Sorprese

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Il resto della festa era proseguito bene. Dopo le parole di Hermione, Ron aveva alzato lo sguardo su di lei, e le aveva visto gli occhi lucidi.
Non le chiese come facesse a saperlo. Dopotutto lei era la Strega Più Brillante della Sua Età.
Si era alzato ed era entrato in bagno. Aveva lavato la faccia e poi si era guardato allo specchio:non si vedeva che aveva pianto.
Sorrise.
Erano scesi di sotto, e Ron aveva salutato tutti, senza dire a sua madre e a George che li aveva sentiti quando parlavano di Fred.
Salutò il padre che gli fece gli auguri calorosamente. Poi fu il turno di Bill e Fleur. Hermione era dietro di lui, e Ron aveva visto che lanciava una fugace occhiata alla donna incinta, ma non era riuscito ad interpretarla.
Poi venne Percy, per ultimo.
"Perce" l'aveva salutato sorridendo.
"Auguri Ron" gli rispose lui.
Si abbracciarono, anche se Ron percepiva una strano gelo. Gelo di una presenza. Forse era il fatto che ci aveva pensato non meno di due minuti prima, eppure sentiva la presenza di Fred aleggiare su di loro.
E la sentiva anche Percy.
Perché loro due l'avevano visto morire, avevano visto la Vita abbandonare il corpo di Fred Weasley per non tornare mai più. Loro due erano gli unici custodi di quell'intimo segreto. Destinato a pendere sulle loro teste come una ghigliottina, pronta a cadere nel caso si fossero fatti sopraffare dal dolore.
O dai ricordi.
Subito prima della torta, Percy so era avvicinato a Molly, I due erano andati in cucina a scambiare qualche parola. Ron aveva fissato curioso, fino a quando non aveva sentito l'urlo della madre. Era sobbalzato e si era preci piatto in cucina, seguito dagli altri.
"Oh ma Percie è fantastico"
Lui l'aveva guardata con rimprovero ancora circondato dalle breccia materne, e il sorriso di Molly si era spento poco a poco, fino a svanire definitivamente.
"che cosa...?" aveva provato a chiedere George, ma Molly l'aveva zittito esclamando:
"Torta!!!"
Avevano preso la torta (che raffigurava un distintivi degli Aurur) e poi era arrivato il turno dei regali.
Bill e Fleur del lucido da scopa, Charlie gli aveva mandato gli auguri via lettera, Percy un libro, George polvere buio pesto peruviana, Molly un maglione e Arthur uno strato aggeggio babbano, che non aveva riconosciuto, ma Harry, dietro di lui, aveva fatto una faccia a metà fra lo sbalordito e il sorpreso.
Il regalo di Hermione era una semplice scatolina, piatta e grossa quanto un libro, ma non era un libro.
Non era comunque riuscito ad aprirlo, l'avrebbe fatto solo quando la tristezza che si era abbattuta su di lui con la forza di un uragano da quando aveva sentito Molly chiamare Fred George, non l'avrebbe abbandonato completamente.
Era il regalo della sua ragazza, doveva assaporato bene, non con il retrogusto che, in quel compleanno mancava un regalo.
Ed ora il regalo di Hermione giaceva sul suo comodino accanto al letto, ancora incartato, a rimostranza della sua presenza.
Ron si era spesso trovato a ripensare alle parole di Ginny quella mattina, gli rimbombavani nella mente, volonterosa di essere ascoltate, ma lui ci badava a stenti fra tutti gli impegni che aveva.
Quella sarebbe stata infatti una settimana impegnativa:
Per riparare ai giorni di feria che lui è Harry si erano presi, ora dovevano lavorare il doppio.
Uscivano di casa alle 5 del mattino-e questo considerava che si svegliassero almeno alle 4 e un 15, fra le profuse lamentele del rosso-e si ritirava la sera, non prima delle nove. Troppo stanchi per fare altro, spilluzzicavano qualche avanzo per cena e salivano nelle loro camere, dove si addormentava o come sassi, per poi ricominciare la routine da capo. E nella notte Ron era spesso in compagnia del Sogno. Il sogno.
Il ritmo si era calmati poco a poco, e avevano avuto una tregua giusto ora, che stavano ora, che stavano lasciando il campo Aurur alla bellezza delle 19:00, un vero record.
"sai una cosa" borbottò Harry in quel momento "smaterialliziamoci senza passare dalla città, va a finire che ci riconoscono."
"non possiamo" sbuffò Ron contrariato, "no ci si può smaterializzare all'interno del campo Aurur" e nel dirlo imitò la voce della direttrice, una certa Julie Jones, con I Cappelli rossi sempre tirati all'indietro, enfatizzando il volto rugoso e ammuffito che somigliava ad un avvoltoio. A volte faceva paura, ma la parte più terrorizzante era il rossetto rosso accesso che spiccava su quelle labbra carnifere.
Harry rise sommessamente, un po' sollevato, ma poi impallidí alla vista di un uomo dalla pelle scura che veniva verso di loro.
Ron sbuffò, conscio di quello che sarebbe avvenuto di lì a breve.
"Harry, Ron!" l I salutò Dean Tomas.
Ho sbagliato pensò Ron meglio cosí.
Come se per te sbagliare fosse una novità, Ronald gli sussurrò una vicina che assomigliava incredibilmente a quella di Ginny.
"Dean" risposero in coro Ron e Harry, rispondendo al sorriso. Ma Harry lo fece forzatamente, e non si estese agli occhi, che fissavano il nero truci.
"come va?, è da tanto che non scambiamo due parole"
"benissimo" rispose Harry sbrigativo.
"con Ginny tutto ok?" domandò ancora Dean, nel vano tentativo di salvare la conversazione.
"a gonfie vele" disse Harry in quello che somigliava terribilmente ad un sibilo.
Dean perse le speranze nel fare quattro chiacchiere, e si dileguò.
"Finito l'allenamento" commentò "bhe, devo andare, ci vediamo!"
Le ultime parole si persero nel vento primaverile, e i due ragazzi, lo osservarono allontanarsi ancora con la mano alzata, in segno di saluto.
"Dean è strano" dichiarò Ron, e si rincamminò, seguito dal migliore amico.
Ron devi invitarla a uscire la voce di Ginny risuonò di nuovi chiara e forte nelle sue orecchie, le stesse parole che sentiva da giorni ma a cui non aveva prestato ascolto.
Ora, invece si prese il tempo per assaporarle, e soppesarle per bene.
Hermione era sembrata sempre felice, anche se non si vedevano molto spesso per via del lavoro. E Ron era sicuro di aver fatto tutto bene, se no lei l'avrebbe lasciato, no?
Si chiese come mai Ginny gli avesse detto quelle cose, e quando la soluzione gli si materializzò nella  mente, come un lampo a ciel sereno, impallidí.
Le femmine parlano fra loro.
Hermione si era lamentata con Ginny?
Oh merda
Era possibile, le die ragazze erano molto amiche. E con un altro lampo a ciel sereno rivide le espressioni di Hermione durante la passeggiate il sabato prima del suo compleanno.
Impallidí ancora di più.
Non voleva perderla.
Non poteva perderla.
Doveva stupirla, si, assolutamente, era questa la soluzione, ovvio.
L'aveva detto perfino Ginny!
Ora rimaneva un altro interrogativo: come?
"cosa?" domandò Harry.
Ron sobbalzò.
"cosa?"
"cosa come?"
" eh? "
"ah lascia stare, devo essermelo immaginato" disse Harry scuotendo la testa, mentre Ron lo fissava, l'ennesima lampadina si accese nel suo cervello.
"Harry!" esclamò bloccandosi.
Ma certo, è logico!
"cosa?"
"come fai a sorprendere Ginny?"
Harry fissò Ron stralunato. Voleva saperlo? Non era una trappola?
Certo che è una trappola ragionò trappola da fratello maggiore, vuole vedere se la tratto bene. Bingo.
"allora?" chiese Ron.
Ginny non si era mai lamentata di Harry, quindi voleva dire che la trattava bene, no?
E chi, quindi, meglio di Harry poteva dire come sorprendere una ragazza.
"non l'abbiamo ancora fatto" sputò Harry sulla difensiva.
Bugiardo. Risuonò la voce di Ginny
Tesoro è meglio se questo Ron non lo sa, non credi?
Fifone.
"ma... Cosa c'entra?" Ron lo guardava con le pupille dilatate "io non voli-lasciamo perdere, come fai a sorprendere Ginny?"
Harry si prese un attimo per interrogarsi sulla salute del suo stato mentale, sentire la voce della propria ragazza è normale?
Si, ovviamente.
Sentirla dentro la testa?
Un po' meno.
Rabbrividi, poi abbassò la guardia.
" perché? " chiese
" che? " ribattè Ron, indisposto a dare spiegazioni
"va bene" sospirò Harry "falle una sorpresa"
Problemi con Hermione, Ronnie?
"wow Harry, non c'ero arrivato che per sorprenderla dovessi farle una sorpresa." sbuffò il rosso.
"e allora cosa vuoi sapere?"
"come fare una sorpresa"
Harry inclinò la testa "il regalo di tuo padre"
"è come?"
"devi usarlo" disse Harry con un sorriso.
"come?" chiese ancora Ron.
"non sai cosa è, vero?"
"vero"
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"questo è un GPS" spiegò un Harry esageratamente divertito, a un Ron esageratamente stupefatto "serve per trovare le strade, tu inserisci la via e questi ti indica cosa devi fare per raggiungerlo, chiaro?"
Ron annuii, in uno stato di Trans.
Appena entrati alla Tana si erano catapultati di sopra, o meglio, Ron so era catapultato di sopra, esaltato alla prospettiva di capire il regalo del padre, Harry si era fermato a dare un bacio a Ginny, che adesso era seduta sul letto del fratello e ascoltava la conversazione svogliatamente.
Ma quanto ci mettono...
"È come faccio a fare una sorpresa ad Hermione?"
Ginny sbuffò sonoramente.
"vai a casa sua, no?"
"No" Ron parve essere preso dal panico "non posso presentarmi a casa sua senza preavviso, e poi una volta li che faccio comunque?"
"ti verrà in mente" gli assicurò lei.
Il tono di voce le si era addolcito, e Ron provò un moto di affetto nei suoi confronti, stava spendendo tutto quel tempo per lui!
Ron sbrigati ad andartene che io e Harry abbiamo casa libera e vogliamo divertirci.
"è dove-"
"Harry inserisci tutto tu su dove sputa Hermione" lo interruppe Ginny fermamente volenterosa di tenere fede ai suoi pensieri "così Ron tu ti smatarielizzi nella via di casa sua e festa finita"
"posso accompagnarlo" si offrí Harry, ma Ginny gli rifilò un occhiataccia dalla quale lui capii i progetti di lei, e si affrettò ad aggiungere "però sarebbe meglio che tu vada da solo, sai-"
"si" lo interruppe Ron deciso "vado da solo" si alzò e abbandono la stanza.
Harry e Gunny si scambiarono uno sguardo esasperato.
"il GPS!!"
"Giusto!"
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Ron si trovava lì, difronte alla casa di Hermione, la mano bloccata vicina a suonare il campanello.
Forza Ron, Ginny ha ragione non hai più fatto tanto per lei dopo il vostro appuntamento, se così si può chiamare.
Potrebbe pensare che tu non ti interessi più a lei se continui così, devi dimostrarle che lei è importante per te. Ricordati le sue espressioni durante la passeggiata. E le occhiate che lancia a Bill e Fleur.
Non capii il senso dell'ultimo pensiero, loro due non c entravano niente con lui e Hermione, a meno che...
A meno che lei non voglia che la tratti come Bill tratta Fleur.
E come tasselli di un puzzel tutto concise, le occhiate, le domande e il resto.
Tu non la trascuri.
Suonò il campanello e aprii Hermione, Ron non pensò a quello che faceva, l'attirò a sé e la baciò.
Hermione rispose con trasporto, felice.

Romione: OltreWhere stories live. Discover now