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Avevo passato il resto della notte a piangere. Un po' a causa degli ormoni incontrollabili e un po' a causa di quello che ero venuta a conoscenza il giorno prima. E meno male che mi lamentavo del fatto che non succedesse niente di interessante lì dentro.

Comunque, il mattino dopo, decisi che dovevo parlarne con Bradley. In fondo lui aveva detto che era lì per aiutarmi, e per qualsiasi domanda dovevo andare da lui.

Così, mi alzai, o meglio mi trascinai fuori dal letto, e andai in bagno. Mi lavai, mi vestii e decisi che truccarmi non mi avrebbe fatto male. Mi coprii le occhiaie scure e profonde che contornavano i miei occhi e misi del mascara.

Tenendo una mano sulla mia pancia, camminai per tutto il percorso, che ora sapevo a memoria, fino ad arrivare all'ufficio di Bradley. Tenevo il foglio nascosto sotto la maglia, non sapevo se glielo avrei ridato o se lo avrei semplicemente messo a posto proprio come lo avevo preso il giorno prima, di nascosto.

-Bradley. - entrai e lui mi accolse felice.
-Tris, come stai?
-Bene, credo.
-Hai saputo il sesso del bambino?

Non riuscivo proprio a capire come mai si preoccupasse tanto per la mia bambina, neanche fosse lui il padre!

-Si, è una bambina! - non potei non sorridere.
-Quando nascerà allora attaccherei un fiocco rosa! - come vide però che la mia espressione era rimasta fredda, si affrettò ad aggiungere - Scherzavo.
-Si... Ecco, c'è una cosa che volevo chiederti...
-Ho saputo che ieri sera sei venuta qui a cercarmi. - mi interruppe.
-Si.
-E poi ho trovato questo per terra, quindi credo di sapere cosa abbia fatto qui dentro.

Alzò un foglio e lo riconobbi subito: era uno di quelli che erano nel fascicolo di Jason, che avevo letto di sfuggita. E come una stupida non lo avevo rimesso al suo posto. Non mi ero proprio accorta che fosse caduto.

E in qualche modo approfittai della situazione per cacciare il foglio che avevo preso la sera prima e glielo restituii, poggiandolo sulla scrivania.

-Ero venuta per ridartelo - ammisi - e avevo intenzione di dirti tutto.
-Spero almeno che tu abbia scoperto ciò che volevi.

Prese i due fogli e si alzò per andare verso il suo archivio e lo vidi rimetterli al loro posto. Non sembrava arrabbiato, era tranquillo. Ed era proprio questo a preoccuparmi. La cosiddetta calma prima della tempesta.

-Immagino che tu sappia già tutto, quindi... I miei genitori avevano a che fare con Jason? - Bradley si lasciò scappare una piccola risata.
-Sappiamo entrambi che non era solo una questione di, come dire, avere a che fare.
-Quindi è vero... - dissi più rivolta a me stessa - E ciò vuol dire che Jason è mio zio. E perché mi vuole morta, allora?
-Perché, tu sei la causa per cui lui è rimasto da solo. Gli hai portato via il suo migliore amico e la sua sorella maggiore, che considerava una madre, dato che era l'unica rimasta della sua famiglia.
-Quindi hanno finto la loro morte perché lei era incinta di me. - era proprio come avevo pensato io - E ora sa che sono incinta, non è vero?
-Molto probabile. Diciamo che gli hai appena regalato un jolly per il suo scopo.

Annuii in risposta e mi appoggiai allo schienale. Non mi ero resa conto di essere così tesa.

-Bradley, io devo andare a Boston.
-Non se ne parla.
-Bradley, Justin è in pericolo.
-È il suo lavoro. Lui è sempre in pericolo.

In effetti aveva ragione, non potevo replicare. Solo che questa volta era diverso. Justin non sapeva niente, e Jason avrebbe potuto attaccare a suo piacimento. E se lui non fosse stato pronto, la colpa della sua morte sarebbe stata solo mia. Rabbrividii al pensiero.

-Bradley, io devo tornare. Inoltre non si era detto che dovessi stare qui per sempre, quindi lasciami andare.
-Non posso, Tris.
-Non mi importa, io devo tornare! - mi misi in piedi e alzai il tono di voce.
-Tu non vai da nessuna parte, Beatrice!

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