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Camminammo sulla sabbia, fredda nonostante il sole della giornata appena trascorsa, poi ci fermammo.

Sentii il moro spostarsi alle mie spalle e poco dopo i miei occhi furono liberati dal pezzo di stoffa che fino a poco prima mi impediva di vedere.
"So che non hai un bel rapporto con i picnic, ma mettere un tavolo e delle sedie era un po'..." "È stupendo" dissi solamente, interrompendo la sua spiegazione, e rimanendo incantata a fissare il paesaggio dinanzi a me.

Un'enorme coperta verde era distesa sulla sabbia, circondata da barattoli contenenti delle piccole candele bianche. Fragole, pistacchi, tramezzini ed una torta al cioccolato bianco erano adagiati sulla superficie ruvida della coperta. Lasciai trapelare dalle mie labbra una lieve risata quando notai la bottiglia di sprite nel secchio col ghiaccio al posto della classica bottiglia di champagne, "Beh, nessuno dei due ha ancora l'età per bere" commentò lui una volta aver capito la causa della mia risata.

Jacob mi prese per mano e ci andammo a sedere. Cenammo tra le risate ed i suoi tentativi, carini, di imboccarmi, che purtroppo fallirono perché non riuscivo a stare seria quando lo vedevo avvicinarsi con una fragola tra le mani.

"Ci ho pensato molto sai" se ne uscì tutto d'un tratto mentre guardavamo le stelle, "Come?" chiesi confusa alzando il busto.
"Ho pensato molto a quello che ha detto Edward, in merito a noi due" si spiegò meglio tirandosi su ed incastonando i miei occhi nei suoi per qualche istante, prima di tornare a fissare il cielo.

"Jake, era un commento idiota, non devi darci peso. Non devi per forza chieder..." "No, ha ragione invece" mi stoppò lui.

Poi senza dire nulla si alzò, si diresse verso la macchina, prese qualcosa dallo sportello, se la infilò in tasca e tornò a sedersi al mio fianco. "Che cos'è?" domandai curiosa, "Una cosa" rispose ridendo prima di estrarre una scatolina rossa di velluto.

"So che non ci conosciamo da così tanto, forse Samuele sarebbe un partito migliore" scherzo per smorzare la tensione, penso più la sua che la mia, "Ma sono certo di quello che provo e sono sicuro che quello che sto per fare sia la cosa giusta, perciò... Anna Jones vuoi essere, ufficialmente, la mia ragazza?" Concluse aprendo la scatolina e porgendomela, rivelando davanti ai miei occhi una sottile catenina in argento, con ciondolo un 'diamantino' bianco.

"Un anello sarebbe stato... beh hai capito. E poi tu hai paura di perderli, perciò mi è sembrata un'ottima alternativa" spiegò un po' agitato. Sorrisi stupefatta, non solo mi stava chiedendo di essere la sua ragazza, ma si era anche ricordato una sciocchezza come la mia paura di perdere gli anelli.

Non persi altro tempo e mi fiondai sulle sue labbra, cogliendolo leggermente alla sprovvista, e quindi facendolo cadere di schiena sulla sabbia. "Sì, sì e ancora sì" dissi discostandomi di poco dalle labbra di Jake, che in risposta sorride e tornò a baciarmi con più trasporto.

Sentii picchiettare la sua lingua sulle mie labbra per chiedermi l'accesso, che gli conoscessi senza esitazione. Le nostre lingue si muovevano ed intrecciavano in una danza che solo noi conoscevamo. Le mie mani finirono nei suoi capelli, scompigliandoglieli, mentre le sue vagavano sulla mia schiena fino a raggiungere il bordo della mia gonna. Il suo tocco caldo a contatto con la mia pelle semi fredda mi procurò una scossa che si liberò in un lieve gemito sulle sue labbra.

"Girati" disse lui d'un tratto, "Mmh" mugugnai io, "Girati che ti metto la collana" disse sorridendo e facendomi lievemente arrossire. *Eeee, ti sarebbe piaciuto si riferisse ad altro 😏* |Ma perché pensi sempre male| *Non è colpa mia, io sono te*

Ci sedemmo, estrasse la catenina dalla scatola e me la poggiò sul collo per poi allacciarmela, un po' a fatica data la piccola chiusura. Quando la collana fu ben chiusa, iniziai a rigirarmi la pietrina tra le mani, prima di sentire un caldo bacio scontrarsi con il mio collo.

"Andiamo" disse Jacob alzandosi e porgendomi la mano, "Dove?" chiesi ridendo mentre affermavo la sua mano e mi alzavo a mia volta, "A fare una passeggiata".

Camminammo per dei quarti d'ora prima di decidere di andare a casa di Jacob per vedere un film, o almeno quelli erano i nostri piani.

"Non mi hai ancora risposto. Perché le rose blu?" ribadii durante il viaggio in auto, afferrando il mazzo di fiori ed inspirandone il profumo. "Bhe, rosse sarebbero state scontate, nere mi sembravano da funerale, in quelle bianche si sarebbero viste meglio le imperfezioni se si fossero rovinate e tu non ami il rosa, perciò ho optato per quelle che secondo me ti rappresentavano di più" spiegò lui tutto fiero.

"Lo sapevi che le rose blu simboleggiano la tenacia, il mistero e l'eleganza? Di solito vengono regalate ad una persona che si ammira o di cui si conosce ben poco del carattere o della storia" spiegai io poggiando i fiori sul cruscotto e portandomi una mano alla bocca per coprire uno sbadiglio.

"Allora è perfetta per te. E poi il fioraio non aveva molti altri colori" scherzò Jacob provocandomi una lieve risata.

Ricordo solo di essermi avvicinata a lui, aver appoggiato la testa sulla sua spalla ed aver chiuso gli occhi.

JACOB'S POV

Anna si era appoggiata alla mia spalla e dopo poco era crollata per la stanchezza.
|Cavolo se è adorabile| *E finalmente è la nostra ragazza* |La mia ragazza| *Genio, siamo la stessa persona. Ma perché anche tu hai questo problema* |Che vuoi dire con anche tu?| *Lascia perdere che è meglio. Occupati della principessina*

La presi in braccio e la portai in casa, fino ad adagiarla sul mio letto. Presi dei pantaloncini di cotone ed una maglia, non volevo che stesse scomoda. *Si certo, solo per quello*

Mi ripromisi di non guardare, non sarebbe stato giusto, così feci, pre i primi cinque minuti, poi smisi di usare il cervello e mi voltai. *Idiota*

Il mio volto si colorò di un bel rosso acceso. | Quello è piz..zz..zo?| *Si, ed è abbastanza trasparente* |Già|, *Beh, però devi ammettere che abbiamo una ragazza sexy* |Lo so| *Ei, ma non penserai mica che volesse..?* | Nooo, no, ma se invece...ma che dico|. Scacciai quei pensieri dalla mia mente, le infilai i pantaloncini, ma mi soffermai a guardarla un po' prima di infilarle anche la maglia, non potevo fare a meno di pensare che se avesse messo quell'intimo fosse perché aveva altri piani.

Scacciai nuovamente quei pensieri, o almeno ci provai, prima di uscire, quasi correndo, dalla camera e chiudermi in bagno.

Lo squillo del telefono richiamò la mia attenzione. "Pronto?" "Ei Jake. Come sta?" "Bene. Si è addormentata in macchina, l'ho portata a letto", ridacchiai sotto i baffi al pensiero di come si fosse addormentata in macchina dopo una giornata fuori, come facevano i bambini.

"Domani puoi provare a portarla qui? Le avevamo organizzato una festa, Ash e Theo ci hanno lavoro per due mesi" domandò con tono più sollevato, probabilmente dovuto anche alla mia precedente risposta. "Certo, ci posso provare. Se non vuole venire non la obbligherò Ted, sappilo" aggiunsi perché non si facesse aspettative. "Grazie", "Figurati e buona notte" conclusi prima di chiudere la chiamata.

Tornai in camera e trovai una Anna seduta sul letto intenta a stropicciarsi gli occhi. "Scusa non volevo svegliarti. Ero al telefono con...", "Con Ted,lo so, ho sentito. Hai il volume del telefono un po' alto per essere uno con un udito sovrumano" scherzò lei prima di tornare seria. "Posso darti una risposta domani? Ora vorrei solo dormire", "Certo" risposi tranquillo.

Anna allungò le mani verso il mio collo mugolando come una bambina, risi e mi distesi al suo fianco; prontamente lei si stese con la testa sul mio petto e mi avvolse la vita con le braccia.

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*:"Posso dirlo? Era anche l'ora, dopo 37 capitoli ce l'abbiamo fatta signori"
Me: "Bene, adesso direi che può iniziare il caos no?"
Anna: "In che senso?"
Me: "Beh, mai sentito dire, la quiete prima della tempesta?"
*: "O Gesù"

Il Mezzo Lupo  |Jacob Black|Where stories live. Discover now