Impegno

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Ron non sapeva di aver pensato quelle parole fin quando non le disse a Harry.
Lui era un Grifondoro, avrebbe 'lottato' per comprare quella casa.
Hermione se la meritava.
L'unico problema era: come guadagnare di più?
Avrebbe dovuto fare altri lavori oltre a l'Aurur, ma questo l'avrebbe portato a passare meno tempo con Hermione e alla Tana, e avrebbe insidiato il sospetto nei suoi parenti. Harry poteva coprirlo, certo, ma fino a quando non sarebbe diventato ridicolo? Dove era la line che divideva fra un buon Hobby, e scuse poco convincenti?
Inoltre c'era da preparare il matrimonio fra Percy e Audry.
La legge morale dei fratelli - dettata soprattutto da Molly Weasley - imponeva che tutti dessero una mano negli inviti, prenotazioni, vestiti...
Già con il matrimonio fra Bill e Fleur, ed era stato faticoso, prepararne un altro sarebbe stato distruttivo poiché c'era stato un bel da fare, ma almeno adesso Ron sapeva cosa aspettarsi.
Per questo, appena entrò alla Tana, si diresse velocemente in camera sua - sperando vivamente che sarebbe rimasta tale solo per poco - e la mise apposto, pulendo alacremente.
Se Hermione Grenger l'avesse visto in quel momento avrebbe pensato che il suo fidanzato fosse sotto il controllo della maledizione Imperio.
Ron prese la bacchetta, pronunciando l'incantesimo 'Gratta e Netta'. Non uscii molto bene, non come sarebbe venuto a Harry o Hermione, ma Ron si accontentò.
Prese le diverse magliette che ricoprivano il pavimento come un tappeto di foglie cadute farebbe con l'erba in autunno, le piegò - o almeno ci provò - e le rispose nella armadio - in quello che sperava potesse chiamarsi ordine.
Poi si concentrò sul comodino. Questo era ingombranti da: carte di patatine, carte di gelato, carte di caramelle...
Carte di ogni tipo, insomma.
Sospirò e le fece evanascere con la bacchetta. Aprii i cassetti e Sorrise alla vista di quello che c'era dentro.
Prese il contenuto del cassetto e si sedette sul letto. Lo girò fra le mani.
La scacchiera che gli aveva regalato Hermione qualche tempo prima, per il suo compleanno. Non l'aveva tirata fuori spesso, ma gli piaceva da morire.
Il fatto che dovesse muovere da solo le pedine lo affascinava. Non aveva attacchi nevrotici!
Sorrise ancora e lo rispose nel cassetto, poi iniziò a gettare tutte le carte che lo ingombravano.
Si imbattè anche nel GPS che gli aveva regalato il padre, e si immaginò di mettere la via e le coordinate della casa che voleva comprare.
Inevitabilmente un sorriso ebete gli si formò sul volto. Scosse la testa e lo mise sopra la scacchiera.
Ora più che mai era sicuro che si sarebbe impegnato per quella casa.
"che stai facendo?"
Sobbalzò, voltandosi di scatto.
Ginny era in piedi sulla porta, e lo scrutava con un ci piglio che non prometteva niente di buono.
"pulisco" Ron alzò le spalle, nel modo più disinvolto possibile.
"mmm"fece Ginny poco convinta, stringendo le palpebre.
Ron deglutii impercettibilmente.
"cercavi qualcosa?" chiese il rosso, ostentano un tono tranquillo.
"vieni si sotto" disse lei e sparí giù per le scale.
Ron trasse un Sospiro di sollievo prima di seguirla.
La famiglia era riunita in salotto, o meglio quello che ne rimaneva.
Molly e Arthur erano in piedi difronte a Harry e Ginny, seduti sul divano. Ron li raggiunse.
"Ben arrivato" lo accolse il padre.
Ron gli fece una smorfia che doveva essere un sorriso.
"sapete vero che Percy e Audry si sposano?" chiese Molly. A un segno affermativo sa parte di tutti continuò "le nozze saremmo a breve, verso la fine di settembre"
Ron si strozzò con la saliva.
"qualche problema?" gli chiese Molly accompagnandi la domanda con uno sguardo omicida che indusse Ron a non rivelare i suoi timori e la sua sorpresa. Chiese solo :"come mai?"
La donna inarcò un sopracciglio.
"perché vogliono."
"mi pare logico..." mormorò Ron.
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"Quindi cosa potrei fare nel mondo Babbano?" chiese Ron, quando lui e Harry furono tornati in camera - il moro ai era complimentato con l'amico per l'ordine che c'era.
Harry si voltò, inarcando un sopracciglio.
"io non punterei su lavori babbani per guadagnare di più" disse calmo.
Ron si chiese come facesse Harry a sapere il suo obbiettivo, poi si rese conto che era molto palese.
"perché?" chiese, realmente curioso della risposta.
"Si guadagna poco" Harry si strinse nelle spalle " non riusciresti a trovare abbastanza soldi, ma potrei sempre presatar-"
"ne abbiamo già parlato, Harry" lo interruppe Ron. "non mi aiuterai a pagare la casa"
Harry Sospirò, voleva realmente aiutare l'amico.
"allora cosa dovrei fare?" riprese Ron, cercando di agganciarsi alla conversazione.
"vai nel negozio di George"
"cosa?" chiese Ron, gli occhi fuori dalle orbite.
"pensaci" disse Harry "e un ottimo aliby, e non farà insospettire Hermione, inoltre guadagnerai bene"
Ron lo fissò, chiedendogli con gli occhi se fosse serio.
A quanto pareva si.
Avrebbe dovuto andare da George e chiedere lavoro nel suo negozio?
Sarebbe stato come chiedere al fratello di prestergli dei soldi?
No si disse tu lavoreresti e guadagnersti.
George avrebbe detto di sì?
Lo avrebbe preso in giro?
Ce l'avrebbe fatta a far combaciare gli allenamenti Aurur con i turni al negozio?
Ma, cosa più importante di tutte:
Hermione si sarebbe insospettita?
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Ron aveva preso una decisione.
Avrebbe chiesto di essere preso come cassiere da George e, se lui avesse chiesto spiegazioni, Ron avrebbe detto la verità. Sperava solo che non lo prendesse in giro.
Si smareriallizzò ai Tiri Vispi Weasley, con la speranza di vedere George direttamente lì, ma lo trovò chiuso.
Sospirò: sarebbe dovuto andare alla casa che condivideva con Angelina.
Non sapeva esattamente dove si trovasse, così camminò a piedi, nella vana speranza di trovarlo senza indicazioni. Dopo poco ebbe fortuna.
La casa di George e Angelina era molto bella, ma sospettava che, se le cose fra i due fossero andate bene, prima o poi sarebbero tornati alla stanza che i due gemelli dividevano sopra il negozio di scherzi.
Sperò di non disturbare troppo e bussò alla porta.
Per Hermione avrebbe fatto questo e altro.

Romione: OltreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora