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Jacob avvicinò di nuovo Anna al suo corpo, frapponendosi tra le sue gambe, ma pochi secondi più tardi la sollevò di nuovo da quel piano tavola ed allungò le mani sulle sue natiche per tenerla con forza. Lei capì e, senza mai staccare le loro labbra, incrociò le gambe attorno ai fianchi di lui per tenersi mentre Jacob, rapidamente, si avvicinava alla porta del capannone per chiuderla a chiave.

"Potevi lasciarmi qui e andare a chiudere" rise lei mentre veniva trasprta in giro per la stanza; "E staccarmi da te? No grazie" rispose sorridendo il ragazzo prima di tornare a baciarla.

Lui la lasciò adagiare su quello che, successivamente, identificò come un vecchio materasso matrimoniale coperto da un telo; probabilmente il vecchi materasso di cui Billy parlava di sbarazzarsi qualche giorno prima. Lui con il respiro affannato ma troppo preso dalla voglia di rimanerle attaccato per decidere di separarsi dalle sue labbra, e lei, che non smetteva di tenere la mano dietro la nuca di Jacob pur di tenerlo il più possibile incollato a se; per qualche motivo il moro sembrò essere dello stesso pensiero.

●Chi sa perché eh?● *Hai voluto che scopassero, bene ora taci *, ●Gli ormoni hanno davvero un brutto effetto su di te sorella. Mi piace● *Si, si come ti pare. Se non ti dispiace vorrei seguire*

Nessuno dei due voleva smettere di baciarsi, nessuno dei due sembrava intenzionato a voler perdere neanche un istante della loro passione.

Alla fine si costrinsero a separare le loro labbra solo quando Jacob mise di nuovo le mani sul bordo della maglietta che Anna indossava. Questa volta, però, non la abbassò per coprirla come aveva fatto qualche minuto prima: al contrario, quando la ragazza inarcò la schiena verso l'alto, Jake ne approfittò per liberarla da quella maglietta diventata improvvisamente di troppo. "Questa è mia; se permetti me la riprendo" scherzò lui gettando da parte l'indumento.

Quando i suoi occhi si soffermarono, solo pochi secondi, su tutto il suo corpo. E la trovò meravigliosa, forse anche più di quanto ricordava. Si distrasse da quei pensieri solo quando fu lei, invece, ad avanzare le mani verso il bordo della canottiera bianca facendogli intuire che anche lei trovava i vestiti su di lui decisamente di troppo.

Tornò a baciarla non appena rimase a torso nudo, con la stessa intensità con la quale avevano cominciato, portando una mano all'altezza del fianco ancora coperto dai pantaloncini. Rapidamente, come se non avesse mai perso l'abitudine, le dita ddel ragazzo raggiunsero il bottone di metallo per sganciarlo e liberarla finalmente anche da quelli.

Una volta levato quell'impiccio la mano di Jacob torno in alto, a navigare sul suo seno. Al quel tocco,Anna si lasciò scappare un altro gemito soffocato dalle labbra di lui, che ancora non cennavano ad allontanarsi.

Ma poi, quando il moro scese ancora nuovamente giù, con le dita a sfiorarle l'addome piatto, smise di baciarla. E l'espressione che fece, forse tesa e sovraccarica di pensieri, per un attimo fece preoccupare anche lei.
"Jake.... Perché ti sei..."

Lui chiuse gli occhi e la stessa la mano che stava per sfiorarle la pancia la usò per coprirsi la bocca. Ed abbassò ancor di più la testa, quasi come se non volesse farsi vedere da lei. Ma Anna, che non capì quel gesto, cercò di costringerlo di nuovo a guardarla pur di capirci qualcosa. Lo chiamò ancora, ancora, e ancora...
Fin quando lui non alzò finalmente la testa.
Ed allora lo vide, stava piangendo.

"Ehi... Perché stai piangendo?" domandò lei, preoccupata, afferrando il suo viso tra le mani. "Parlami, per favore. Che succede?"

"Stiamo per avere una figlia Anna, una figlia...e se non fossi un buon padre? O se le succedesse qualcosa e io non sapessi come proteggerla?O se...", "Frena, frena..." lo interruppe lei ridendo. "Non si nasce genitori, ci si diventa. Impareremo insieme, magari sbaglieremo, ma sono sicura che non sarà la fine del mondo" lo consolò lei asciugandogli le lacrime dal viso. "E poi sono sicura che sarai un'ottimo padre, ti stai già esercitando prendendoti cura di una deficente come me; una bambina non può fare più casini di me dai" ironizzò infine. Forse avrebbe preferito concludere con un 'E poi non puoi essere un genitore peggiore di me, tu la vuoi questa figlia', ma non era decisamente ne il momento ne il luogo, data la culla alle loro spalle, per parlargli di quell'argomento, così lasciò scivolare la cosa e sorrise, sperando di rassicurarlo, nonstante alcune lacrime avessero iniziato a scorrere pure sul suo viso.

Jacob tornò sulle labbra di Anna solo pochi secondi più tardi. Questa volta fu un bacio più dolce, in cui le loro lacrime salate si mischiarono; quelle di gioia e speranza di lui e quelle di dolore e dubbi di lei. Lasciarono rapidamente che la loro passione si trasformasse in movimenti dolci e puri talmente tanto da far scuotere i loro cuori.

Lasciò che lei si sdraiasse di nuovo sulla schiena, mentre le sue labbra cominciarono a spostarsi sempre più giù lasciando un'umida scia di baci lungo tutto il suo collo. La sentì fremere, sospirando, anche quando scelse di non fermarsi e continuare la sua discesa.

Quella discesa si fermò di nuovo all'altezza dell'addome, li dove Jake si era bloccato pochi minuti prima, ma questa volta non lo fece con nessuna paura. Delicatamente, guardandola dal basso, baciò Anna sulla pancia a lungo. Un po' come a volerle ricordare che lì c'era qualcuno che apparteneva ad entrambi.
E lei, sorridendo e guardandolo, si lasciò scappare un'altra lacrima.

Poi, rapidamente, quella passione in cui si erano immersi pochi minuti prima ritornò.
Ritornò quando Jacob si avventurò a baciare i suoi punti più sensibili, ritornò quando le sue dita giocarono dentro di lei, ritornò quando fu lei a chiedere di più, ritornò quando lui le regalò proprio quel più di cui avevano bisogno entrambi.
E ritornò, infine, quando i loro corpi si unirono una volta per tutte diventando un tutt'uno. Il fuoco si accese dentro di loro, che finalmente poterono viversi in piena serenità quella sensazione così bollente tanto da far sciogliere il ghiaccio che per un po' aveva vissuto in loro.

Era l'amore che provavano, quell'amore tanto ghiacciato quanto infuocato.
Erano loro e basta.
Come se in fondo non si fossero mai lasciati per più di un anno, come se fossero pienamente consapevoli di essersi sempre appartenuti, si fermarono stanchi, stremati, ma felici. Essere venuti, quasi nello stesso momento, chiamando i loro rispettivi nomi fu la migliore sensazione che sentirono negli ultimi giorni. La sensazione di essersi persi, ma di essersi riusciti a ritrovare. Perché in fondo, loro due sapevano quale fosse il posto giusto.

I minuti che passarono successivamente furono silenziosi, riempiti da carezze che i due continuarono a regalarsi. Stretti l'uno all'altra, sotto quel vecchio telo, nudi, mentre lui lasciava scorrere le dita sulla sua schiena e lei se ne stava con la testa poggiata sul suo petto. Ed Anna sentì il cuore di Jacob continuare a battere con un certo ritmo nonostante fossero rimasti in silenzio, nonostante entrambi diedero una prova evidente che dopo l'amplesso meraviglioso a cui si erano concessi era arrivato il momento di lasciarsi sopraffare dai pensieri. Quelli di una famiglia, di una figlia che correva per casa nella testa di lui, e quelli di una vita rovinata a causa sua e la rovina che aveva portato nella sua famiglia per lei; eppure nessuno dei due sapeva realmente a cosa pensasse l'altro e forse in quel momento neanche gli importava.

Entrambi erano ghiaccio, così come entrambi erano fuoco. Entrambi erano due lupi in trappola, ed entrambi erano la chiave che apriva la serratura dell'altro.
Così li avrebbe descritti Jacob, o chiunque altro li vedesse, perchè nessuno sapeva ancora a cosa andavano incontro, nessuno ancora si era reso conto che la serratura che Jacob e la piccola Hayley stavano sbloccando, ne avrebbe portate altre, più complicate e dolorose delle precedenti.

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•: " ironico come Anna dia consigli a Jacob e gli dica di non preoccuparsi quando lei fa gli stessi ragionamenti del cazzo 🙂"
Anna: "è diverso"
•: "come?"
Anna: "beh..."
•: "ohh, taci che fai più bella figura"
*: "comunque mica è colpa sua poverina"
Anna: "è vero"
•: "si su questo ti do ragione, è colpa della scema che scrive"
Me: "ma perché va a finire che è sempre colpa mia?"

Il Mezzo Lupo  |Jacob Black|Where stories live. Discover now