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Iniziai a salire le vecchie scale di ciliegio, e come la mia mano scorreva lentamente sul freddo corrimano, così i ricordi iniziarono ad affluire uno dopo l'altro nella mia mente.

Io ed Ash che giocavamo sul tappeto con la nonna che ci guardava dalla poltrona gialla, ricamando dei fiori colorati su un cuscino, ed era ancora lì quel cuscino, un po' impolverato ma sempre bellissimo. Le partite a carte con il nonno, i danni che combinavamo, come quella volta in cui abbiamo rotto un vaso giocando a pallone in salotto, nonostante il divieto imposto da nostra madre; improvvisamente vidi mia madre, ma più giovane, sgridare due bambini sporchi di fango, noi. Una bambina che rideva mi correva incontro giù per le scale, seguita da un piccolo Matteho vestito da cavaliere, inseguiti da uno spaventoso drago, Ash. Le foto che avevamo appeso nel corso degli anni erano ancora tutte lì, la piccola me sulle spalle di Theo che picchiava su un muro con un martello, decisamente pesante per lei, che appendeva per la prima volta una cornice; dopo questa scena mi soffermai guardare la vecchia foto, sempre leggermente pendente verso destra, come quando l'avevo appesa, quasi 10 anni prima.

Nella foto c'eravamo io sulle spalle di Theo, Ash su quelle di Ethan, Ale che abbracciava Ted e Samu, mia madre con i miei nonni, che ci guardavano sorridenti e i miei zii con mia cugina; era stata scattata durante le vacanze di Natale, quando avevo ancora 6/7 anni. Era sicuramente una delle dieci foto che preferivo tra tutte quelle che avevo fatto fino a quel momento.

*Ecco ora spieghi questa cosa, che senso ha lasciarla lì? Portatela dietro, no?*

Per quanto io adorassi quella foto, doveva restare lì. Ormai  quella foto fa parte della casa, pensare di toglierla, o di raddrizzarla, mi fa pensare di togliere un pezzo dei ricordi che sono nati tra quelle mura.

*Che cosa carina* |Lo so... e poi guardala è carina così storta ahahah| *Non ho parole ahahahah*

Risi a quel pensiero, |Non ero proprio capace a piantare un chiodo|, *Non che ora tu sia un fenomeno con chiodi e martello, parliamoci chiaro*.

Quando salii l'ultimo gradino, ritrovandomi sul pianerottolo semi buio, i ricordi felici, le risate e i sorrisi spensierati di quei bambini furono spazzati via in poco tempo, lasciando il posto il posto ad una sorta di vento gelido che mi percorse la schiena. Sapevo da dove proveniva quella sensazione, dalla stanza in fondo al corridoio davanti a me, l'unica stanza in cui non ho mai osato entrare...l'ufficio di mio padre.

La porta era leggermente aperta, ma la stanza era buia, come se al suoi interno ci fosse il vuoto cosmico. Iniziai a camminare per dirigermi in camera mia, che si trova accanto a quella...porta degli inferi, si mi pare un termine adeguato. Più mi avvicinavo però, più le parole di mio padre mi percorrevano la mente: 'Ma sai fare qualcosa o sei totalmente inutile?' 'Dico, ma potevamo avere una figlia intelligente' 'O poverina sei caduta? Ma cresci mocciosa, sono due graffi'.

Iniziai a sentire le grida di mia madre e mio padre al piano di sotto, |Conosco questa discussione|, era avvenuta la sera prima del mio decimo compleanno. Ad un certo punto le grida cessarono, *O no, questa la conosco pure io*, lasciando il posto al rumore di un sonoro e fragoroso schiaffo, poi un pianto ed una corsa frenetica per le scale; in meno di un minuto mi sfrecciò accanto una bambina in lacrime con una guancia rosso fiammante, |..io,...quella ero io|.

Allungai la mano per afferrarla, ma la figura si smaterializzo nel nulla. Rimasi bloccata con il braccio allungato verso il punto dove fino a pochi istanti prima stava correndo la bambina, finché una voce non mi chiamò, "Quale dei tanti ti è capitato?", " Mmh?" 'domandai' con faccia perplessa ed ancora confusa, girandomi verso mio fratello, "Quale ricordo".

"La sera prima del mio decimo compleanno" risposi con voce tremolante e le lacrime che minacciavano di uscire, le trattenevo a stento, una o due già mi rigavano il volto, ma quando Ash mi abbracciò non ce l'ho fatta e mi sfogai, piangevo come una cascata, poveretto gli stavo inzuppando la felpa di lacrime e mascara. "Va bene, va tutto bene, se né andato" continuava a ripetermi passandomi la mano su e giù per la schiena.

"Ei ragazzi, vostra madre e vostra zia sono andate a fare la spesa pensavo cheee...Che diavolo è successo ?" il passaggio di tonalità che Theo aveva avuto era stato rapidissimo, mio fratello si limito a farli un cenno col capo indicandogli l'ufficio, senza mollarmi un attimo, "oh" si limitò a dire il biondo, per poi andare a chiudere la porta ed aggiungere, "Però adesso basta!".

"Ma sei scemo!" gli sbraitò contro mio fratello, "Lei sta male e tu le dici di piantarla?", "No, dico solo che... andiamo ragazzi, siamo tornati a casa, in Italia, non ha senso farsi rovinare il fegato per uno stronzo che è chi sa dove...magari è morto e non lo sapremo mai" risi leggermente a quella sua affermazione scherzosa, mi staccai da Ash ed andai ad abbracciare il mio migliore amico per poi esclamare, "Tu sei davvero il mio angelo custode, grazie" e gli schioccai un bacio sulla guancia.

"Adesso basta lacrime e sistemiamo le valige coraggio" aggiunsi staccandomi dal ragazzo, "Agli ordini capo" mi risposero i due in coro facendomi un finto saluto militare. Sistemai tutta la mia roba, anche grazie all'aiuto di Theo, e quando finimmo ci guardammo un istante e dicemmo insieme "Devo dirti una cosa", "Dimmi pure Anna" aggiunse lui sedendosi sul letto, "Si ecco, io mi sono accorta di una cosa e vorrei parlarne" dissi guardandolo, "Dici sul seri" mossi la testa in segno di assenzo, "Oo, menomale" esclamò portando la testa leggermente all'indietro, "Dobbiamo parlare con Ash e capire cosa ha 'visto'" dissi convinta stessimo parlando della stessa cosa, "Aspeettaaaa, frena, spiegati meglio" "Ma si prima nel corridoio mi ha detto 'tu quale ricordo' o una cosa così, vuol dire che anche lui ha ricordato qualcosa di spiacevole, ma lo conosci...", "...non vuole farci preoccupare" concluse il ragazzo per me, facendomi scoppiare a ridere e lui con me.

Prima di uscire dalla stanza mi fermai un attimo e mi girai, "Aspetta ma tu a cosa ti riferivi?", "Anche io a quello, volevo solo essere sicuro" mi rispose ridendo e passandosi una mano nei capelli. Andammo a parlare con mio fratello e scoprimmo che anche lui aveva avuto una specie di 'visione', aveva rivisto la scena del suo undicesimo compleanno in giardino, quando papà stava spintonando la mamma e lui si era messo in mezzo per fermarlo cadendo all'indietro davanti a tutti.

Il resto del tempo lo passammo in camera di Ash a parlare, solo noi tre, come facevamo quando eravamo piccoli, parlammo di quello che ci ricordavano certi oggetti o dei guai che avevamo combinato, finché non mi arrivò un messaggio, anzi una foto, da...
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Bhe non ho molto da dire su questo capitolo, si spiega da solo.

Il Mezzo Lupo  |Jacob Black|Where stories live. Discover now