IL LABIRINTO

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Entrarono nel campo di Quidditch ormai del tutto irriconoscibile. Al suo posto si estendeva una siepe alta almeno sei metri. Proprio davanti a loro c'era un'apertura che doveva essere l'ingresso di un enorme labirinto.
Cinque minuti dopo, l'aria si riempì di voci eccitate e dello scalpiccio di innumerevoli piedi mentre centinaia di studenti riempivano le tribune. Il cielo era di un intenso, limpido azzurro, e cominciavano a spuntare le prime stelle.

Il professor Moody, la professoressa McGranitt e il professor Vitious si avvicinarono ai campioni. Portavano grosse stelle rosse lucenti sul cappello.
"Noi pattuglieremo l'esterno del labirinto" disse la professoressa McGranitt. "Se vi trovate in difficoltà e desiderate essere salvati, sparate in aria una raffica di scintille rosse, e uno di noi verrà a prendervi, avete capito?"
I campioni annuirono.

Harry posò lo sguardo sulle alte tribune, i Serpeverde tenevano alle spalle un grosso cartellone con scritte argentate di Viva Potter Hermione al fianco di Nott gli sorrise incoraggiante, Draco e Pansy strinsero i pugni nella sua direzione. Gli parve perfino di intravedere l'ombra di un sorriso sulle le labbra di Piton.
"Signore e signori, sta per cominciare la terza prova del Torneo Tremaghi, la prova finale! Permettete che vi ricordi la situazione del punteggio! Al primo posto, il signor Harry Potter, seguito dal signor Cedric Diggory e il signor Harry Potter, entrambi della Scuola di Hogwarts!"
Le grida e gli applausi fecero alzare in volo nel cielo sempre più scuro gli uccelli appollaiati sugli alberi della Foresta Proibita. "Al terzo posto il signor Viktor Krum, dell'Istituto Durmstrang!" Altri applausi. "E al quarto posto... Mademoiselle Fleur Delacour, dell'Accademia di Beauxbatons!"
"Allora... al mio segnale, Harry e poi Cedric!" disse uno dei giudici alzandosi in piedi. "Tre... due... uno..."
Fischiò brevemente e Harry scattò in avanti entrando nel labirinto.
Le siepi torreggianti proiettavano ombre nere sul sentiero, e, fosse perché erano così alte e fitte o perché erano state stregate, il fragore della folla circostante svanì nell'istante in cui misero piede nel labirinto. Harry si sentì quasi di nuovo sott'acqua. Estrasse la bacchetta, sussurrò "Lumos"

Udì per la seconda volta il fischio Cedric era entrato.

Harry accelerò. Il sentiero che aveva imboccato sembrava completamente deserto. Voltò a destra e avanzò rapido, la bacchetta tesa sopra la testa, cercando di vedere il più avanti possibile. Ma non c'era ancora nulla in vista.
Il segnale suonò per la terza volta in lontananza e dopo qualche secondo una quarta e ultima volta. Ora tutti i campioni si trovavano nel labirinto.
Harry continuava a guardarsi alle spalle con la sensazione di essere osservato. Il labirinto era sempre più immerso nell'oscurità, man mano che il cielo diventava blu marino. Si trovò a un secondo bivio.
"Guidami" sussurrò alla bacchetta, tenendo la piatta sul palmo della mano.
La bacchetta roteò una volta e puntò alla sua destra, verso il folto della siepe. Da quella parte c'era il nord, e sapeva di doversi dirigere a nordovest per raggiungere il centro del labirinto. La cosa migliore che poteva fare era prendere il sentiero a sinistra, e girare di nuovo a destra alla prima
occasione.
La strada era deserta, e tale rimase anche quando Harry imboccò un sentiero sulla destra. Non sapeva perché , ma l'assenza di ostacoli lo rendeva nervoso. Avrebbe già dovuto incontrarne uno, no? Era come se il labirinto volesse indurlo a una falsa sensazione di sicurezza. Poi sentì un movimento alle sue spalle. Tese la bacchetta, pronto all'attacco, ma il raggio di luce colpì soltanto Cedric, che era appena sbucato di corsa da un sentiero a destra. Sembrava profondamente scosso. La manica della sua veste fumava.
"Gli Schiopodi Sparacoda di Hagrid!" sibilò. "Sono enormi... sono riuscito a fuggire per un pelo!"
Scosse la testa e sparì, imboccando un altro sentiero. Ben deciso a mettere una bella distanza tra sé e gli Schiopodi, Harry riprese a correre. Poi, voltò un angolo e vide...
Un Dissennatore avanzava scivolando verso di lui. Alto tre metri e mezzo, il volto nascosto dal cappuccio, le mani putrescenti e coperte di croste tese davanti a sé, si faceva strada alla cieca verso di lui. Harry ne udì il respiro simile a un rantolo; si sentì invadere da un gelo appiccicoso, ma sapeva che cosa doveva fare...
Evocò il pensiero più felice che poté, si concentrò con tutte le sue forze sul pensiero di uscire dal labirinto e festeggiare con Hermione, levò la bacchetta e urlò: "Expecto Patronum!"
Un cervo d'argento sbucò dalla punta della bacchetta di Harry e avanzò al galoppo verso il Dissennatore, che cadde indietro e s'impigliò nell'orlo della veste... Harry non aveva mai visto un Dissennatore inciampare.
"Aspetta!" gridò, avanzando nella scia del suo Patronus d'argento. "Tu sei un Molliccio! Riddikulus!"
Si udì un colpo secco e forte, e la figura esplose in un fil di fumo. Il cervo d'argento svanì. Harry avrebbe voluto che restasse con lui, gli avrebbe fatto bene un po' di compagnia... avanzò più rapidamente e silenziosamente possibile, le orecchie tese, la bacchetta di nuovo alta.
Sinistra... destra... ancora sinistra... due volte si trovò in un vicolo cieco.
Rifece l'Incanto Quattro Punti, e scoprì che stava andando troppo a est.

Se fossi stato un SERPEVERDEWhere stories live. Discover now