Confessioni

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Ron aveva notato in Hermione un comportamento sempre più strano.
Sapeva che gli stava nascondendo qualcosa.
Negli ultimi tre mesi dal compleanno di James, Hermione si era ritirata a casa dal lavoro molto tardi, e non mangiavano quasi mai insieme, lei e Ron. Le poche volte che succedeva, sembrava che per lei fosse uno sforzo enorme.
Inoltre, sembrava in ansia perenne. Ogni volta che sentiva un tumore fuori posto scattava sull'attenti, e più volte aveva sfoderato la bacchetta per degli innocenti gatti che si aggiravano da quelle parti.
Che lo volesse lasciare?
Dopo tutto quel tempo insieme non capiva come mai questo cambiamento improvviso, ma tutto era possibile quando si trattava di Hermione.
Aveva anche provato ad affrontare in discorso con lei, se si sentisse bene, se si sentisse amata...ma lei aveva troncato tutto sul nascere.
Altre volte, invece, era lei,Hermione , che provava ad attaccare discorso ma, inspiegabilmente ,poi se ne usciva con frasi come:"no, non fa niente, lascia stare"
Sembrava in perenne lotta con sé stessa.
Ron cercava di convincersi che andava tutto bene, ma ignorare il problema - anche se non sapeva quale - non lo avrebbe certo risolto.
Perciò aveva iniziato a interrogarsi su cosa avrebbe potuto turbare così la moglie. Aveva chiesto a Harry, ma era come cascato dalle nuvole: con la seconda gravidanza di Ginny a cui badare era parecchio distratto per il resto.
Ron avrebbe voluto chiedere anche alla sorella - incinta del terzo mese - se sapeva qualcosa in merito allo stato d'animo di Hermione, ma lei aveva ribattuto dicendo che la trovava come sempre.
Che sia paranoico? Pensò Ron in quel momento. Era sdraiato sul letto matrimoniale, di sera, le braccia sotto la testa.
Se davvero Hermione stesse bene?
Eppure a lui sembrava tanto strana...
Si sbagliava? Non riusciva più a capire la moglie? Oppure erano gli altri a non vedere che Hermione non stava bene?
Scosse di nuovo la testa , troppi interrogativi a cui dare una risposta.
E poi c'era quella sensazione.
Quell'istinto che gli diceva che Hermione stava nascondendo qualcosa.
Ma se così era...perché non ne parlava con Ron? Perché non si fidava di lui? Aveva fatto qualcosa che l'aveva offesa e che le aveva fatto perdere la fiducia nei suoi confronti?
Non riusciva a darsi pace.
Inaspettatamente, la serratura al piano di sotto scattò.
Ron si alzò con la stessa velocità e si diresse giù.
Hermione stava entrando in casa, di soppiatto, come se si aspettasse che il marito dormisse.
"Già tornata?" Fece ironico Ron: sapere il perché del comportamento di Hermione lo stava portando all'esaurimento nervoso.
La donna sobbalzò, voltandosi di scatto.
"Ron" disse, perplessa e confusa al tempo stesso "mi hai fatto paura"
Lui scese lentamente le scale, raggiungendola.
"L'ho avevo notato ..." Mormorò "come mai ci hai messo tanto?"
Hermione arrossì lievemente.
"Giornata impegnativa" li sorpassò fino ad arrivare al divano, dove posò la borsa.
"Impegnativa come quella di ieri?" Chiese ancora lui. "E del giorno prima? E del giorno prima ancora?"
"Anche io faccio un lavoro, Ron, e normale che torni a casa tardi, non trovi?" Disse lei, senza alzare gli occhi dal divano.
Ron era ormai ad un passo di distanza dalla moglie. Si pentii di aver usato un tono così brusco e poco gentile, perciò parlò con più calma e più dolcemente.
"C'è qualcosa che devi dirmi?" Le chiese.
Per un momento, Hermione si pietrificò sul posto, immobilizzandosi.
Tornò normale in veramente poco tempo, e Ron si chiese se per caso non se lo fosse immaginato.
"Che intendi?" Chiese Hermione.
Ron si strinse nelle spalle "così "
Hermione assotigliò lo sguardo, fissandolo con accusa negli occhi.
"Perché me lo chiedi?" Domandò sospetta.
"Sono preoccupato, sei strana-"
"Ron non ricominciare " tagliò corto lei "va tutto bene"
"Sicura?"chiese lui, carezzandole una guancia.
"Certo"
"Puoi-"
" Lo so Ron " lei gli sorrise rassicurante.
Ron sospirò allontanandosi dalla moglie.
Hermione lo guardò andare via con un enorme sensi di colpa che le si propagava in petto.
Scosse la testa: doveva resistere.
Mentire era la scelta giusta.
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Hermione era insonne , adesso.
Aveva le mani aggrappate alla coperte , perfettamente supino ,o sguardo perso nel buio sopra di lei.
Avrebbe aspettato solo un altro po' ,poi lo avrebbe detto a Ron , diceva dirglielo.
Le serviva solo un po' di tempo...tutto qui.
Poi ne avrebbe parlato con il mondo intero.
L'unica cosa che temeva erano gli sguardi. Quello che tutti le avrebbero lanciato. Quei "stai attenta , mi raccomando" che l'avrebbero distrutta , quei "se avete bisogno, chiamate" che l'avrebbero mandata a terra.
Ma non aveva altra scelta, il giorno dopo lo avrebbe detto a Ron.
Doveva solo trovare il luogo adatto.
E aveva già in mente un posto.
Quando Ron e Hermione si svegliarono, l'uomo fu sorpreso di vedere la moglie di nuovo di fronte a lui. La guardò prima perplesso e poi scettico , ma infine sorrise.
Hermione cercò di ricambiare il sorriso, ma non era troppo convincente. Ron però decise di non infierire, e di non continuare a chiedere cosa c'era che non andasse.
Hermione gli lanciava occhiate in sottecchi, per individuare quale fisse il momento più opportuno per dirgli di andare all'appuntamento .
"Ron " disse infine quando ebbero entrambi finito di mangiare "oggi ale cinque , incontriamoci al nostro posto, va bene?"
Ron la guardò perplesso, ma Hermione fece un cenno con la testa per fargli intendere che non avrebbe aggiunto altro.
Sia Ron che Hermione si alzarono più leggeri.
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Ron trascorse quasi tutto il giorno a controllare l'orologio, aspettando con ansia che arrivassero le cinque.
Quando ciò accadde, fu colto da un improvvisa e inspiegabile paura.
Cosa voleva dirgli Hermione?
Cercò di non pensarci, si fece forza e si smaterializzò direttamente alla Radura circolare.
Hermione non era ancora arrivata, così lui si sedette sul tronco caduto per aspettarla.
Picchiettava convulsamente l'indice sul ginocchio, segno che era molto ansioso.
Alle cinque e due iniziò a spazientirsi: era un fascio di nervi e il più minimo ritardo lo faceva preoccupare.
Quando sentii il PoP della smaterializzazione si alzò di scatto, come una molla.
Hermione era difronte a lui, cercava di sorridere.
Ron si risedette e Hermione prese posti al suo fianco.
Rimasero in silenzio per un po', fin quando Ron non si sentii soffocare per la mancanza di informazioni.
"Allora cosa?"
"Sono incinta, Ron" disse di getto lei,senza staccare gli occhi dalle sue mani.
Ron rimase un attimo interdetto, poi, una volta che ebbe assimilato l'informazione, un sorriso a trentasei denti gli si formò sul volto.
Si lanciò per abbracciarla, ma quello che Hermione disse lo bloccò.
"Sono al terzo mese"
"Cosa?" Ron aveva ancora le braccia alzate. "Da quanto tempo lo sai?" Chiese quando Hermione non accennava ad aggiungere altro.
Lei lo fissò, gli occhi pieni di lacrime "tre mesi " mormorò.
Ron balzò in piedi "perché non ne lo hai detto?" Chiese furioso.
"Avevi paura di perderlo" si giustificò Hermione, alzandosi a sua volta .
"E se fosse successo?" Domandò Ron, mentre sentiva una rabbia ceca montare.
"Non volevo farti soffrire..." Mormorò lei.
"Ma avresti dovuto affrontare tutto da sola!" Urlò lui.
La donna abbassò lo sguardo, notificata.
Ron si rese conto di avere esagerato.
Sospirò.
"Quando imparerai che puoi dirmi tutto?" Le chiese dolcemente mentre le asciugava un lacrima.
" Ma se.."iniziò lei.
"Ti avrei offerti la spalla su cui piangere" la interruppe il marito.
Si guardarono con dolcezza, poi Ron esclamò:" Forza diamo la bella notizia a tutti"
Hermione rise,e la processione di parenti iniziò.
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Finito di infornare tutti, Ron e Hermione tornarono a casa.
Avevano entrambi ancora impresso nella mente le espressioni di Tutti:
Molly e Arthur gli avevano detto che cel'avrebbero fatta; Bill e Fleur gli avevano semplicemente fatto le congratulazioni; Percy e Audrey avevano dato qualche consiglio; George e Angelina non si erano espressi e Harry e Ginny erano stati i più felici.
Adesso toccava solo ai signori Grenger.
Ron credeva che anche loro sarebbero stati felici, in quanto avrebbero avuto finalmente il loro nipotino.
Quando bussarono venne loro ad aprire Jean.
Si accomodarono e una volta che fu sceso anche Hugo, Hermione sganciò la notizia.
"Sono incinta"
Jean e Hugo sgranarono gli occhi, poi gettarono le braccia al collo dei due giovani.
"E fantasticò!" Strepitò la madre di Hermione "un nipotino,finalmente!" Si voltò verso il proprio marito e la sua espressione assunse una sfumatura triste.
"Ch-che ce?" Balbettò Hermione, preoccupata.
Hugo la guardò, fece un sorriso triste.
"C'è una cosa che anche io dovrei dirti"
"Ovvero?" Chiese la figlia, mentre il suo cervello si metteva in moto.
"Ho il cancro"
Il cervello di Hermione si bloccò. Sentiva le lacrime premere per uscire, e la sua bocca si piegò in una smorfia nel vano tentativo di non piangere.
Ron aveva la stessa espressione della moglie, attonita.
"Tranquilla Hermione" intervenne velocemnte la madre "guarirà "
"Davvero?" Hermione tirò un sospiro di sollievo.
"Ovviamente dovrò curarmi" disse Hugo "ma me la caverò, non e grave"
Jean si appoggiò alla spalla del marito "non e ancora arrivata la sua ora "
Risero.
Ron e Hermione se ne tornarono a casa poco dopo, entrambi promettendo che, questa volta, sarebbero stati più attenti con la gravidanza.

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