Capitolo 36

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Haymitch Abernathy è la persona più scortese che esiste al mondo, sopratutto se gli è vietato bere alcolici.
Dalton non sbagliava dicendo che tutti lo conoscono.
Se lo vedi, non lo dimentichi più.
Infondo come si puó dimenticare il vincitore dei 50esimi Hunger Games, che ha combattuto contro ben 47 tributi a soli 14 anni?E che è diventato un alcolizzato?
Haymitch è una persona orrenda.
E non lo dico perchè è quello che si dice in giro. Lo dico per quello che è successo meno di mezz'ora fà.
Dalton ha portato me e Peeta nell'ospedale, e quando ci ha fatto entrare in una stanza contrassegnata dalla targhetta "HA 1287" abbiamo trovato quell'uomo nel massimo della sua irritabilità.
Non siamo neanche entrati che ci ha cacciati.
Ovviamente io mi sono opposta e ho camminato fino ai piedi del letto su cui era steso.
Haymitch ha riso con gusto prima di alitare -Come ti chiami, dolcezza?-
Inutile dire che gli ho riservato un'occhiataccia, prima di dirgli il mio nome.
Ha chiesto anche di Peeta.
-Dalton, perchè mi hai portato questi due marmocchi?- ha chiesto scocciato.
-Sono del 12-
-Allora è meglio che ve ne tornate lì, quì non c'è nessuno come voi, nessuno vuole dei bambini sporchi di carbone-
Non ho lasciato nemmeno che continuasse e me ne sono andata trascinando con me anche Peeta.

Ora sono in ascensore verso l'ospedale.
-Che ti é preso?- mi chiede Peeta.
-Che mi è preso?! Stai scherzando? Quell'uomo é il ritratto della sgarbatezza!- quasi urlo.
-Okay ma ora dove stiamo andando?- chiede scocciato.
-Ce ne stiamo tornando al distretto 12-
Peeta sembra disapprovare ma resta in silenzio.
La porta si apre in un corridoio e quando chiedo ad una guardia di Marcus Powell lui mi dice "Quarta porta a destra"
Busso alla porta. -Sono Kat-
-Entra- dice qualcuno dall'interno.
Marcus è steso e ha un colorito non molto sano, seduti ai lati del letto ci sono tutti e in piedi che parla con Jones in un angolino... Alma Coin.
Come se mi avesse sentito pensare a lei, la Coin si gira a guardarmi.
-Katniss Everdeen, ti stavamo cercando- dice, come se Peeta fosse trasparente.
-Siamo andati a fare visita ad una persona- dico raggiungendo Marcus.
-Ovvero?- chiede Alma.
-Haymitch Abernathy- risponde al posto mio Peeta.
La Coin ride. -Siete quì da nemmeno ventiquattro ore e avete giá infranto regole e siete andati a visitare una persona mentalmente instabile- ci fa notare.
-Ci disp...- inizia a dire Peeta ma io lo interrompo.
-Oh non si preoccupi, togliamo il disturbo adesso, ero sul punto di andarmene-
-Come volete- dice la Coin, poco convinta. Come se noi le servissimo, come se si fosse affezionata.
-Marcus tu credi di poter..?- chiedo.
Marcus scuote la testa. -Katniss, mi fà molto male-
-Puó restare, chi vuole puó restare- dice Alma.
-Va bene!- sbuffo. -Chi resta con Marcus e chi torna al 12?-
Mia madre si alza -Devo andare da Prim- dice, annuisco.
Anche Watson si alza, e Jones ci raggiunge.
Steve si alza.
-Annabeth e Jhon rimanete solo
voi?- chiedo.
Anna fà spallucce.
-Resto anche io- si offre Peeta.
-Peeta- lo supplico.
-Amore non preoccuparti, si rimetterà presto-
Guardo Marcus con le lacrime agli occhi. -Peeta non devi per forza, ci sono Jhon e Annabeth quì con me- dice Marcus.
-È meglio se rimango anche io- proferisce Peeta.
-Va bene amore... c-ci vediamo... presto?- mi arrendo.
-Prestissimo- dice lui prima di abbracciarmi e di darmi un piccolo bacio.
Guardo Alma Coin -Lei ha ancora qualcosa di mio- le ricordo.
-Seguitemi- dice andando verso l'ascensore.
(..)
L'armeria è freddissima.
Congelata.
Watson, Jones, Steve e mia madre si guardano attorno, spalancando gli occhi quando incontrano bombe nucleari e armi potentissime.
-Katniss- dice Alma Coin puntando verso un muro.
Mi giro e noto subito il mio arco di legno, con affianco copie perfette, ma di un metallo lucido.
Mi avvicino con passo pesante.
-Avete copiato il mio arco- ringhio.
-No Katniss, è una riproduzione più potente e con meno possibilitá di rompersi-
-E quindi?- incrocio le braccia al petto.
-E quindi grazie, ma sarà difficile trovare qualcuno che sappia usarlo come te-
-Okay...- dico accarezzando la superficie fredda e liscia del metallo di uno degli archi.
-Ti va di provarlo?-chiede alla mie spalle la Coin.
Sorrido. Sapendo che non puó vedermi.
-Uh... va beh- ne prendo uno con la faretra piena di frecce nuove anche loro di metallo
e mi affretto verso i bersagli in movimento.
Guardo con attenzione il pannello vicino la piattaforma e schiaccio il pulsante giallo con sopra una targhetta dove c'è scritto "Ferma bersagli"
Pensavo che l'arco sarebbe stato più pesante essendo di metallo ma invece no, è leggerissimo, forse più dell'originale.
Lo alzo e lo punto al centro del bersaglio.
Lancio la freccia in direzione del petto ma colpisce la spalla.
Non perdo coraggio e ne lancio un'altra che colpisce il centro, poi un'alta, e altre ancora, tutte colpiscono il centro dei bersagli.
Delusa dalla mia prestazione mi soffermo di nuovo sul pannello e noto tre pulsanti uno verde, uno arancione e uno rosso sotto una targhetta con su scritto velocità bersagli.
Faccio per premere il pulsante arancione, poi mi ricordo dello sguardo meravigliato e ricco di ammirazione della Coin e premo il pulsante rosso.
Mi giro verso i bersagli, quasi non li vedo talmente che vanno veloci.
-Katniss è impossibile- dice mia madre.
Sono arrabbiata.
Non ha fiducia in me?
Alzo l'arco e incocco la freccia.
Prendo un profondo respiro e lascio andare la corda.
Un bersaglio si ferma, con una freccia al centro del petto.
È come se l'armeria stesse trattenendo un respiro e l'unico suono che sento è il battito del mio cuore.
Ne lancio un'altra che colpisce il centro della testa, un'altra al petto, un'altra all'altezza dello stomaco e altre al petto. Sto per tirarne altre ma la faretra è vuota.
Mi giro verso il mio pubblico che mi guarda come se fossi un alieno.
Scendo lentamente dalla dalla pedana e raggiungo mia madre che mi abbraccia fortissimo.
-Sei bravissima, tuo padre sarebbe fierissimo di te- mi sussurra all'orecchio.
Le sorrido.
Faccio per andare a posare l'arco quando la mano di Alma Coin si poggia sulla mia spalla.
Mi porge un'altra faretra colma di frecce.
La guardo con sguardo interrogativo.
-Tienilo- dice.
-Cosa?-
-Voglio che lo tieni tu-
-Va bene, grazie- accetto.
Prima di entrare in ascensore, Alma Coin mi ferma nuovamente.
-Katniss- mi chiama.
-Si?- chiedo.
-Qualunque cosa, in qualunque momento, il mio distretto sarà felice di ospitarti o magari di farti diventare una nostra cittadina, soldato Everdeen, che te ne pare?-
-Che me ne pare? Tornerei solo in occasioni di vita o di morte quì-
-Oh- sospira la Coin.
Faccio per andarmene ma mi ricordo di una cosa.
-Ah presidente-
-Katniss?-
-Date un pó di alcool ad Haymitch-
(..)
Quando esco la prima cosa che faccio è guardare verso l'alto ed è indescrivibile incontrare un cielo azzurro invece che un soffitto.
L'aria, nonostante puzzi di bruciato, sembra aprirmi i polmoni.
Camminiamo a passi decisi verso il muro.
L'assenza di Peeta la sento, e anche troppo.
La guardia ci apre il piccolo varco nel muro, gli sorrido per ringraziarlo quando lo riconosco.
-Ross- dico.
Lui annuisce.
-Addio?- chiedo.
-Speriamo di no- dice.
Faccio passare Steve, Jones, Watson e mia madre.
Prima di passare anche io mi guardo attorno.
Guardo quello che è rimasto del vecchio distretto 13 e mi ricordo i corridoi di quello nuovo.
Immagino Peeta.
E gli archi.
Questo posto ha ancora una parte di me.
E odio essere consapevole del fatto che prima o poi dovró tornarci.
Prima o poi.
O magari mai.

IL RIBELLE (sequel to "IL RAGAZZO DEL PANE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora