CAPITOLO26

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Peeta cammina al mio fianco e tiene stretta la mia mano nella sua mentre camminiamo tra i boschi. Vedere tutte queste persone nei boschi mi fà stare male, erano una cosa mia e di mio padre, che condividevo gelosamente al massimo con Gale, e in seguito con Peeta.

Mi sento violata, in un certo senso.

Sono ormai tre ore che camminiamo, non troppe essendo che abbiamo perso circa un'ora alla barriera. Per convincere Peeta a sorpassarla, la prima volta, ci misi 10 minuti, immaginate con 8 persone. È un viaggio molto silenzioso, interrotto da avvenimenti come quello di Steve che si è spaventato quando gli si è piazzato avanti un cervo di circa 100 kg.

-Katniss, che ne dici di una pausa?- chiede Jones. Annuisco.

Tutti si accasciano a peso morto sul terreno. -Dai, siete già stanchi?- li derido. Alcune paia di occhi mi lanciano uno sguardo fulminante. -Credo di sì- auto-commento.

Mentre si riprendono io noto un cespuglio di more a pochi metri. Mi alzo e ne raccolgo due pugni, poi li riporto da loro.

Prendo una mora tra le mani e la lancio. -Ex sindaco, al volo!- esclamo. Jones apre la bocca e la mora gli atterra sulla lingua. -Buona?- chiedo.

-Mmh- risponde lui annuendo.

Ne do una manciata a Peeta e ne lancio qualcuna al resto del gruppo.

-Non capisco come fai, Katniss...- proferisce Steve. -Quel cervo... oddio- trasalisce al solo ricordo.

Sogghigno. -Sono innocui, capo-miniera-

-Bello e grosso, ed ha paura di un cervo- commenta Annabeth ricevendo un'occhiataccia da Steve.

-Oh ma sta zitta, biondina- si difende Steve.

-Katniss, possiamo parlare?- mi chiede Watson interrompendo la discussione. Annuisco.

(..)

-Jones ha ricevuto una lettera misteriosa, ieri sera- mi spiega Oliver Watson.

-Una lettera misteriosa? Che c'era scritto?- chiedo curiosa.

Watson alza le spalle. -Non lo so, non me l'ha fatta leggere e subito dopo l'ha frammentata nel trita carte del suo studio-

-Ah... Oliver, non capisco cosa posso centrare io in questa storia. Potrebbe essere una lettera di un parente o del sindaco di un'altro distretto- farfuglio.

Lui scuote la testa. -Katniss, se c'è una cosa di cui sono sicuro in questa vita è che quella era una lettera con il timbro di Capitol City- si ferma e prende un profondo respiro -firmata dal presidente Snow, in persona- conclude lui.

(..)

-Quindi mi stai dicendo che il presidente Snow, ha mandato una lettera a Jones?- chiedo con gli occhi spalancati.

Watson annuisce. -Avresti dovuto vedere la faccia di Jones quando ha letto il contenuto della lettera, è sbiancato e mi ha detto Elle che non ha chiuso occhio per tutta la notte- gesticola lui.

Queste nuove informazioni mi inondano il cervello e tantissime domande fioriscono nella mia mente.

-Ora vado a chiedergli cosa c'era scritto- dico. Faccio per andare da Jones ma Oliver mi blocca, prendendomi per l'avambraccio.

-Cosa c'è?- chiedo confusa.

-Non ti dirà nulla, al massimo una bugia. Poi ti chiederà chi ti ha detto della lettera e io non voglio che lui sappia che te l'ho detto- mi allerta lui. Sospiro e mi scanso dalla sua presa.

-D'accordo- concludo.

(..)

Ora che sono di nuovo seduta sul terreno noto l'espressione irrequieta di Jones. Sembra tormentato ed è molto pensieroso.

-Qualcosa non va, Jones?- lo provoco.

Lui scuote la testa come per scacciare via un pensiero. -Và tutto bene Everdeen-

-Ti vedo pensieroso- continuo.

-Mi stavo solo chiedendo se questa è la direzione giusta per il distretto 13- farfuglia lui.

-Oh, ci lavoriamo da tantissimo ormai, i documenti sono giusti e l'orientamento di Katniss è meglio di qualunque apparecchiatura capitolina- commenta Jay Bennet. Gli rivolgo un timido sorriso, a cui lui risponde con un occhiolino.

-Si, hai ragione Bennet- approva Jones, poco convinto.

Sono sicura che stesse pensando al contenuto della lettera. Inizio a fantasticare su cosa possa esserci scritto quando sento un ronzio in lontananza. Mi alzo e invito gli altri a fare lo stesso. Man mano il ronzio è sempre più forte fino a quando non si alza un vento impetuoso dal bosco. -Hovercraft! Al riparo! Nascondetevi!- urlo.

La squadra non ci pensa una seconda volta che si lancia verso i cespugli. Dopo poco l'hovercraft ci ha superati e usciamo allo scoperto.

Ho il cuore in gola.

-Cosa diavolo ci fà un hovercraft quì al distretto?!- borbotta un Jhon arrabbiato intento a scrollarsi il terreno dai pantaloni.

-Non ne ho idea, niente di buono. Immagino- esclamo scrutando Jones.

IL RIBELLE (sequel to "IL RAGAZZO DEL PANE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora