Promesse E Mantenerle.

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Lui e George si stavano mettendo d'accordo per gli orari che Ron avrebbe dovuto fare al negozio. Avendo anche il lavoro come Aurur, poteva fare solo il turno serale.
Sorprendentemente George non gli aveva chiesto il motivo del suo interesse verso il negozio, ma forse perché li aveva intuito da solo.
Angelina li guardava con uno strano sorriso sulle labbra, a metà fra l'impaziente e il felice.
Ron, ogni volta che sarebbe finito il corso di allenamento, sarebbe andato al negozio fino alle nove, così che George e Angelina avrebbero rincasato appena lui gli avrebbe dato il cambio.
Ron fissò i suoi turni, quelli Aurur e quelli del negozio, mentre tornava a casa e arrivò alla conclusione che avrebbe passato veramente poco tempo con Hermione.
Ma lui lo faceva per lei, e avrebbero potuto passare insieme tutto il tempo che volevano una volta comprata casa.
Ron, quel giorno, si fece una promessa inderogabile, che avrebbe mantenuto a tutti i costi.
Sarebbe riuscito a prendere quella casa.
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Ron faceva i salti mortali. Metaforicamente, ovvio.
Si alzava presto per gli allenamenti con l'Aurur, in modo da finire prima e dare il cambio a George in tempo.
All'inizio era facile. Era convinto che c'è l'avrebbe fatta tranquillamente.
Con qualche sforzo e diversa fatica, ma tranquillamente.

Ora iniziava a passare sempre meno tempo con Hermione, e aveva la sensazione che lei ci rimanesse male.
Crede davvero che lo faccio perché non voglio stare con lei? Si domandò Ron diverse volte in quelle settimane.
Ha davvero così poca fiducia in me?
Come biasimarla, però.
Non si erano scambiati un bacio da diverso tempo, ormai, e praticamente non uscivano più insieme.
Se solo sapesse che mi sto facendo per lei...
Scosse la testa : doveva essere una sorpresa e sarebbe stata una sorpresa.

Il lavoro iniziava a pesare. Sentiva le ore di sonno accumularsi e pesare su di lui, minacciandolo di fargli chiudere le palpebre.
Era anche diventato più nevrotico e impaziente, e spesso lo stress accumolato sfociava in discussioni con Hermione.
E questo gli faceva male, molto male.

Era arrivato alla conclusione che non c'è l'avrebbe mai fatta. Sentiva il bisogno di prendersi una pausa, come diceva Harry, ma non poteva.
Eppure non era capace nemmeno di lavorare tanto.
Non c'è l' avrebbe mai fatta.
Non c'è l'avrebbe mai fatta perché era un debole.
Quindi perché impegnarsi?

Si dava dello stupido da solo. Era stato un brutto periodo e per poco non aveva rinunciato.
Cosa avrebbe pensato Hermione di lui?

Sua madre iniziava a preoccuparsi. Era palese anche a Ron dello stato pietoso in cui fosse, ma si ostentata a dire che stesse bene. Lo ripeteva a Molly, Arthur Ginny e a sé stesso.
Non convinceva nessuno.
Ma c è l'avrebbe fatta.
Per Hermione, per la promessa, per dimostrare a tutti che poteva farcela.

George voleva licenziarlo.
Era preoccupato per lui, e Ron questo lo capiva, ma gli serviva quel lavoro.
Proprio adesso che iniziava a raggiungere la cifra!
Quando avrebbe fatto il cambio in soldi Babbani - dato che quelli dei maghi valevano di più - avrebbe quasi raggiunto quella cifra.
Ma non poteva farlo se George lo licenziava.
Non aveva potuto fare altro: aveva detto tutto a George e questo, un po' a malincuore, lo aveva fatto rimanere.

Ron aveva saltato il compleanno di Harry.
Non era stato presente al compleanno del suo migliore amico.
Sperava vivamente che capisse.
Ma si sentiva comunque uno schifo.
Lo aveva saltato non per il lavoro, ma perché se ne era dimenticato.
Non gli aveva comprato niente.
Per risparmiare si ripeteva, ma non era così.
Era un pessimo amico.

Harry sembrava lo avesse perdonato, appena una settimana dopo, ma voleva a tutti i costi che Ron si prendesse una paura.
"avrai un esaurimento nervoso" ripeteva, sperando di convincerlo.
Ma Ron non gli diede retta.
Adesso mancava veramente poco.

La famiglia si era riunita per lui, al completo.
Aveva detto di stare bene, che c'è la faceva, che poi avrebbe smesso.
Ma aveva anche visto la luce realmente preoccupata negli occhi di Hermione.
Hermione stava soffrendo per lui.
Lui l'aveva fatta soffrire, e aveva giurati che non lo avrebbe più fatto.
L'aveva rassicurata, le aveva detto che, se si sentiva cedere avrebbe smesso.
Hermione di era asciugata le lacrime.
"no" aveva detto.
"solo una settimana" aveva pregato Ron.
Lei aveva annuito.
"poi lasci George e il negozio"
Lui aveva annuito.

Mancava solo un giorno alla scadenza imposta da Hermione, e Ron aveva raggiunto tutti i soldi.
C'è l'aveva fatta.
Adesso poteva anche mollare il negozio di scherzi, avrebbe ringraziato George, certo.
Ora dava le dimissioni, vedeva già l'insegna dei Tiri VISPI Weasley.
Poi successe qualcosa di strano.
Iniziò a sfocarsi, ad allontanarsi da Ron, ma lui era sicuri di raggiungerlo.
Solo qualche altro passo, con le palpebre pesanti...
Buio.

Quando Ron riapri gli occhi era perché sentiva una strana luce scaldarlo. Premeva sulle sue palpebre chiuse, spronandolo ad alzarle.
Uno strano brusio di sottofondo aveva accompagnato i suoi sogni, ci dovevano essere diverse persone.
Spalancò gli occhi.
"Ron!"
Prima che potesse rendersi conto di qualcosa, la sua visuale fu offuscata da una massa riccia e crespa di capelli castani. Sentii due braccia stringere il suo collo.
Non ebbe il tempo di metabolizzare altro che ricevette una schiaffo sulla nuca.
"ahia" si lasciò sfuggire, in una esclamazione sorpresa e incredula.
"mi hai fatto preoccupare" disse Hermione, ritirando la mano che lo aveva colpito.
Ron si guardò in torno, non c'era nessuno a parte loro due.
Si trovava nel negozio dei Tiri Vispi Weasley.
"che è successo?" chiese sgomentato.
"è successo che sei svenuto" rispose acida Hermione, le braccia incrociate al petto.
"oh" mormorò lui.
"te l'avevo detto di non sfiniti così" si infervorò lei.
"Hermione... " tentò il rosso.
"e poi perché lo avresti fatto, scusa?"
"Herm... "
"poteva andare molto peg-"
"HERMIONE!!!" la interruppe lui gridando. "stavo venendo a dare le dimissioni."
"oh" mormorò lei sgonfiandosi, poi riprese un ci piglio severo "troppo tardi"
"già" Ron si toccò la testa. "me ne ero accorto."
Hermione si concesse un sorriso. Si sporse verso di lui.
"tutto ok fratellino?" George entrò in quel momento nella stanza dell'inventario.
Hermione si ritrasse un po' in imbarazzo con gli zigomi lievemente rossi, e Ron indirizzò un occhiattacia al fratello.
"Si" disse e Sorrise "tutto ok"
George gli lanciò uno sguardo malizioso e accennò a Hermione con la testa "lo vedo" disse.
Hermione e Ron arrossirono violentemente.
George ghignò.
"vi lascio un po' di privacy"
"grazie" borbottò Ron.
Si mise seduto guardando Hermione.
Lo fatta preoccupare davvero tanto pensò.
Con delicatezza le passò un braccio intorno alla vita e la tirò in piedi.
Ron voltò, molto piano, il viso di Hermione versi il suo, poi fece combaciare le loro labbra.
Terra e mare si fusero un'altra volta, ma entrambi sapevano che non sarebbe stata l'ultima.




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George passione:
Rovinare Momenti dolci altrui.

P

s. Nel prossimo capitolo tanta Romione.

Romione: OltreWhere stories live. Discover now