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Quando ho aperto gli occhi tutto era buoi intorno a me. "Dove sono? E perchè ho le mani coperte di...cenere??" o forse polvere, troppa poca luce per identificare il materiale che si aggrappava alla mia pelle.

Sembrava non esserci nessuno, data l'assenza di una risposta o di un qualunque rumore intorno a me. Mi alzi in piedi per guardarmi attorno, buio. Intono a me sembrava non esserci altro che buio così feci l'unica cosa che mi parve logica, iniziai a vagare a caso. 

● Certo ovviamente. Mai visto un film horror? E' il miglior modo per morire cogliona ●

La flebile luce sopra la mia testa sembrava seguirmi, un po' come il riflettore a teatro che segue gli attori. D'un tratto si fermò; "Che c'è? Devo stare qui?" ●Mo parla con le luci, grandioso●. Davanti ai miei occhi, a qualche metro di distanza si aprì una porta che lasciò uscire dalla stanza una stranza luce bianca.

Mi avvicinai alla porta e aprii ancora di più per poter guardare meglio all'interno. Inazialmente la luce mi accecò, ma poi i miei occhi si abituarono al bagliore proveniente da un enorme lampadario al centro del salone. Sulle pareti vi erano quadri di persone di ogni epoca, con i propri vestiti e abbigliamenti, ognuno sempre con la solita posa...o forse era sempre la stessa persona.

La cosa che però mi colpì maggiormente fu l'enorme quadro raffigurante una battaglia, posto dietro tre troni. Da una parte del dipinto erano raffigurati degli uomini, quasi tutti di carnagione bianca; portavano abiti neri, lunghi fino a terra. Dalla parte opposta erano rappresentati dei licantropi, o almeno credo; i lupi, alcuni raffigurati a quattro zampe altri alzati su quelle posteriori, avevano teste decisamentre troppo grandi e zampe decisamentre troppo lunghe e sottili rispetto al corpo, le fausi sempre spalancate e due file di tenti appuntiti.

In mezzo al quadro uno spiazzo catturava per ultimo l'attenzione. Piccolo e con pochi colori, tutti spenti, una bambina sedeva per terra, con la testa stretta tra le ginocchia e la mano sinistra che sembrava stritolare quello che sembrava un coniglietto di pezza bianco.

Volevo avviniarmi per guardare meglio quando improvvisamente due tende rosse si chiusere celando il dipinto e qualcuno aprì una porta dall'altra parte della stanza. Feci un passo indietro e accostai frettolosamente la porta, sperando di non essere stata vista; per fortuna sembrò essere così.

Aro fece il suo ingresso nella stanza seguito da due vampiri in una sottospecie di uniforme ed un terzo trasportato dai due. |Aspetta è un sogno? O sono nella testa di Aro come lui era nella mia?| "Nessuno verrà a salvarti stavolta" sentenziò il Volturo sedendosi sul trono centrale,  "Non ne sarei così sicuro". Conoscevo quella voce, troppo bene per i miei gusti...Alex. 

Lo guardai per qualche istante attonita. Le guardie lo avevano lasciato cadere sul pavimento ed ora se ne stava lì in ginocchio con le mani legate da delle strane catene argentate fissando il pavimento. A rompere il silenzio fu una risata agghiacciante...la sua risata agghiacciante; per un momento mi si gelò il sangue.

"Il mio ibrido vi starà già dando la caccia per ridurvi in un mucchio di cenere...come ha fatto con la tua preziosa...", "Sara? E' questo che volevi dire? Come ha distrutto me?". Il discorso di mio padre fu interrotto dall'ingresso nella sala di Sara. Avrei voluto entrare e chiederle che stava succedendo, o forse metterle le mani al collo per quello che aveva fatto, ma decisi di restare razionale e rimasi in silenzio a guardare la scena.

"Bhe mio caro, ti informo che non sono solo viva e vegeta, ma la tua adorata figlioletta è a casa...ed in dolce attesa del nostro lupacchiotto". Un velo di sock e terrore si posò sul mio volto. Come faceva a sapere che ero incinta? Non era neanche nata e già stavo mettendo in pericolo mia figlia? Dovevo andarmene di lì prima che mi scoprissero. "Cosa?No, non può essere" urlò mio padre. 

"Cosa ne facciamo di lui?" domandò la bruna facendo finta di non sentire le parole del loro prigioniero, "Abbiamo già tutte le informazioni che ci servono" decretò Aro. "No, ti prego ascoltami. Da padre a padre, il bambino avrà conseguenze dev..."; Il Volturo non l'asciò che finisse la frase. Afferò con decidione la testa di Alex e la separò dal resto del corpo; poi se la portò all'altezza del viso e con tono vittorioso aggiunse, "Da padre a padre, credo di aver appena fatto un favore a tua figlia..." detto questo lasciò cadere la testa a terra e si diresse verso la porta dietro la quale ero nascosta.

Cercai di allontarmi di qualche passo, ma precipitai nel vuoto.

Mi svegliai di soprassalto e mi guardai intono cercando qualcosa di familiare anziché quello strano buio. Ero ancora su quel vecchio materasso e Jacob stava dormendo affianco a me; fuori sembrava essere buio.

Sentii il mio ragazzo muoversi e mugolare qualcosa, "Non volevo svegliarti" dissi dolcemnte mentre mi sdraiavo affianco a lui. "Non preoccuparti. Stai bene?" mi rassicurò mentre rimetteva la vecchia coperta sul mio copro e mi avvicinava al suo petto. "Sì, sto bene", "Ok" mi rispose prima di lasciarmi un dolce bacio sulla fronte e richiudere gli occhi.

Non dormii, un po' perchè mi sembrava di aver dormito già abbasta ed un po' perchè non riuscivo a togliermi dalla testa il quadro che avevo visto. C'era qualcosa di stranamente famigliare in quel dipinto eppure non riuscivo a ricrodare cosa fosse. Verso le due del mattino il sonno vinse sui miei pensieri e sprofondai tra la braccia di Jacob.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 18, 2023 ⏰

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Il Mezzo Lupo  |Jacob Black|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora