CAPITOLO14

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POV JAY BENNET

Busso leggermente alla porta di Katniss.

-Avanti- dice lei dall'interno.

È seduta sul bordo del letto e si specchia mentre fa la sua solita treccia.

La guardo all'opera.

Quando finisce mi raggiunge e mi dá un leggero abbraccio.

È esausta, ha le occhiaie e gli occhi gonfi. Sono sicuro che avrá passato una notte insonne pensando a Peeta. Nessuna notizia di lui. É scomparso da una settimana, ormai.

Scendiamo le scale e andiamo direttamente alla casa del sindaco.

Ormai nominata dalle feccie, "il Blocco", dato che ogni volta che ci entri ci rimani bloccato dentro almeno per un ora, ed é la cruda veritá.

Varchiamo la soglia e subito sentiamo le voci di una discussione in salotto.

Quando Katniss entra nella stanza tutti si voltano a guardarla e smettono di parlare. Si va a sedere su una sedia vuota nel cerchio ed io la imito.

-Bentornata, Everdeen- la saluta Jones.

Ormai si arrabbia con chiunque lo chiama "sindaco" o "signor sindaco", lui ormai é solo Jones.

Katniss lo guarda fisso negli occhi senza dire mezza parola.

Tossisco. -Di cosa si stava discutendo?-

-Della ribellione, abbiamo deciso che non possiamo fare una rivolta nel distretto, finiremo per ferire chi non partecipa alla ribellione e distruggeremo le nostre case-

-Quindi?-

-Stavamo decidendo dove poter rifugiarci- dice Steve.

-Quali sono le opzioni?-

-La capitale era un'op..

-Ancora? Abbiamo detto che non possiamo fare una rivolta contro la capitale, nella capitale! Dobbiamo giocare in casa! O almeno in un luogo neutrale- irrompe Steve.

-Francamente, concordo con Steve- dico.

-Un luogo neutrale- dice Katniss con la voce roca.

-Bene, okay- dice il vice-sindaco, Watson.

-Un luogo neutrale?! Okay! Ma quale?- sbuffa Jones.

Silenzio. Poi un voce roca e stanca vola nell'aria.

-Un distretto- dice Katniss.

Steve scoppia a ridere, io mi limito a guardare scioccato Katniss che sembra seria e Jones scuote la testa.

-Vogliamo distruggere un distretto?!- chiede Jones.

-Tu sei pazza, hai idea di quanti innocenti morirebbero?- urla Watson.

-Katniss...- sussurro.

-Intendevo...- tossisce. -Un ex-distretto-.

Silenzo.

-Il 13?!- irrompe Watson.

Kat annuisce.

Pian piano tutti concordano.

-Kat, ti ricordo che il distretto 13 forniva materiali nucleari. Dopo i bombardamenti il territorio e l'aria del distretto saranno nocivi al massimo e finiremo per prendere un tumore polmonare al primo respiro!- irrompo.

-Costruiamo dell'equipaggiamento, no? Delle mascherine e cose del genere- sbuffa lei.

-Katniss sei un genio- dice Jones.

Sto per contraddirlo dicendo che é un piano suicida, ma mi arrendo e mi appoggio allo schienale della scomoda sedia di legno su cui sono seduto.

Dopo altri minuti di discussioni inutile finalmente io e Katniss evadiamo dal Blocco.

-Ho capito tutto- dice Katniss appena varchiamo la soglia.

Il dolce vento primaverile ci accarezza il viso.

-Cosa hai capito?- chiedo confuso.

-Tu credi che sia una pessima idea-

Sospiro. -Giá-

-Hai altre idee?- mi chiede.

-No- ammetto.

Si ferma e mi guarda fisso negli occhi.

-Allora non rovinare la mia idea- dice prima di inziare di nuovo a camminare. Io resto fermo e la lascio andare.

Non sembrava lei. Quando mi guardava i suoi occhi grigio/azzurri erano coperti da un velo di rabbia.

Non ci misi molto a capire cosa intendeva Kat con quell'occhiataccia.

Niente di buono.

IL RIBELLE (sequel to "IL RAGAZZO DEL PANE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora