Capitolo 30

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-Te lo scordi- dice lui.

-Peeta, voglio innescare io la dinamite-

-No! Non te lo permetto, e poi io conosco meglio quella roba!-

-Peeta, no!-

D'un tratto dall'unica porta sigillata del muro di cemento esce una squadra di soldati tutti insieme, concentrati. Prendo l'arco, incocco la freccia e lancio,colpisco la spalla di uno dei soldati. I soldati che sono vestiti con un'armatura nera corazzata, buttano a terra tutta le armi e alzano le braccia in aria in segno di arresa. guardo la mia squadra confusa, non riuscendo a capire il perché di questo gesto prima che uno dei soldati, di pelle scura, parla.

-Io sono Boggs, siamo in pace-

Sogghigno. -I soldati capitolini non sono mai in pace-

Boggs ride. -E chi ti ha mai detto che siamo soldati capitolini?-

Mi mordo l'interno della guancia e dó uno sguardo alla mia squadra che è terrorizzata.

-Allora cosa diavolo siete?- chiedo.

-Te lo diremo volentieri dopo che ci dirai chi siete, cosa volete, che ci fate quì e come ci siete arrivati-

-Storia lunga- taglia corto Peeta.

-Allora ne parleremo con il capo- ride Boggs.

Uno degli altri soldati si toglie il casco e una ragazza dalla pelle chiara e i capelli biondi, rasati da un lato inizia a ridere. -Poveri loro- dice.

-Chiudi il becco, Cressida- la ammonisce Boggs. -Parlando del capo mi sono ricordato, chi è che vi comanda?-

-Nessuno- diciamo tutti all'unisono. Tutti. Watson, Annabeth, Marcus. Tutti.

Boggs sorride e ci guida oltre il muro.

Shock, è la prima cosa che mi viene in mente.

Mi cedono le ginocchia quando riconosco ció che ho davanti: i detriti sul terreno grigiastro, pali della luce caduti, puzza di bruciato. Io questo posto l'ho sognato. Trasalisco quando ricordo quella voce proveniente dal basso che mi implorava di aiutarlo.

-Kat, qualcosa non va?- mi chiede Jhon.

-Va tutto bene... Quindi, Boggs, questo sarebbe il distretto 13?-

-Esatto, siete sorpresi?- ci schernisce.

Annabeth ride. -Questo non è il distretto 13-

Uno dei soldati la squadra -Come scusa?-

-Pollux lasciala stare, sono confusi. Comunque biondina, sì, questo è il distretto 13-

-No- dice Annabeth -Il distretto 13 è diverso, l'ho visto in TV-

Boggs ride. -Dannata Capitol City, non avete mai notato che il filmato che passa alla TV è sempre lo stesso?- chiede Boggs mentre camminiamo.

Nessuno risponde.

-Ecco, perchè quel filmato è vecchio di tantissimi anni e nel frattempo il distretto 13, si è... come posso dire...evoluto?-

-Boggs, non capisco- ammetto -Nei filmati che passano alla TV ci sono gli intervistatori, nel paesaggio-

-Oh ma davvero non ci siete arrivati?- sbuffa Boggs.

-Sovrappongono l'immagine del presentatore sul filmato vecchio...- mormora Bennet alle mie spalle.

-Esatto!- esclama Boggs.

-Esattamente così- condivide Pollux.

-Ma Capitol City sà che nel frattempo il distretto 13 si è "evoluto"?- chiede Peeta.

Boggs si ferma davanti ad un piccolo capanno di muratura, non più di 10 metri quadrati.

Preme un pulsante e una voce elettronica dice "PASSWORD".

Boggs si guarda indietro, verso di noi, e ci osserva come per sapere se fidarsi di noi o meno, poi sorride.

-Ghiandaia Imitatrice- sussurra.

La porta si apre.

(..)

La stanza è vuota, con le pareti pitturate da un grigio scuro e le mattonelle di un nero lucido, l'unica cosa che si vede è un enorme porta tagliata in due con vicino un'altro altoparlante.

-Alma Coin- dice Boggs.

Quella porta, che riconosco come un'ascensore si apre e tutti seguiamo Boggs, tranne la sua squadra che resta fuori.

Mi osservo nell'immagina riflessa allo specchio/parete dell'ascensore. Sembro forte con il mio arco e la faretra piena di frecce, la tuta nera e la mia solita treccia su una spalla.

Nell'ascensore regna il silenzio e un miliardo di domande mi vengono in testa. Sono talmente confusa.

Poi Boggs risponde alla domanda di Peeta.

-La capitale sà della nostra esistenza... ma non delle nostre intenzioni-

IL RIBELLE (sequel to "IL RAGAZZO DEL PANE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora