...
"Expecto Patronum!" urlò Harry. "Expecto Patronum! Expecto..."
Ma la classe e il Dissennatore si stavano dissolvendo... Harry cadeva di nuovo in una fitta nebbia bianca, e la voce di sua madre era più acuta che mai, ed echeggiava dentro la sua testa...
"Harry no! Harry no! Per favore... farò qualunque cosa..."
Scrosci di risa penetranti... Si divertiva al suo terrore...
"Harry!"
Harry tornò alla vita. Era disteso sul pavimento, a pancia in su. Le lanterne della classe erano di nuovo accese. Non dovette chiedere che cos'era successo.
"Mi dispiace" borbottò, alzandosi a sedere, mentre un sudore freddo gli
colava dietro gli occhiali.
"Stai bene?" gli chiese Lupin.
"Sì..." Harry si aggrappò a un banco, si alzò e vi si appoggiò.
"Ecco..." Lupin gli porse una Cioccorana. "Mangiala prima di riprovare. Non mi aspettavo che ce la facessi la prima volta. In effetti mi sarei stupito se ci fossi riuscito al secondo tentativo."
"Sta peggiorando" mormorò Harry staccando la testa della rana con un morso. "Questa volta l'ho sentita più forte... e lui... Voldemort..."

Se fossi stato un SERPEVERDEUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum