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Arrivati a Busan scendiamo dal treno e a causa delle troppe persone e l'altra probabilità di perdermi di vista data la mia bassa statura e la mia capacità di perdermi in meno di un secondo mi afferra la mano muovendosi esperto per la stazione. Iniziò a starnutire mentre lo seguo a causa del freddo e arriccio svariate volte il naso ormai congelato "Hai freddo?"

"Un po'." annuisco.

"Tieni." si toglie la sciarpa avvolgendola attorno il mio collo ma mi copre anche gran parte del viso. Mi rifugio in quella piccola sciarpa di lana calda e continuo a seguire Jimin fin fuori la stazione e lo vedi dirigersi verso un'auto alla quale è appoggiato un uomo sulla cinquantina d'anni. Avvolto in un cappotto di lana e che muove velocemente la testa per cercare di individuare qualcuno e sorride calorosamente quando nota Jimin. Si avvicina a noi e lo abbraccia con calore e da quelli che si stanno dicendo capisco che lui è il padre di Jimin.

"Tu sei la ragazza di Jimin?" chiede rivolgendosi a me e lancio uno sguardo d'aiuto a Jimin che annuisce "Si, piacere." tendo la mano che con un sorriso afferra "Ti chiami Jo giusto?" annuisco e poi il signore sfrega le mani tra di loro "Forza andiamo a casa almeno staremo al caldo e poi tua madre non vede l'ora di conoscere questa bella ragazza."

Arrossisco ma gli regalo un tenero sorriso e Jimin circonda il mio collo con il suo braccio "Papà ha ragione, andiamo." ci dirigiamo verso l'auto che prima non ho avuto modo di osservare : una Jaguar blu elettrico che spiccava tra tutte le altre auto presenti nel parcheggio. Entro nel sedile posteriore mentre Jimin si siede al posto del passeggero. I due iniziano a parlare tranquillamente mentre io mi torturo le mie dita mangiandomi le pellicine fin quando mi è possibile per l'ansia. Non molto dopo arriviamo davanti un'enorme villa color pesca. L'enorme cancello automatico viene aperto dal padre di Jimin con un telecomando e poi con l'auto proseguiamo per il vialetto fino ad arrivare sotto delle travi di legno e parcheggiare affianco tante altre auto alquanto costose. Scendo dall'auto continuando a gustarmi intorno e seguo Jimin e signor Park davanti la casa. Sembra davvero una reggia... La piscina davanti l'entrata è molto grande e ai lati di questa ci sono le scale che permettono di salire in veranda per poi entrare finalmente in casa. Seguo Jimin che bussa alla porta e poco dopo una signora con la stessa età più o meno del signor Park abbraccia calorosamente il figlio strizzandogli le guance "Amore mio mi sei mancato."

"Anche tu mamma." risponde Jimin ricambiando l'abbraccio.

Nonostante le mie aspettative di ritrovarmi davanti una signora antipatica e sempre a puntino la mamma di Jimin sembra molto simpatica ed è vestita in modo totalmente casalingo con il grembiule ancora un po' sporco  segno che è stata lei a cucinare. Si allontana dal figlio e si gira verso di me regalandomi un sorrido "Oh tesoro! Non vedevo l'ora di conoscerti." mi si avvicina abbracciandomi calorosamente e ricambio l'abbraccio sorridendo "Piacere Signora, mi chiamo Lim Jo." dico con un piccolo inchino.

"Non usare questo tono formale con me tesoro." dice facendo finta di scacciare qualcosa con la mano "Chiamami Haeun."

"D'accordo." annuisco.

"Forza entrate!" si sposta dalla porta ed entriamo in quell'enorme casa dalle pareti pesca con i mobili neri e i rifinimenti bianchi. L'atrio è molto grande e ampio e sulla destra si trova la cucina mentre sulla sinistra il salone con il tavolo da pranzo. Davanti a me due enormi rampe di scale che portano sul lato destro e sinistro della casa ma sotto di queste su trova un'arco con un enorme corridoio orizzontale che sicuramente porterà nelle altre sale della casa.

"Complimenti, avete una casa stupenda." mi congratulo.

"Oh non fare complimenti tesoro." dice la signora Park poggiandomi una mano sulla spalla per poi prendere fiato a pieni polmoni e urlare il nome del suo secondo figlio "Jinyoung!" dopo un'altro urlo proveniente dal piano di sopra un ragazzo più alto di Jimin ma con la sua stessa fisionomia scende le scale e si avvicina al fratello per salutarlo e poi si presenta a me, stessa cosa che ho faccio io.

"Allora Taehyuna aveva ragione..." dice con un sorrisetto "Sei davvero una bella ragazza."

"G-Grazie." rispondo abbassando il viso orami rosso ma rialzandolo quando sento il rumore di un piccolo scappellotto "Hey stupido è la mia ragazzi ti ricordo." gli dice Jimin inarcando un sopracciglio.

"Bella scelta fratellone."

"Cretino." bisbiglia Jimin e la mamma si mette tra i due "Smettetela tutti e due." li rimprovera "Jimin fai vedere la casa a Jo mentre io finisco di preparare il pranzo."

"Mamma non è interessata a vedere la ca-"

"Muoviti." lo guarda male e sbuffando Jimin mi fa segno con il capo di seguirlo e così faccio.

𝕚𝕥 𝕨𝕒𝕤 𝕒𝕝𝕝 𝕒 𝕔𝕠𝕚𝕟𝕔𝕚𝕕𝕖𝕟𝕔𝕖•𝑝𝑗𝑚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora