28.

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"Sicura di star bene?" mi domandò Jacob aiutandomi a levare il casco, "Si tranquillo, sto bene" mentii, o almeno ci provai, "Lo sai che grazie all'imprinting sento i tuoi sentimenti vero?" mi ricordò il moro sorridendo per alleggerire la tensione che si stava formando, *Spoiler lupetto, stai peggiorando le cose*.

"Io..." sbuffai rumorosamente chinando la testa verso il basso, "Ehi, ehi, se non vuoi raccontarmelo non sei costretta. Voglio dire un po' mi infastidisce non sapere come farti star meglio, ma posso aspettare...anche per tutta la vita" mi tranquillizzò appoggiandomi una mano sulla spalla e alzandomi la testa con l'altra.

|Ma si può sapere che ho fatto di così buono per meritarmi uno come lui?| pensai poco prima che le parole lasciassero la mia bocca come un sussurro, "Baciami", "Cosa?" chiese confuso, |Ma perché parlo senza pensare? Adesso che cazzo dico?| *Ah non chiedere a me*, per fortuna sono brava ad inventare bugie sul momento. "Hai detto che ti infastidisce non sapere come farmi star meglio, giusto?" fece un cenno di assenzo con la testa, "Bene, te lo sto dicendo io; baciami". Il moro non se lo fece ripetere ancora e si fiondò sulle mie labbra, attirandomi verso il suo petto e stringendomi tra le sue braccia.

"Ooooo" "Uuuuuuu" e fischi provenienti dalla casa alle nostre spalle ci fecero sussultare entrambi. "Avete finito deficienti?" esclamai, discostandomi dal moro, appoggiando le mani sui fianchi ed utilizzando un tono abbastanza incazzato da fargli tacere tutti.

Mi girai verso il ragazzo che stava ridendo alla vista di quella scenetta, *Come biasimarlo*; penso di averlo guardato malissimo. *Pensi? L'hai guardato così male che sembrava volessi ucciderlo* |Ma non esagerare dai| *Non esagerare? Lo avranno sentito deglutire dalla paura persino i brasiliani* |Speriamo non si siano spaventati allora| *Ahahahaha*.

Diedi un ultimo bacio a stampo a Jake, ringraziandolo della bella giornata e scusandomi ancora, per poi entrare in casa.

"Lo hai spinto solo per terra o lo hai preso direttamente a pugni?" fu la prima cosa che Theo mi disse non appena mi chiusi la porta alle spalle. "Come scusa?" chiesi sperando lasciasse perdere, "Non fare la finta tonta, sai perfettamente a cosa mi riferisco", "Come lo sai?". Iniziai così, purtroppo, quello che sapevo essere un discorso che avevo seppellito da tempo...e che mi ero ripromessa di far rimanere tale.

"Ho notato che Jacob aveva i gomiti ancora rossi, se li deve essere sbucciati cadendo, e poi quando vi siete baciati sembrava avesse paura anche solo di guardati. Devi averlo traumatizzato", "Non me ne ero accorta" commentai, maledicendomi mentalmente per non aver neanche controllato se si fosse fatto male o meno.

Abbassai lo sguardo verso il basso, i capelli iniziarono a scivolare in avanti coprendomi il volto, "Non volevo davvero...Era tutto così reale...Non ce l'ho fatta" dissi, mentre delle lacrime, dovute a quel solo pensiero, mi scorrevano sul volto, gelide e piene di terrore...come i ricordi che vagavano per la mia mente.

"Ok, uno di voi due vuole spiegare anche a noi comuni mortali di cosa state parlando?" domandò Ethan interrompendo quel logorante silenzio; Ted che doveva aver intuito scosse la testa e gli fece cenno di tacere, "27 febbraio" aggiunse mio fratello quasi in un sussurro.

Tutti tacquero immediatamente, un silenzio glaciale calò nella stanza. "Stava andando tutto bene, ci siamo baciati e poi..." iniziai a singhiozzare, "...non ce la facevo, vedevo i suoi occhi, le sue mani su di me...io..." non finii la frase che scoppiai a piangere e le braccia di mio fratello mi circondano, stringendomi in un abbraccio, quasi paterno.

"E' tutto ok, è passato...sh, sh... lui non è qui" continuava a ripetermi cercando di farmi calmare. "Non volevo fargli del male...non volevo", "Lo sappiamo", "Non è colpa tua" mi rassicurarono Samu e Ted.

"Prima o poi dovrò parlarne con Jacob vero?" chiesi discostandomi leggermente dal petto di Ash e guardando Theo, "Si, dovrai dirglielo...mi dispiace" aggiunse il biondo, consapevole che quella risposta non avrebbe migliorato la situazione, ma cosciente quanto me che mentirmi in una situazione come quella non avrebbe fatto altro che incasinare ancora di più le cose.

"Che ne dici se facessimo una cioccolata calda e ci raccontassi com'è andato l'appuntamento prima di...beh...dare di matto?", "Sempre delicato Samuele" commentò Alessandro alla domanda del castano. Risi a quel loro battibecco, attirando l'attenzione di tutti, "La cioccolata mi andrebbe volentieri a dire il vero".

Una volta aver finito di raccontare, e prendere a cuscinate i ragazzi, salii in camera con la scusa di voler riposare, volevo solo stare da sola e riordinare i pensieri. "Pensavo di essere l'unico a farti ridere in queste situazioni" affermò Theo entrando nella mia stanza mentre sistemavo dei libri.

"A quanto pare ti sbagliavi, angelo custode", "Già angelo custode" disse il biondo sbuffando, mentre si portava le mani nei capelli. Posai i libri e mi diressi verso di lui, non ero l'unica a stare male, "Ne abbiamo già parlato, non è stata colpa tua", "Ma avrei potuto essere lì, avrei dovuto impedire che quel bastardo..." iniziò a dire arrabbiato, ma non lo era con me, sembrava più essere arrabbiato...con se stesso.

"E lo hai fatto, non mi ha fatto niente" provai a calmarlo, "Ma era tardi comunque" disse infine sconsolato buttandosi a sedere sul letto con le mani stretti in due pugni sulle ginocchia. Mi posizionai davanti a lui in ginocchio, misi le mie mani sulle sue e con voce calma e dolce, cercando di farla tremare il meno possibile, gli dissi, "Non importa, ei, guardami...guardami" dissi girandogli la faccia in modo che mi guardasse in viso, "Non è stata colpa tua" aggiunsi con decisione. Io sapevo che lui non aveva colpa, ora però doveva capirlo lui.

Il biondo mi sorrise e ci abbracciammo, quando ci staccammo mi sedetti accanto a lui e domandai, "Domani puoi accompagnarmi da Jacob?", "Sicura? Non devi dirglielo ora se non te la senti, puoi sempre aspe..." cercò di dirmi, capendo quello che avevo intenzione di fare. "No, non ho ben capito cosa ci sia tra me e Jacob da dopo quel bacio" *I baci vorrai dire*|Taci pignola|.

"Ma qualsiasi cosa sia non voglio mentirgli, non ancora prima che questa cosa, qualsiasi cosa sia, inizi. Poi ha il diritto di saperlo e sappiamo entrambi che più aspetto più mi auto-convincerò che non devo dirglielo". "Sai, quel ragazzo deve essere davvero importante" commentò Theo, "Lo è", quelle parole uscirono spontanee, quasi in un sussurro, ma erano vere.

Theo se ne andò lasciandomi finalmente sola con i miei pensieri. *A parte gli scherzi, sei sicura di volerlo fare?* |Si, aprirò quello scrigno, uno dei tanti| *Però sei sicura di voler iniziare con il vaso di Pandora? Voglio dire, puoi iniziare con qualcosa di meno impor...*| Ne sono sicura. Basta scappare, è il momento di fidarsi di qualcuno. E poi se devo dirgli un segreto, meglio iniziare con quello più disastroso. Credo...|

Non avevo idea di cosa sarebbe successo, ma una cosa era certa, avrei fatto capire al mio cervello che Jacob non era lui...Jake non era Andrew.

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Non ho molto da dirvi se non che spero che la storia vi stia piacendo è che nel prossimo capitolo capirete tutto su questa situazione e su questo Andrew.

Il Mezzo Lupo  |Jacob Black|Where stories live. Discover now