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"Come stai?". Quaranta minuti, erano quaranta minuti che camminavamo nel bosco senza meta e nessuno dei due aveva proferito parola.

"Come stai? È questo tutto quello che vuoi dire dopo più di un anno che non ci vediamo Jacob?" risposi ironica allungando il passo e distanziandomi di qualche metro da lui, "Hai detto che dobbiamo parlare. Ma tu non sembri intenzionata a dire nulla perciò provo a rompere il ghiaccio no?".

|Sul serio? Ora provi ad essere simpatico|, "Sto bene" risposi fredda bloccandomi di botto per poi riprendere il discorso voltandomi verso di lui e cercando il suo sguardo. "Se non parlo è perché non sono io quella che dovrebbe farlo tra i due".

NARRATORE'S POV

Jacob non sembrava intenzionata a dire nulla, o più semplicemente non sapeva che dire. Non aveva sapeva a cosa facesse riferimento la ragazza perché l'unica cosa a cui era riuscito a pensare, e a cui pensava in quel momento, era che lei fosse vive e si trovasse lì, in carne ed ossa, a pochi passi da lui, ma senza poterla abbracciare o dirle quanto l'amasse.

"Come sta la tua ragazza? O amica non so", le parole se acide e spietate centrarono in pieno il petto del lupo che allora capì. "No, non c'è nessuna ragazza. Andrew..." provò a spiegarle.

"Andrew cosa?! Vuoi forse dire che è colpa sua? C'eri tu in quel letto; e non dirmi che non è vero, so cosa ho visto" lo interruppe immediatamente lei iniziando a gridargli contro.

Avrebbe voluto urlarle che non era lui, che non era mai successo nulla del genere, che era tutta colpa di Andrew, ma ogni singolo muscolo del corpo di Jacob si paralizzò quando la castana iniziò a piangere.

"Ogni notte, ogni giorno per i primi mesi non facevo altro che rivivere quella scena. Immaginavo la tua voce, la sua ed io ero lì, impotente, costretta a guardare quella scena". Non mentiva e forse anche per questo quando le lacrime avevano iniziato a rigarle il viso non le aveva soppresse, si era semplicemente limitata a voltarsi dalla parte opposta.

Improvvisamente sentì due braccia circo darle il busto ed il petto di lui batterle contro la schiena. "Ti giuro su mia madre; non c'è stata e non ci sarà mai un'altra ragazza. Quello che hai visto non ero io, ma una delle illusioni di Andrew" le sussurrò dolcemente all'orecchio.

"L'unica cosa di cui voglio scusarmi è il non essere stato in grado di proteggerti. Avrei dovuto capire cosa stava succedendo ed impedire che ti facessero tutto quel male". Ormai anche Jake stava piangendo ed Anna poteva capirlo dalle piccole goccioline calde che le cadevano sul collo.

Fu una reazione istintiva, si voltò e ricambiò il suo abbraccio. Non voleva sapere altro per ora, non voleva prove, per il momento voleva solo restare in quella posizione il più possibile. Qualcosa dentro di lei le diceva che Jacob non stava mentendo, e per quanto il suo istinto si era rivelato poco affidabile in più di un'occasione, sapeva che quella volta non sbagliava; anche se questa volta ne avrebbe cercato la certezza.

"Scusa. Ma se quello che dici è vero; perché non sei più venuto agli allenamenti con Alex?", "Tu mi hai detto che gli allenamenti erano diminuiti e non dovevo più venire".

La faccia della ragazza assunse un'espressione stupita, "E deduco dalla tua faccia che tu non ne sappia nulla. Ok guarda qui".

Jacob estrasse dalla tasca il suo telefono, cercò nelle chat e poi porse l'oggetto alla ragazza. "Io non ho mai scritto nulla di tutto ciò, eppure...", "Eppure quello è il tuo numero di telefono e quelle sono le nostre chat. Deve essere stato tuo padre".

Nel mentre che il moro tirava supposizioni e spiegava Anna aveva continuato a scorrere le chat, fino ad arrivare a quelle più recenti. Centinaia di messaggi di Jacob inviati senza risposta o addirittura senza neanche consegna.

"Hai continuato a scrivermi anche se i messaggi non arrivavano" sussurrò lei continuando a scorrere i messaggi, "Mhh... o sì. Non sapevo che altro fare così ti scrivevo oppure...", "oppure registravi dei messaggi per me sulle cassette" completò la frase per lui.

"Hai visto le casette? Ahhh che.., ora penserai che sono un'idiota" mugugnò lui tirando la testa all'indietro.

La ragazza rise lievemente, afferrò il suo viso con entrambe le mani ed avvicinando il volto di Jacob al suo sussurrò lentamente, scandendo bene ogni sillaba, a pochi centimetri dalle sue labbra. "Un'adorabile...un bellissimo idiota. Il mio idiota".

Accadde, dopo più di un anno di lontananza le loro labbra si scontrarono di nuovo in un dolce e tenero bacio che entrambi sognavano dal momento del loro ultimo addio.

Il bacio si faceva mano a mano più intenso, sempre di più, al punto che Jacob afferrò Anna per le cosce e la sollevò, camminando fino a farla finire con la schiena contro un albero.

"Jacob" ansimò debolmente lei quando il moro scese a baciarle il collo. "Vuoi che mi fermi?", "No. Ma non vorrei che la prima volta fosse in un bosco" ironizzò lei.

Jake la rimise a terra, senza però toglierle le mani dai fianchi, "Casa mia?" domandò lui con un leggero affanno, "Così Billy torna e ci becca, no grazi passo" scherzò facendo ridere entrambi. "Però ho un'altra idea in mente" aggiunse scollandosi da lui e girandosi di spalle.

"Vuoi che ti salga sulla schiena come un bambino?" rise divertito lui, "Lo so, la cosa è ridicola, ma non ho intenzione di trasformarmi e perdere i vestiti e non lo farai neanche tu" puntualizzò. "Ti puoi trasformare?" domandò sorpreso.

"Diciamo che ti sei perso molte cose. Ora andiamo dai", "Non voglio farti male, sono pesante", "Non per me; daiii muoviti" ribadì battendosi un colpetto sulla spalla destra.

"Sicura di farcela?" chiese nuovamente Jacob, visibilmente preoccupato. "Non preoccuparti. Tu tieniti e basta" rispose Anna prima di iniziare a correre.

Fino a quel momento lo aveva visto fare ad Edward, portare in giro Nessie o Bella sulle spalle e sapeva di esserne in grado da quando aveva sbloccato la sua parte vampira, ma non ci aveva mai provato con nessuno. Era una sensazione strana, ancora più strana se contiamo che Jacob non faceva altro che muoversi e chiederle come stesse.

"Tutto bene?" domandò al ragazzo una volta che lo fece scendere. "È stato strano. L'hai mai fatto prima d'ora?", "Correre o portare una persona in spalla?" scherzò lei recuperando la chiave della sua vecchia casa, "Entrambe", "Si e no. Cioè, non ho mai portato una persona in spalla in questo modo, sei il primo. Per quando riguarda il correre in quel modo in generale...quando ero con mio padre mi era permesso farlo, ma entro certi confini, perciò dopo un po' ho smesso di farlo".

Anna decise di dire a Jacob più tardi della Norvegia, degli allenamenti estenuanti e delle sue battute di caccia al sangue animale, ora avevano altro da fare.

Il Mezzo Lupo  |Jacob Black|Where stories live. Discover now