40. LE COSE SONO COMPLICATE

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Harry passò una notte inquieta. Sua madre e Piton continuavano a entrare e uscire dai suoi sogni, senza mai parlare; la signora Weasley singhiozzava sul cadavere di Kreacher, vegliato da Ron e Hermione che portavano fiori.
Ancora una volta si ritrovò a camminare lungo un corridoio che finiva su una porta chiusa a chiave. Si svegliò all'improvviso con la cicatrice che gli prudeva.
C'era una grande agitazione in casa, qualcuno bussò freneticamente alla porta mentre le urla della signora Wealsey salivano le scale, unite a quelle del ritratto di Walburga Black.
   "...POTEVATE FARLE MALE SUL SERIO, IDIOTI..."
   "...SUDICI IBRIDI CHE INFANGATE LA CASA DEI MIEI PADRI..."
Harry si mise seduto sul materasso sobbalzante con le orecchie che fischiavano. La porta si spalancò e Hermione entrò quasi di corsa. Edvige si dondolava sulla sua spalla, e lei reggeva tra le braccia Grattastinchi che si divincolava.
   "Mamma e papà hanno appena rimandato Edvige." La civetta sbatté piano le ali e si appollaiò in cima alla propria gabbia. "Sei pronto?"
   "Quasi. Che è successo di sotto?" chiese Harry, infilandosi gli occhiali.
   "Fred e George hanno stregato i bauli, ma hanno colpito Ginny." spiegò appoggiando delicatamente Grattastinchi sul letto è ruzzolata giù per due rampe di scale.
   "Merlino" mormorò harry carezzando il gatto. "Ora sta bene?"
   "La signora Weasley l'ha risistemata" annuì Hermione. "Ma ora Malocchio brontola che non possiamo uscire se non arriva Sturgis Podmore, altrimenti mancherà una persona alla scorta."
   "La scorta?" disse Harry. "Dobbiamo andare a King's Cross con la scorta?"
   "Tu devi andare a King's Cross con la scorta" lo corresse Hermione.
   "Perché?" chiese Harry seccato. "Credevo che Voldemort fosse nascosto, o mi stai dicendo che salterà fuori da dietro un cestino dell'immondizia per farmi fuori?"
   "Non so, è Malocchio che lo dice" rispose Hermione distrattamente, guardando l'orologio, "ma se non usciamo in fretta perderemo il treno di sicuro..."
   "VOLETE SCENDERE TUTTI QUANTI, PER FAVORE?" urlò furiosa la signora Weasley; Hermione fece un balzo come se si fosse scottata. Dai muoviti, hai già fatto il baule, vero?
"Io..." si guardò intorno ancora un po' intontito. "Sì sì l'ho riempito ieri." afferrò Edvige, la ficcò senza tante cerimonie nella gabbia e scese dietro a Hermione, trascinando il baule.
Il ritratto della signora Black ululava dalla rabbia, aumentò il volume quando Hermione le passò accanto. "LURIDA SANGUEMARCIO OSI INZOZZARE LA CASA DEI MIEI PADRI! IMMONDA BESTIA!"
  "Chiudi la bocca befana" brontolò Harry colpendo con rabbia la cornice.
Fu certo di vedere un sorriso inarcare le labbra dell'amica.
   "Il professor Piton è già andato via?" chiese guardandosi intorno.
   "Sì, è uscito questa mattina presto, dovrebbe già essere a Scuola." spiegò la signora weasley affaccendata a spostare i grossi bauli dei figli. "Lascia qui le tue cose, ai bagagli ci pensa Alastor... oh, per l'amor del cielo, Sirius, Silente ha detto di no!"
Un cane nero simile a un orso era comparso al fianco di Harry, che stava scavalcando i vari bauli stipati nell'ingresso per raggiungere la signora Weasley.
   "Oh, insomma..." sbottò lei, esasperata. "Be', la responsabilità è solo tua!"
Aprì con forza la porta d'ingresso, entrò un fioco raggio di sole. "Harry tu vai con Tonks, è già fuori che ti aspetta."
   "E Hermione?" chiese prendendo la mano della ragazza.
   "Lei viene con noi, deve..." le parole della signora Weasley venereo sovrastate dalle grida di Fred e George che stavano apparentemente insultando Kreacher, provocando una smorfia di disappunto a Hermione.
   "Oh va bene!" gridò infine Molly "Vai pure con Harry"
Sorrise mentre seguivano il grossa cane nero fuori dalla porta. Hermione se la chiuse alle spalle con un tonfo e gli strilli s'interruppero all'istante.
   "Dov'è Tonks?" chiese Harry, guardandosi intorno mentre scendevano i gradini di pietra del numero dodici, che sparirono non appena raggiunsero il marciapiede.
   "Eccola" rispose Hermione indicando brevemente una vecchia signora che li stava salutando vicino all'angolo della via. Aveva i capelli grigi a riccioli fitti e portava uno strano cappello viola a tesa larga.
   "Ciao, Harry" disse, con una strizzatina d'occhio. "Meglio muoversi"
allungando il passo, sempre seguiti dal cane nero, svoltarono sulla via laterale a destra.
   "Malocchio voleva aspettare Sturgis... ma è in ritardo" Tonks si guardò attorno con attenzione, per un momento sembrò voler impugnare la bacchetta ma Sirius diede in un latrato di gioia e saltò attorno a loro, cercando di mordere i piccioni e inseguendo la propria coda. Harry non poté fare a meno di sorridere.
Impiegarono venti minuti per raggiungere King's Cross a piedi, e l'unico avvenimento significativo fu quando Sirius spaventò un paio di gatti per divertire Harry. Una volta dentro la stazione, indugiarono con aria disinvolta vicino alla barriera tra i binari nove e dieci finché non ci fu via libera, poi ciascuno di loro vi si appoggiò a turno e passò tranquillamente sul binario nove e tre quarti, dove l'Espresso per Hogwarts eruttava vapore fuligginoso lungo un marciapiede affollato di studenti in partenza e delle loro famiglie. Harry inspirò l'odore familiare e sentì il morale decollare... stava davvero per tornare a Hogwarts.
   "Spero che gli altri arrivino in tempo» disse Hermione preoccupata, guardando dietro di sé l'arco di ferro battuto che sovrastava il binario.
   "Bel cane, Harry!" gridò un ragazzo alto con i riccioli rasta.
   "Grazie, Lee" rispose Harry con un gran sorriso, mentre Sirius scodinzolava frenetico.
   "Oh, ecco Alastor con i bagagli..." disse Tonks sollevata.
Con un cappuccio da facchino abbassato sugli occhi scompagnati, Moody si fece avanti zoppicando sotto l'arco, spingendo un carrello carico dei loro bauli.
   "Tutto a posto" borbottò a Tonks. "non credo che ci abbiano seguito..."
Qualche istante dopo, il signor Weasley comparve sul marciapiede con Ron e Ginny. Avevano quasi scaricato il carrello di Moody quando Fred e George arrivarono con Lupin e Molly.
   "Niente guai?" chiese Moody.
   "Nulla" rispose Lupin.
  "Farò ugualmente rapporto su Sturgis a Silente" ringhiò Moody. "È la seconda volta che non si fa vedere in una settimana. Sta diventando inaffidabile come Mundungus."
   "Be', state bene" disse Lupin, stringendo la mano a tutti. Si avvicinò a Harry per ultimo e gli diede una pacca sulla spalla. "Anche tu, Harry. Sta' attento, ricorda quello che abbiamo detto"
Harry annuì stancamente. Come potevano aspettarsi ceh stesse lontano dai suoi amici?
   "Sì, testa bassa e occhi aperti" aggiunse Moody, stringendo a sua volta la mano a Harry. "E non dimenticate, tutti quanti... attenti a quel che scrivete nelle lettere. Se avete dei dubbi, non scrivetelo."
Il signor Weasley si chinò brevemente sussurrando qualcosa all'orecchio di Ron.
   "È stato magnifico conoscervi tutti quanti" disse Tonks, abbracciando Hermione e Ginny. "Ci vedremo presto, immagino." Risuonò un fischio d'avvertimento; gli studenti ancora sul marciapiede si affrettarono verso il treno.
   "Svelti, svelti!" esclamò la signora Weasley concitata, abbracciandoli a caso e acchiappando Hermione due volte. "Scrivete... fate i bravi... se avete dimenticato qualcosa ve la spediremo... ora salite sul treno, presto..."
Per un breve istante, l'enorme cane nero si rizzò sulle zampe di dietro e posò quelle davanti sulle spalle di Harry, ma la signora Weasley spinse via Harry verso lo sportello del treno, soffiando: "Per l'amor del cielo, comportati in modo più canino, Sirius!"
Harry si affrettò verso il corridoio stretto del treno, lasciandosi alle spalle i weasley che salutavano i genitori dal finestrino. Era rimasto chiuso con loro per settimane, ora voleva solo trovare i suoi amici.
   "Ci vediamo!" sentì gridare Ginny. Guardò brevemente dai finestrina sulla destra. il cane nero stava correndo accanto al finestrino, scodinzolando; le persone sfocate sul marciapiede risero nel vederlo inseguire il treno, poi questo fece una curva, e Sirius sparì.
   "Non avrebbe dovuto venire con noi" mormorò Hermione alle sue spalle.
Quasi sobbalzò sentendo poco distante anche la voce di Ron "Oh, dai ha solo fatto un giro, un Auror in più di scorta"
  "Lui non è un Auror" sibilò Harry scocciato mentre allungava il collo per cercare fra il marasma di teste che entravano e uscivano dagli scompartimenti.
  "Harry..." lo chiamò Hermione incerta, quasi andò a sbattere contro un ragazzo alto.
  "Oh scusa, Potter." disse riverente prima di sparire dentro un vagone.
  "Perchè non ci mettiamo qui?" Continuò la ragazza indicando dei posti vuoti alla loro sinistra.
Harry si guardò attorno velocemente, erano praticamente in fondo al treno, Draco e gli altri dovevano essere dalla parte opposta.
Ron non stava guardando Harry, sembrava profondamente interessato alle unghie della propria mano sinistra
  "Dai il viaggio è lungo, andiamo dopo da loro." aggiunse Hermione come se gli avesse letto la mente.
  "Va bene." sbuffò entrando nello scompartimento.
Nel posto vicino al finestrino c'era Neville Paciock, la faccia tonda lucente per lo sforzo di  trattenere con una mano sola il suo rospo agitato, Oscar.
   "Ciao, Hermione" disse, ansante. "Ron, Ginny... è pieno dappertutto... Non riuscivo a trovare un posto..." indugiò per un momento su Harry prima di stringersi per fare posto agli altri. Dalla parte opposta c'era una ragazza con dei capelli disordinati, lunghi fino alla vita, di un biondo sporco, sopracciglia molto pallide e occhi sporgenti che le conferivano un'espressione di perenne sorpresa.
"Ciao, Luna." disse Ginny. "Possiamo sederci qui?"
  "Si, certo" mentre annuiva la bacchetta che teneva infilata dietro l'orecchio sinsitro vibrò.
  "Grazie." Ginny le sorrise.
Harry sistemò il suo baule e quello di Hemrione sulla rastrelliera e si sede al suo fianco. Luna li osservò da sopra la rivista rovesciata, intitolata Il Cavillo. Non sembrava che avesse bisogno di sbattere le palpebre quanto un normale essere umano. Fissò a lungo Harry, che si era seduto di fronte a lei e se n'era già pentito.
"Hai passato una bella estate, Luna?" le chiese Ginny.
   "Sì" rispose lei in tono sognante, senza togliere gli occhi di dosso a Harry. "Sì, è stata abbastanza piacevole. Tu sei Harry Potter" aggiunse.
   "Lo so" disse Harry irritato.
Neville ridacchiò. Luna puntò su di lui gli occhi pallidi.
   "E non so chi sei tu."
   "Nessuno" rispose Neville in fretta.
   "No che non sei nessuno" disse Ginny, secca. "Neville Paciock... Luna Lovegood. Luna è del mio anno, ma è di Corvonero."
   "Un ingegno smisurato per il mago è dono grato" canticchiò Luna.
Alzò la rivista quanto bastava a nasconderle il viso e tacque. Harry e Hermione si guardarono con le sopracciglia inarcate. Ginny soffocò un risolino.
Il treno continuò a sferragliare, portandoli in aperta campagna. Era una strana giornata dal tempo incerto; un momento la carrozza era inondata di sole, un attimo dopo passavano sotto minacciose nuvole grigie.
   "Indovinate che cosa ho ricevuto per il mio compleanno?" disse Neville.
   "Un'altra Ricordella?» chiese Harry, ricordando quella specie di biglia che la nonna di Neville gli aveva mandato nel tentativo di aiutare la sua pessima memoria.
Hermione gli diede una leggera gomitata.
   "No" rispose Neville. "Mi potrebbe servire, però, quella vecchia l'ho persa un secolo fa... no, guarda qui..."
Ficcò la mano libera da Oscar nella borsa dei libri e dopo aver rovistato un po' estrasse quello che sembrava un piccolo cactus grigio in un vasetto, ma invece che di spine, era coperto di bolle.
   "Mimbulus mimbletonia" disse orgoglioso.
Harry fissò la cosa. Pulsava lievemente, e questo le dava l'aspetto abbastanza sinistro di un organo interno ammalato.
   "È molto, molto rara" spiegò Neville con un gran sorriso. "Non so se ce n'è una nemmeno nella serra di Hogwarts. Non vedo l'ora di mostrarla alla professoressa Sprite. Me l'ha presa il mio prozio Algie in Assiria. Voglio vedere se riesco a farla riprodurre"
Harry sapeva che la materia preferita di Neville era Erbologia, ma non riusciva assolutamente a capire che cosa ci potesse fare con quella piantina rachitica.
   "Fa... ehm... qualcosa?" chiese.
   "Un sacco di cose!" rispose Neville fiero. "Possiede uno straordinario
meccanismo difensivo. Ecco, tienimi Oscar..."
Scaricò il rospo in grembo a Ron e prese una piuma dalla borsa dei libri. Gli occhi sporgenti di Luna Lovegood apparvero di nuovo da sopra la rivista rovesciata. Tenendo la sua Mimbulus mimbletonia davanti agli occhi, la lingua fra i denti, Neville affondò nel cactus la punta della piuma. Da ogni bolla schizzò del liquido: getti densi, puzzolenti, verde scuro. Colpirono il soffitto, i finestrini, e macchiarono la rivista di Luna Lovegood. Ginny, che aveva alzato le braccia davanti al viso appena in tempo, si ritrovò soltanto con una specie di viscido cappello verde sulla testa. Ron, che aveva le mani occupate per tenere Oscar, ricevette uno schizzo in piena faccia.
Harry aveva cercato di coprire Hermione con le mani, sentì il liquido viscoso fra le dita, puzzava di letame rancido.
Neville, che aveva anche lui faccia e busto zuppi, scosse il capo per liberarsi gli occhi.
   "S-scusate" disse, boccheggiando. "Non ci avevo ancora provato... non sapevo che sarebbe successo così... non preoccupatevi, comunque, la Puzzalinfa non è velenosa" aggiunse, teso, mentre Harry lo fulminava con lo sguardo. Hermione almeno sembrava non essere stata colpita, se non da qualche schizzo sulla maglia.
  "Paciock tu sei un idio..."
Hermione lo zittì colpendogli seccamente il braccio, prima di impugnare la bacchetta.
   "Non è niente." disse dolcemente sorridendo a Neville. "Gratta e netta!" scandì e la Puzzalinfa sparì.
   "Scusate" ripeté Neville con la voce piccola.
Harry avrebbe solo voluto andare da Draco e gli altri per sapere come fosse la situazione in famiglia. Starsene li con quel gruppo male assortito lo fece sentire stranamente a disagio. Fissò il paesaggio fuori dal finestrino, cercando di ignorare i suoi strani compagni di viaggio.
Sentì delle frasi sconnesse, senza preoccuparsi di seguire il discorso, almeno fino a quando non sentì Ron annunciare con orgoglio: "Sono Prefetto quest'anno."
   "Oh, grande" commentò Neville "Anche tu Herm immagino"
   "Oh, sì" annuì la ragazza
Herm
... come osava chiamarla anche lui così? Si voltò di scatto a guardarlo con astio.
   "Dovremo pattugliare i corridoio ogni tanto e possiamo punire chi si comporta male. Non vedo l'ora di beccare Malfoy per qualcosa..."
Harry aprì la bocca ma Hermione fu più veloce a parlare
   "Non dovresti abusare della tua posizione!" esclamò severa. Ron sembrò ricordarsi solo in quel momento di Harry. "Io intendevo solo che..."
   "Anche io sono un Prefetto." scandì raddrizzando la schiena e se infastidisci i miei amici quella spilla non ti servirà proprio a niente."
Hermione strinse a disagio la giacca che aveva sulle ginocchia.
Gli occhi di Luna spuntarono appena da sopra la rivista fissandolo per alcuni secondi, prima di sparirci nuovamente dietro.
Una pioggia leggera cominciò a colpire i vetri di mentre procedevano verso nord. Quando calò il buio e le lampade si accesero negli scompartimenti, Luna arrotolò Il Cavillo, lo ripose con cura nella borsa e prese invece a fissare tutti i compagni di viaggio.
Harry era seduto con la fronte premuta contro il finestrino e cercava di avvistare un primo scorcio di Hogwarts, ma era una notte senza luna e il vetro rigato di pioggia era sudicio. Si cambiarono tutti velocemente, vide Ron appuntarsi con cura la spilla da prefetto sulla veste e scrutare il proprio riflesso nel finestrino nero.
Infine il treno prese a rallentare; lungo il convoglio, con un gran chiasso, tutti si davano da fare per recuperare bagagli e animali.
Uscirono a fatica dallo scompartimento e avvertirono il primo pizzicore dell'aria notturna già mentre si univano alla folla nel corridoio. Lentamente avanzarono verso gli sportelli. Harry annusò l'odore dei pini che fiancheggiavano il sentiero per il lago. Scese sul marciapiede e si guardò intorno, in attesa del familiare richiamo "Primo anno da questa parte... primo anno..."
Ma non venne. Invece una voce alquanto diversa, sbrigativa e di donna,
gridava: "Quelli del primo anno in fila da questa parte, per favore! Tutti
quelli del primo anno da me!"
Una lanterna avanzò dondolando verso Harry, rivelandogli il mento prominente e il severo taglio di capelli della professoressa Caporal, la strega che l'anno prima aveva sostituito per qualche tempo Hagrid come insegnante di Cura delle Creature Magiche.
   "Dov'è Hagrid?" chiese Harry guardando Hermione.
   "Io non..."
   "Ehi Harry, Harrry!" La voce di Draco lo fece voltare per qualche secondo prima di accelerare il passo. Seguito da Ron, Neville e Ginny.
   "Granger" salutò sbrigativamente ignorando tutti gli altri.
   "Malfoy" mormorò Harry senza guardarlo
   "Malfoy?" ripetè il biondo offeso. "Cosa siamo tornati al primo anno?"
Hermione incrociò brevemente il suo sguardo sena dire niente.
   "Sei arrabbiato perché non ti ho scritto, vero?" continuò Draco con il fiato corto. "Mio padre non voleva, la situazione è un po' complicata." era strano vederlo da solo, senza Zabini o Nott. Che loro due invece fossero arrabbiati con lui? Eppure Theo era l'unico ad avergli scritto.
   "Immagino" sussurrò
   "Malfoy gira a largo" disse all'improvviso Ron allungando un braccio come se volesse allontanarlo.
   "Non osare toccarmi, feccia!" Esclamò il biondo scostandosi.
Harry e Hermione si bloccarono di colpo, gli altri alle loro spalle quasi li travolsero.
   "Abbassa il tono Malfoy, posso metterti in castigo." rispose Ron con un sorriso soddisfatto.
   "Non senza un motivo." scattò Hermione.
   "Oh il motivo c'è, è un idiota."
Harry sentì la rabbia montargli dentro violenta, diede una spinta a Ron facendolo cozzare con Neville dietro di lui "Chiudi la bocca Weasley." scambiò una rapida occhiata con Draco "Anche io posso dare punizioni, e a meno che tu non voglia pulire vasi da notte per tutto l'anno ti consiglio di stare al tuo posto."
   "Il mio posto?" Gridò Ron avvicinandosi come se volesse ridargli la spinta.
Draco e Hermione gli si pararono davanti quasi nello stesso momento.
   "Smettila Ron" disse la ragazza seria.
Wealsey sembrò valutare la situazione, molti alunni li superarono voltandosi indietro curiosi, riuscì a riconoscere alcuni compagni più grandi di Serpeverde verso la metà del treno.
Draco si voltò verso di lui afferrando il baule di Hermione con stizza. "Venite con me" sibilò spintonando degli studenti del terzo anno. Lo seguirono confusi lasciandosi alle spalle Neville, Ginny e Ron.
Il suono dei bauli trascinati sul pavimento bagnato della stazione di Hogsmeade accompagnò il parlottare intorno a loro. Draco sembrava avere insolitamente fretta di raggiungere le carrozze. Harry sobbalzò, erano sempre state prive di cavalli ma invece ora riusciva a vedere chiaramente delle strane creature tra le stanghe. Se avesse dovuto dar loro un nome, probabilmente li avrebbe definiti cavalli, eppure avevano qualcosa di rettile. Erano completamente privi di carne, i manti neri aderivano allo scheletro, di cui era visibile ogni osso. Avevano teste di drago, con occhi senza pupille bianchi e sgranati. Dal dorso spuntavano grandi ali nere, stranamente simili al cuoio, come di pipistrelli giganti. Immobili e tranquille nell'oscurità, le creature avevano un aspetto misterioso e sinistro. Harry non riusciva a capire come mai le carrozze venissero tirate da quegli orribili cavalli quando in realtà erano in grado di muoversi da sole.
Draco scacciò bruscamente un piccolo gruppo di studenti del secondo anno tenendo aperta la porta della carrozza. Hermione salì scuotendo la testa "Malfoy non puoi trattarli così"
   "Che cosa sono quelle cose, ne hai idea?" chiese Harry indicando gli orrendi cavalli, mentre gli altri studenti li superavano.
   "Quali cose?"
   "Quei cavalli."
   "Quali cavalli?" chiese Draco confuso
   "Questi... guarda!"
Harry lo spinse appena, in modo che si trovasse proprio di fronte al cavallo alato. Draco lo fissò per un secondo, poi tornò a guardare Harry.
  "Che cos'è che dovrei guardare?"
   "Lì, in mezzo alle stanghe! Attaccato alla carrozza! È proprio davanti a..."
Ma poiché l'amico rimaneva perplesso, uno strano pensiero attraversò la mente di Harry.
   "Non... non li vedi?"
   "Vedere che cosa?"
   "Non vedi che cos'è che tira le carrozze?"
Draco ormai era seriamente preoccupato.
   "Ti senti bene, Harry?"
   "Io... sì..."
Hermione spuntò con la testa fuori dalla carrozza. "Che succede?"
Harry era sconcertato. Il cavallo era lì davanti a lui, scintillante e concreto nella luce tenue che emanava dalle finestre della stazione, col vapore che gli usciva dalle narici nella fredda aria notturna.
   "Io... tu non vede dei cavalli davanti alla carrozza? Qui?" chiese indicando il muso scuro della creatura.
La ragazza guardò il dito di Harry confusa, prima di scambiare un'occhiata con Draco.
   "No, non vedo niente"
   "Stai tranquillo" disse una voce sognante alle sua spalle. Ginny che ormai li aveva raggiunti, era affiancata da Luna.
   "Non stai impazzendo. Li vedo anch'io."
   "Davvero?" chiese Harry disperato, voltandosi verso la Corvonero. Vide i cavalli con le ali da pipistrello riflessi nei grandi occhi argentei della ragazza.
   "Oh, sì" confermò Luna. "Li vedo dal primo giorno che vengo qui.
Hanno sempre tirato le carrozze. Non preoccuparti. Sei sano di mente quanto me"
Con un vago sorriso seguì Ginny e Ron verso un'altra carrozza per metà piena. Non del tutto rassicurato, Harry salì con Draco chiudendosi la cigolante porta alle spalle.

Non voleva dire agli altri che lui e Luna avevano la stessa allucinazione, se di questo si trattava, così non parlò più dei cavalli

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Non voleva dire agli altri che lui e Luna avevano la stessa allucinazione, se di questo si trattava, così non parlò più dei cavalli. Si sedette di fianco a Hermione lanciando ogni tanto occhiate veloci verso le loro sagome che si muovevano fuori dal finestrino
   "Allora, dove sei stato questa estate?" domandò Draco mentre la carrozza iniziava a muoversi
Harry si riscosse di colpo al colpo di tosse di Hermione "Solito, con i babbani" disse vago
   "Ma sei stato attaccato" riprese l'amico sporgendosi in avanti "mio padre ha detto che sei stato giudicato dalla corte plenaria" Si limitò ad annuire.
   "Perché i Dissennatori ti hanno attaccato?"
   "Non ho fatto in tempo a chiederglielo" alzò mestamente le spalle.
   "Io volevo scriverti" disse dopo alcuni instanti di teso silenzio. "ma mio padre..."
   "Lo so, Theo me lo ha scritto." lo interruppe freddamente
   "Sei arrabbiato con me?"
Sbuffò incoronando gli occhi chiari dell'amico "No, è che... bhe come hai detto tu, complicato."
   "Ma noi siamo con te" la voce di draco tremò mentre la carrozza sobbalzava "Io sono con te."
Hermione al suo fianco appoggiò la schiena contro la parete di legno, come se volesse sparirci dentro.
Harry annuì appena "Ma ora è diverso"
   "No." si affrettò a dire il biondo "Niente è diverso, mio padre è... sta con te, ma non può tradire il Signore Oscuro, sai che non può." Mosse le mani in avanti "Ma non ti vuole morto, e nemmeno il padre di Theo o Pansy, stanno dalla tua parte."
   "Io non ho una parte." disse inspirando
   "Non ancora."
Sbatacchiando e ondeggiando, le carrozze avanzarono in fila lungo la strada. Quando passarono dal cancello che portava nel territorio della scuola, fra gli alti pilastri di pietra sovrastati da cinghiali alati, Harry si sporse in avanti. Il Castello di Hogwarts incombeva sempre più vicino: una massa imponente di torrette, nero giaietto contro il cielo scuro, e qua e là una finestra diffondeva una luce vibrante sopra di loro.
Le carrozze si fermarono sferragliando accanto ai gradini di pietra che salivano al portone di quercia.

(Illustrazioni di @multi_fandom_au su Instagram NON respostare senza dare i crediti)

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