Capitolo 40 +s.a.

1.2K 101 17
                                    

•Spazio Autrice•
Davvero siamo arrivati al 40esimo capitolo del secondo libro?
Wow, non posso crederci!
Pochi mesi fà ero emozionatissima per l'inizio de "IL RIBELLE" ed ora non sto più nella pelle solo pensando all'inizio de "LA FINE"!
Mancano davvero pochi capitoli alla fine di questo secondo libro e un pó mi mancherà questa copertina, il titolo e anche un personaggio in particolare.
Buona lettura❤️
•••
Gale mi ha pregato di lasciarlo andare a riposare ed io ovviamente gliel'ho concesso; dopo aver cenato tutti in un imbarazzante silenzio abbiamo deciso come dormire.
Io con mia madre e mia sorella, Gale nel letto di Prim e Hanna nel mio, mentre Ezra e Tomas sui due divani.
Non sono riuscita a chiudere occhio.
(..)
Quando vedo il primo accenno di sole dalla finestra decido che è meglio alzarsi, quando scendo in salotto noto che un divano è libero.
«Tomas sarà in bagno» penso.
Entro in cucina ma lo trovo lì, seduto con lo sguardo perso nel vuoto.
-Tomas- lo chiamo.
Lui si gira verso di me annoiato.
-Buongiorno- dico. Lui non dice nulla, eppure mi sembra di aver visto un accenno di sorriso da parte sua.
È ben chiaro il fatto che non vuole parlare con me ma la curiosità è davvero troppa.
Prendo due tazze e le riempio di latte poi ne porgo una verso di lui.
Tomas la prende e inizia a berne un pó.
-Tomas c-come stai?- chiedo.
Lui alza le spalle. -Bene- dice con un filo di voce.
Sorrido nel sentire la sua voce. Anche lui mi sorride, un sorriso colmo di tristezza.
-Non mi dirai mai di che distretto sei, vero?- chiedo.
Tomas alza le spalle e mi guarda intensamente.
-Perchè mi osservi così?- gli chiedo abbassando la testa.
-Per capire se ti interessa davvero- mormora lui.
-Allora, secondo te mi interessa?- chiedo guardandolo negli occhi.
Lui sorride mentre i suoi occhi si inumidiscono un pó.
-Prima di andare in prigione, ero felice, felicissimo direi, avevo la mia vita, il mio lavoro, poi mio fratello è stato mietuto- dice.
Aspetto che continui.
-Un ragazzo si offrì volontario per lui, e nell'arena fù uno dei primi a morire, ricordi?-

Annuisco, lui e Gale sono stati gli unici ad offrirsi quell'anno, ma non ricordo il distretto.
-Mio fratello cadde in depressione, non parla da quel giorno, o forse ora si, ma io non sono da lui-
-Mi dispiace- dico.
-Dispiace anche a me. Il distretto 4 è diviso in quattro sezioni, e dopo una manifestazione, Capitol City ha lanciato bombe sulla parte tre- dice trattenendo un singhiozzo.
-Non mi dire che...-
-La mia parte- sospira lui.
-C-come sei finito in prigione?- chiedo esitando.
-Era tutta una mia idea-
(..)
-Katniss dove stai andando?- mi sento chiamare da Gale.
Gli sorrido. -Nei boschi-
Gli si illuminano gli occhi. -Vengo con te- dice prendendo un cappuccio e un giaccone. -Non devono riconoscermi- mi fà l'occhiolino.
Quando usciamo mi rendo conto che l'inverno sta arrivando, lo si sente, e l'autunno ha giá colorato le foglie degli alberi.
Inspiro profondamente con il cuore a mille per la presenza di Gale.
-Io non ho capito una cosa- dice mentre camminiamo.
-Cosa?- chiedo.
-Hai detto che Peeta vive da te-
-Sì è così-
-Allora dov'è ora?- chiede.
Non ho detto nulla a Gale del distretto 13, e tantomeno del fatto che Peeta è lì.
-È in un posto- farfuglio.
-Dove Catnip?- mi chiede Gale inchiodando.
-A casa dei suoi- affermo.
-Avete litigato?- mi chiede preoccupato.
-Oh no! Non abbiamo litigato! Solo che voleva stare un pó con Tony!-
-Tony?- mi chiede.
-Il signor Mellark- chiarisco.
-Ah tuo suocero- mi deride lui.
-Gale!- urlo dandogli un leggero schiaffo sul braccio.
-Non siamo ancora sposati!- gli faccio capire.
Lui ride. -Quindi non sà della mia resurrezione?-
-No, non sà ancora nulla-
-Come pensi reagirà?- chiede.
«Come minimo sviene» penso.
-Sarà sollevato- ammetto.
-Sollevato?- chiede.
-Sì, per tutto questo tempo si è sentito in colpa-
-Ma non era colpa sua! Mi sono offerto io!- dice mentre superiamo la barriera.
-Lo so Gale, ho cercato di farglielo capire ma lui resta della sua opinione-
-Mh va bene-
Prendo l'arco e inizio a cacciare, lo sguardo di Gale puntato su di me mi agita e quando tiro non sfioro nemmeno il viso del cervo, che invece scappa.
-Sei arrugginita?- mi chiede ridacchiando.
-No, non lo sono. Ma non è facile cacciare con gli occhi del tuo amico risorto addosso- rido.
-Zitta tu, ti faccio vedere io come si fà- dice prendendomi l'arco.
Mi blocco ed è come se il sangue mi si fosse gelato nelle vene.
-Katniss, che ti prende?- mi chiede preoccupato.
Io continuo a guardarlo con la bocca aperta. -H-hai parlato come t-tuo padre- balbetto.
Gale sembra realizzare e sbianca di colpo.
Poi sorride. -Lui ti chiamava ragazzina, peró-
Sorrido anch'io. -Mi chiamava così solo se c'era papà- lo correggo. -Se stavamo solo io, tu e lui mi trasformavo in Everdeen-
Gale sorride ampiamente e vedo i suoi occhi inumidirsi. -Sembra ieri che i nostri papà ci portavano nei boschi-
-Ed ora...- mormoro.
-Ed ora stiamo crescendo- continua lui.
-Senza di loro- sussurro.
Gale mi abbraccia mentre inizio una lotta con me stessa per non scoppiare a piangere.
Penso ogni singolo momento a mio padre, ma non pensavo a zio Robert da una vita.
Robert, mi ha sempre obbligata a chiamarlo Robby, e una delle prime parole che imparai, fù proprio "zio Robby".
Mio padre e lui erano migliori amici da sempre, ed erano insieme nelle miniere quel maledetto giorno dell'incidente.
Vengo interrotta dai miei pensieri da un rumore inconfondibile.
-Catnip nasconditi!- urla Gale trascinandomi dietro un cespuglio.
L'hovercraft passa sopra le nostre teste e quando non lo vedo più caccio un respiro che non mi ero accorta di trattenere.
-A cosa pensavi?- mi chiede raccogliendo una bacca.
-Ai nostri padri- ammisi. -Tu?-
-A mia madre e ai miei fratelli-
-Vuoi andare da loro?- gli chiedo.
Lui annuisce.
(..)
Dopo aver preso qualche scoiattolo, dei frutti e delle bacche, camminiamo furtivamente verso casa Hawthorne.
Un'altro hovercraft passa sopra le nostre teste.
Sento Gale sbuffare quando l'aggeggio volante non è più visibile.
-Perchè sbuffi?- gli chiedo.
-Gli hovercraft- dice -da quando siamo scappati sono ovunque, in ogni distretto-
Ora capisco, ora tutto ha un pó più senso.
-Gale- lo chiamo.
Lui si gira allerta. -Cat?-
-Devo fare una cosa, ci vediamo stasera a casa- lo abbraccio -Buona fortuna con la tua famiglia- dico prima di girare l'angolo.
Odio quando le persone mentono.

IL RIBELLE (sequel to "IL RAGAZZO DEL PANE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora