Il Settimo Mese

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Ron e Hermione non avevano avuto altre idea per Hermione, ma ora avevano altro per la testa.
Hermione era al settimo mese, in marzo, e non era possibile non ricordarsi quello che era successo lo stesso mese quattro anni prima.
Era il cinque marzo, e lei aveva perso il primo figlio il dieci, quando era al settimo mese.
Ora era di nuovo incita, al settimo mese, di un altro maschio che però, a differenza del fratello morto, non aveva ancora un nome.
Hermione si sdraiò sul letto, scacciando i ricordi di quel 10 marzo 2004, quando aveva ceduto il suo bambini alle braccia della morte.
Chiuse gli occhi, cercando di riposare:
Stressarsi non le faceva bene.
Neanche Ron era in pace con se stesso.
Con Rose non avevano pensato al 10 per il semplice fatto che era una neonata a quel tempo, e aveva bisogno di loro.
Non avevano avuto il tempo di preoccuparsi di una stupida data.
Adesso, con la storia che si ripeteva identica, Ron non riusciva a fare a meno di pensare al primo figlio.
Forse loro erano destinati ad avere un unica figlia, Rose.
Forse il loro desiderio agonistico di avere un altro figlio gli avrebbe portati alla rovina.
Ron scosse la testa per scacciare quei pensieri, ma lui non riusciva a fare a meno di chiedersi:
Sarebbe morto qualcunaltro?
Era strano, ma aveva la netta sensazione che sarebbe stato così.
Sperò di sbagliarsi.
"Papà " Rose lo guardava dal basso, vicino al tavolo della cucina.
"Rosie" mormorò Ron prendendola in braccio e posandola sulle sue gambe. "Che c'è?" Le chiese, scostandole i capelli rossi dal viso.
"Perché la mamma e triste?" Chiese la piccola.
Ron le sorrise.
"Vuoi che la vada a consolare?" Chiese alla figlia.
Gli occhi azzurri di Rise si illuminarono.
"Tiiiiii"
Ron rise.
"Andiamo allora" prese la figlia in braccio e andò di sopra, nella camera matrimoniale.
Hermione era lì , dormiva, le mano posare sul ventre gonfio.
"Shhh" sussurrò Ron alla bambina tra le sue braccia. Rose annuii, attenta.
Ron si avvicinò al letto e si sdraiò sopra, accanto alla moglie.
La figlia si sporse e tese le braccia fino alla madre, desiderosa di essere presa in braccio.
Ron rise e la liberò dalla sua stretta. Rose si diresse senza perdere tempo dalla madre, poggiando la testa sul suo grembo.
Ron si avvicinò di piu, fino a fsr rimanere quasi schiacciata tra lui e Hermione la figlia. Il rosso fissò la moglie, poi le lasciò un tenero bacio a fior di labbra, stringendola a se per quanto possibile data la presenza di Rose.
Hermione non stava facendo sogni tranquilli e Ron l' aveva notato dalla faccia corrucciata che si accentuava a tratti che aveva. Cercò di darle tutto il conforto di cui aveva bisogno.
"Wow" Rose si tirò su di scatto.
Ron la guardò confuso "che c'è ?" Le chiese.
Rose si voltò verso il padre, l'espressione illuminata di gioia.
"L'ho sentito" esclamò felice.
"Chi?" Ron corrugò le sopracciglia.
"Il fratellino!!!" Rose si alzò sul letto, solo per poi cadere rovinosamente sul grembo della madre.
"Si" borbottò Hermione svegliandosi "l'ho sentito anche io"
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Il dieci era arrivato.
Ron e Hermione, quella mattina, quando si svegliarono rimasero a guardare il vuoto nell'oscurita per quindici minuti buoni.
Fu Rose, che con i suoi strilli, riportò i due alla realtà.
Si alzarono, anche se sembravano due automi , e scesero al piano inferiore dopo che Ron ebbe recuperato la figlia dalla sua stanzetta.
La mise sulle proprie gambe per fare colazione, e Rose ne fu felicissima.
Hermione, sfornate a lui, sembrava al dono tempo preoccupata e afflitta.
Ron le fece un sorriso e allungò la mano sul tavolo per prendere quella della moglie.
Hermione gli e ne fu grata.
Si guardarono per un attimo negli occhi, avvolti nell'atmosfera del loro amore.
Drinnnnn
L'attimo fu spezzato sul nascere.
Hermione sbuffò e, visto che Ron stava aiutando Rose a mangiare, si alzò per rispondere al telefono.
Ron la vide alzare la cornetta e rispondere con un "pronto?" A metà fra lo stanco e lo scocciato.
Poi la vide sbiancare.
La cornetta le sfiggí di mano, cadendo oltre il tavolo e rimanendo a ondeggiare come un serpente a sonagli.
Hermione sembrava non essersene nemmeno accorta.
Ron balzò in piedi, cercando di reggere Rose il più possibile.
"Che succede?" Chiese apprensivo "chi era?"
Hermione si avvicinò a lui lentamente , lo sguardo perso nel vuoto e la faccia sempre più pallida.
Velocemente Ron le passò una sedia, dove Hermione si sedette in silenzio.
"Tutto bene?" Chiese Ron massaggiandole la spalla.
La donna non rispose.
"Mamma?" Chiese titubante Rose.
Hermione voltò la testa verso la figlia, poi la alzò verso il marito, che aveva assunto un colorito pallido.
"Mio padre" sussurrò "dicono che la sua ora si avvicina"
Passò un attimo di silenzio, poi Ron posò la bambina sulle gambe della madre e scattò di sopra.
Hermione lo guardò un po' perplessa, ma non aveva la forza di fare altro.
Ron ritornò di sotto cambiato, portando sotto braccio anche i vestiti per Hermione.
"Che cosa...?"
"Vestiti" disse lui sbrigativo "andiamo all'ospedale."
Prese Rose e la aiutò a vestirsi, senza troppa grazia o gentilezza.
Hermione rimase una attimo paralizzata, poi si infilò i vestiti che le aveva passato Ron: leggins neri e il vestito premaman rosa con le chiazze azzurre.
Quando la maglia le fu passata per la testa osservò il marito e la figlia preparati e pronti a partire.
Perfino Rose aveva capito che c'era qualcosa che non andava, e stava ferma fra le braccia del padre.
Scattarono tutti verso la loro aiuto, Hermione stando attenta al pancione.
In macchina Ron le passò Rose, poi mise in moto. Corse per le strade della Londra Babbana, con le gomme che stridevano il loro dissenso quando prendeva una curva troppo velocemnte.
Hermione stringeva Rose fino a quasi farle male, ma la bambina non si lamentava, troppo sconvolta dalla velocità alla quale viaggiavano.
Parcheggiarono all'ospedale e si issarono fuori dall'auto, correndo.
Entrati, ebbero solo un vago sensore del caos che c'era in ospedale, non per la felicità i per la tristezza, stavolta, ma perché loro stessi contribuivano a quel caos.
Chiesero informazioni a un infermiera riguardo Hugo Grenger. Quella fece in espressione dispiaciuta e poi indicò loro la stanza.
Quando entrarono, Jean Grenger era accanto al marito, e gli stringeva la mano.
Per la prima volta da quando erano usciti, Hermione si prese un secondo per respirare. Poggiò titubante le mani sulla pancia e poi guardò il padre, il suo idolo, che presto l'avrebbe lasciata.
"Ciao Hermione , tesoro" disse Jean voltandosi verso di lei. Aveva gli occhi lucidi.
"Ciao mamma" sussurrò Hermione avvicinandosi. Si sedette accanto alla madre.
Hugo respirava appena, e ogni volta il petto si muoveva più lentamente.
Hermione ebbe la sensazione che respirare mi ferisse.
"Ciao papà " aggiunse mentre guardava il volto del primo uomo più importante della sua vita.
Hugo aprii un occhio castano per osservare la figlia.
"Hermione" gracchiò "e bello vederti"
Hermione si sforzò di sorridere.
"Anche per me papà "
Hugo mosse una mano e Hermione la afferrò.
Il padre guardò la figlia con occhi pieni d'orgoglio.
"Sei diventata una gran bella donna" le disse e Hermione, suo malgrado, si ritrovò ad arrossire.
"Mi ricordo ancora quando scorrazzavo per casa con il pannolino, e mi chiedevi tutto" Hugo sorrise "ero io tuo tutto"
"Lo sei ancora" Hermione sentii un nodo in gola e gli occhi pizzicare leggermente.
Hugo le sorrise, poi accennò a Ron e Rose sull'uscio della porta.
"Oh lo so credimi" sorrise " ma adesso ci sono anche altre persone nella tua vita"
Hermione lo guardò, e la vista le si offuscò lievemente per le lacrime che aveva sulle ciglia.
"Ti sarai sempre il primo" gli disse.
"Si anche questo" ribatté Hugo sorridendo. "Promettimi che sarai felice, che non piangerai troppo la mia perdita"
"Non dire così papà " disse Hermione "tu vivrai all'ungo"
Hugo rise, ma presto di si trasformò in un accesso di tosse.
"Tesoro, si che é giunta la mia ora" le carezzò la mano "e mi va bene. Ho avuto una vita felice"
Hermione singhiozzò. Il respiro di Hugo si fece più affannoso.
L'uomo si rivolse al marito della figlia "rendila felice" disse a Ron.
Il rosso sorrise, anche lui con gli occhi lucidi.
"Lo farò "
Hugo tornò a guardare la figlia, che piangeva senza ritegno. Con una mano le asciugò le guancie.
"Mi dispiace di non poter prendere in braccio il tuo secondo figlio" tossí "ci hai battuto Hermione, noi ci siamo fermati a una figlia. Sei stata bravissima" i suoi elogi verso la figlia di persero in un mormorio privo di senso mentre Hugo Grenger si abbandonava alle dolci braccia della morte, lasciando per sempre questa terra.

Romione: OltreNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ