Capitolo 45

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POV PEETA
Ci siamo addormentati vicini ed io sono l'unico sveglio.
Prim dorme profondamente come la madre.
Katniss dorme come un angelo e non ho intenzione di svegliarla.
Mi domando tante cose, ma le mie domande principali sono: mi ama? Perché stava così male?
Deve amarmi.
Se non lo facesse preferirei morire quì, in questo momento, con lei tra le mie braccia.
Solo l'idea di lei con un altra persona al suo fianco suscita in me rabbia, gelosia e sopratutto tristezza.
A volte credo di non dimostrarglielo abbastanza.
Forse dopo questa notte avrà capito che faccio sul serio e non riesco ad immaginarmi un giorno vicino ad una donna che non sia lei.
Quando controllo l'orologio noto con dispiacere che è l'ora della colazione e se non ci muoviamo finiremo per non mangiare.
-Katniss- sussurro -buongiorno-
Lei apre lentamente gli occhi e abbozza un sorriso.
Si gira su un fianco e nel vedere la madre e la sorella si colora di rosso.
Ridacchio. -Tranquilla, ho pensato a tutto io-
Mi bacia furtivamente prima di alzarsi e svegliare Mary e Prim.
Camminiamo negli ormai soliti noiosi corridoi verso la mensa e mi è impossibile non notare Katniss, è scossa, preoccupata e troppo frettolosa.
Deve essere colpa mia.
Forse non era pronta e avrei dovuto aspettare che fosse lei a dirmi di fare quel passo.
Forse aspettava il matrimonio.
Le stringo la mano e mi rivolge un occhiata, supplicante.
-Devi dirti alcune cose- sussurro al suo orecchio per non preoccupare le altre.
Ella scuote velocemente la testa e lascia la mia mano.
Sbuffo prima di avanzare il passo per raggiungerla.
La fermo in modo da far allontanare la sorella è la madre e poi affermo -È colpa di Haymitch!-
-No!- difende subito lei.
Abbasso un pó il tono di voce in seguito all'occhiataccia di una guardia.
-Allora parlami, dimmi cosa non va...- poggio una mano sulla mia fronte -ho sbagliato, vero?-
Lei mi guarda confusa -Cosa avresti potuto sbagliare?-
-Avrei dovuto aspettare, non lo volevi, giusto? Non eri pronta, ed io ti ho preso qualcosa che non potró mai restituirti!- dico disperato.
Lei sorride facendomi davvero sprofondare, poi scuote la testa -Peeta-
-Si?- la incito.
-Tu non hai sbagliato in nulla, lo volevo quasi quanto te, e per me questa notte non sarà mai un errore, non mi pentiró mai di averti amato-
Mi rassicuro un pó e quando si mette sulle punte per baciarmi mi rassicuro completamente.
Ma subito un altro dubbio mi sorge -Perchè allora stai così?-
-Non è nulla- taglia corto.
-Katniss- la richiamo
-Te lo diró- farfuglia -ma non ora, okay?-
-No! Non è okay ed io voglio sapere perchè stai così? Sei inquieta!-
Lei stringe le labbra in una linea sottile poi dice -Invece di chiedermi il motivo per cui sto male, ti prego, abbracciami, stringimi, baciami, ora che possiamo-
Io lo faccio ma sono preoccupato.
"Ora che possiamo".
Cosa intende?

IL RIBELLE (sequel to "IL RAGAZZO DEL PANE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora