Capitolo 27

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Abbiamo ripreso a camminare da circa un'ora, sono passati tre hovercraft. L'espressione di Jones è indecifrabile, un misto tra preoccupazione, incredulità e terrore, che lui cerca di camuffare con scarso entusiasmo.

-Katniss- mi chiama Peeta mentre mi raggiunge.

-Dimmi-

-Da quando sono tornato non abbiamo avuto tanti momenti per poter stare insieme...- dice lui.

Sorrido. -Avrei tanto voluto stare più tempo con te Peeta...-

-Mi mancano tanto i nostri momenti... la routine, insomma- proferisce lui in tono dispiaciuto.

-Avremo tantissimo tempo, amore tranquillo- lo rassicuro.

Lui annuisce sorridendo poi mi cinge la vita con un braccio.

Camminiamo per molto altro tempo fino a quando non propongo di prepararci per la notte. Tutti annuiscono ma noto nei loro occhi la paura di dormire nei boschi. Un pensiero mi passa per la mente, che trovo egoista ma pur sempre reale, io e Peeta siamo i leader, i simboli di tutto questo, e dobbiamo infondere coraggio. Almeno credo.

Mi alzo trascinando con me anche Peeta, gli occhi di tutti si puntano verso noi e tutti smettono di sistemare le tende e l'attrezzatura.

Tossisco. -Stiamo facendo ottimi progressi- esclamo.

Ho qualche secondo di indecisione ma Peeta, che è mille volte più bravo di me con le parole, prende il mio posto.

-Entro domani sera raggiungeremo il distretto 13, o quel che ne rimane- continua lui.

Gli stringo la mano per apprezzamento.

-E poi che faremo?- chiede mia madre.

Mi rendo conto del fatto che mia madre non sà nulla riguardo i nostri piani, ed è venuta quì all'oscuro di tutto.

-Ci prepareremo alla guerra, Mary- dice Peeta.

-Mamma... il distretto 13 sarà il campo di battaglia-

Mia madre spalanca gli occhi e dischiude le labbra.

Nel bosco regna il silenzio fino a quando non sono io a romperlo.

-Buonanotte, non preoccupatevi. Ho dormito molte volte nei boschi, non ci sono pericoli. Faremo turni di guardia di 1 ora ciascuno. Inizio io-

Nessuno sembra obbiettare e ricominciamo a sistemare le tende e i teli impermeabili.

(..)

Il mio turno di guardia è iniziato due ore fà. Ho deciso di non svegliare Peeta, il quale doveva fare il secondo turno.

Il bosco è molto umido e silenzioso. Sto lottando contro me stessa per restare sveglia quando vedo un movimento nella chioma del pino davanti a me. Mi alzo e socchiudo gli occhi per mettere meglio a fuoco l'albero dinanzi me. Poi la vedo. L'inconfondibile e rara ghiandaia imitatrice mi guarda con quei suoi due occhietti scuri. Mi scruta in silenzio, senza avere alcun suono da imitare.

Non so quanto tempo passo ad osservare la ghiandaia prima che qualcuno della squadra si svegliasse. Sento il fruscio di un corpo che scivola dal sacco a pelo. Convinta che sia Peeta non mi giro a guardarlo. Sussulto quando Jhon si siede con la schiena contro l'albero accanto a me.

-Everdeen- dice lui.

-Và a dormire- ordino.

-È il terzo turno, il mio- mi ricorda. Mi mordo il labbro per la frustrazione ma resto ferma al mio posto.

-Oh saró onorato di passare un'ora in tua compagnia Katniss, nel bel mezzo di un bosco nel bel mezzo della notte- borbotta lui.

Resto in silenzio.

-Sono belle le stelle stanotte, non trovi?- chiede.

Non rispondo. Lui continua a farmi domande, chiedendomi di me e Peeta, del nostro bacio, di quando eravamo piccoli ed io non parlavo con nessuno tranne che con Gale. Ma io non gli rispondo mai.

Poi non ricordo più nulla.

IL RIBELLE (sequel to "IL RAGAZZO DEL PANE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora