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Dopo ore passate a guardare il soffitto decido di prendere il cellulare notando le numerose notifiche da parte dei vari gruppi e due notifiche da parte di Jimin dove mi dava il buongiorno e mi chiedeva di chiamarlo appena sveglio. Apro la rubrica portando il cellulare all'orecchio e dopo qualche squillo risponde "Alla buon'ora." ridacchia.

"Come mai ti sei alzato così presto?" chiedo ricordando il primo messaggio inviatomi alle otto del mattino.

"Avevo un po' di cose da fare." risponde e sospiro ripoggiando il capo sul cuscino.

"Che ne dici se oggi-" mi fermo sentendo una voce a me sconosciuta dall'altra parte della cornetta "Jimin eccomi scusa il ritardo."

Il mio corpo si ferma completamente sentendo quella voce femminile, così come il mio cuore.

"Amore adesso devo andare, ci sentiamo dopo." dice velocemente mettendo giù. Lentamente porto il cellulare lontano dall'orecchio rimanendo fissa a guardare la porta mentre quella voce squillante risuona ancora nella mia mente. Chi era? Che ci faceva con Jimin? In ritardo per cosa?
Prendo un grosso respiro rimanendo però a guardare un punto fisso davanti a me. Non avrei aspettato un secondo di più, dovevo parlare con Jimin.

Dopo l'accaduto di questa mattina non ho mosso piede dalla mia stanza e non c'è stato il problema che magari Jimin arrivasse prima o mi chiamasse perché ormai sono ore che non lo sento e l'ansia prende sempre di più il sopravvento su di me insieme alla preoccupazione e alla delusione. Continuo a camminare in tondo per la stanza e sono sicura di poter scavare addirittura un solco per le tante volte che percorro lo stesso tratto ma questa mia camminata nervosa viene fermata dal bussare alla porta e mi avvicino aprendo trovando il viso sorridente di Jimin "Scusa il ritardo." dice avvicinandosi a me per baciarmi ma faccio un passo indietro allontanandomi da lui che confuso si chiude la porta alle spalle "Che succede?" chiede.

Un sorriso nasce sul mio viso seguito poi da una risata nervosa "Dimmelo tu."

"Non capisco." scuote il capo inclinandolo poi di lato continuandomi a guardare con quegli occhi che trasmettevano curiosità e preoccupazione.

"Non capisci?" chiedo incrociando le braccia al petto "Rispondi solamente a queste domande."

"Jo non capisco cosa-"

"Stai zitto per favore." dico mettendo una mano avanti "Hai presente quel giorno che sei tornato qui e hai portato la cena ed io non ho cenato?"

"Si." annuisce.

"Dov'eri stato tutto il tempo?" chiedo inarcando un sopracciglio con una freddezza da far paura. Temevo che sarei scoppiata a piangere appena lo avessi visto invece tutta quella tristezza si è trasformata in rabbia nel giro di un secondo.

"A provare." risponde corrucciando le sopracciglia "Ma perché me lo richiedi? Te l'avevo già detto."

"Si, me l'avevi detto ma c'è un problema: quel giorno mi stavo annoiando e sapendo che eri da solo sono venuta nell'aula di danza e sai cosa? Tu non c'eri." dico vedendo come la sua espressione cambia velocemente "No aspetta non è come-"

"Fammi finire." dico tra i denti "Oggi, chi era quella ragazza?" chiedo e non gli do il tempo di rispondere "Perché Jimin? Perché hai dovuto portare avanti tutto? Perché hai fatto in modo che ci cascassi con tutte le scarpe?" chiedo con un tono di voce abbastanza elevato dato che la poca pazienza che mi è rimasta sta letteralmente andando via.

"Amore-"

"Non chiamarmi così." lo fermo ancora una volta rivolgendogli uno sguardo freddo.

"Ascoltami" sospira "Può sembrare ciò che tu stai pensando ma non è così."

"E dovrei crederti? Devo credere a te che è un mese che te ne vai chissà dove mentendomi? Non hai capito proprio nulla." dico scuotendo il capo "Non passerò altro tempo a farmi prendere in giro da te!"

"Non ti sto prendendo in giro!" urla di rimando "Ok, hai avuto le tue delusioni già precedentemente ma non per questo anche io devo essere uno stronzo!" si difende "Non puoi far di tutta l'erba un fascio."

"Tu non hai il diritto di urlarmi contro!" mi altero "Anzi avresti potuto se io avessi iniziato a dubitare di te senza alcun motivo ma è un cazzo di mese che neanche parliamo perché tu esci e non torni! Perché mi dici di essere in un posto invece sei chissà dove a fare chissà cosa e soprattutto hai il dannato coraggio di venirmi a dire che sono io quella che sta sbagliando!"

"Ma tu non sai di cosa stai parlando!" ribatte avvicinandosi a me "Te lo ripeto : non è come credi."

"E allora com'é?" chiedo inarcando un sopracciglio "Dimmi perché sparivi e perché mi hai mentito. E soprattutto dimmi chi cazzo era quella ragazza con cui ti sei vista oggi." incrocio le braccia al petto compiendo dei respiri profondi che però, al contrario di ciò che pensavo, non riescono a calmarmi e i miei occhi si riempiono di lacrime a poco a poco.

"Sai che c'è?" chiede con una piccola risatina "Non ho intenzione di dirti dove sono stato in questi giorni e neanche chi era quella ragazza con cui mi sono visto oggi." il suo sguardo cambia nel giro di pochi secondi diventando serio e freddo "E sia perché? Perché ancora una volta tu hai dimostrato di non fidarti di me. Perché ai primi sbagli riversi tutto contro di me accusandomi di tradirti quando sono stata io il primo a chiederti di mettere da parte tutta la farsa e intraprendere una vera relazione." dice puntandomi il dito contro "E poi è anche inutile che adesso mi metto a parlare perché cocciuta come sei rimani convinta che sono io ad aver sbagliato tutto che ti sto anche tradendo, dico bene?"

"Cosa dovrei pensare?" chiedo tirando su con il naso e abbassando il tono di voce non avendo più la forza di litigare "Mi sono trovata nella situazione di un anno fa e la cosa che mi spinge ancora di più a crederlo è che tu non voglia rispondere alle mie domande." dico con un piccolo singhiozzo "Ma se è questo quello che pensi e quello che vuoi esci." dico indicandogli la porta. Senza dire alcuna parola poggia la mano sulla maniglia girandosi poi verso di me e incrociando i miei occhi rossi "Quando ti deciderai a credermi fammi un fischio."

"Non ho più bisogno di crederti o meno." dico a testa alta "Non voglio sapere più nulla se esci da quella porta."

"Bene, se è questo che vuoi." scrolla le spalle abbassando la maniglia e uscendo dalla mia stanza richiudendosi la porta alle spalle con un tonfo sordo.

Se ne è andato.

I miei occhi già prima rossi e pieni di lacrime si riempiono ancora di più di quest'ultime accompagnati dai continui singhiozzi e spasmi causati da pianto. Mi siedo sul letto portando le gambe al petto e stringendole forte fino a far diventare le nocche bianche mentre il mento è pressato sulle ginocchia. Chiudo gli occhi tentando di regolare il respiro senza alcun risultato e così mi sdraio sotto le coperte abbracciando il cuscino e stringendolo forte a me.

Mi ero immaginata tanti scenari ma non questo.

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HEY!
Come va? Spero bene. Volevo solamente mettervi al corrente che tra qualche capitolo questa storia, con mio enorme dispiacere, terminerà. Inoltre ci tenevo a ringraziarvi delle 9k letture!!Vi chiedo di pazientare un po' per i prossimi capitoli perché non so quando riuscirò ad aggiornare dovendomici concentrare parecchio (potrebbe anche essere che domani invece aggiorno). Vi ringrazio di aver letto e se volete commentate e lasciate una stellina. Baci!!

𝕚𝕥 𝕨𝕒𝕤 𝕒𝕝𝕝 𝕒 𝕔𝕠𝕚𝕟𝕔𝕚𝕕𝕖𝕟𝕔𝕖•𝑝𝑗𝑚Место, где живут истории. Откройте их для себя