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Era un mese ormai che Hermione era incita.
Aveva fatto i controlli e il bambino cresceva bene, il sangue era a posto e iniziava a non aver la nausea quando stava vicino a del formaggio.
Ora erano gli inizi di settembre, il primo, per la precisione, e mentre l Hogwarts Express partiva per portare alla suola giovani maghi e streghe più o meno bravi, Hermione era al tavolo della cucina, a mangiare dell'uva.
Ultimamente era il suo cibo preferito.
La pancia non si vedeva ancora, era ancora liscia e piatta, come quella di una tavola.
Non sarà così ancora per molto pensò emettendo un piccolo rosolino.
Prese un altro Chicco d'uva e lo mangiò con voracità.
"Hai finito tutta l'uva che avevo comprato in un mese, sai?"
Suo marito, Ron, si affacciò alla porta della cucina, con un sorriso sghembo sul volto.
Hermione lo fulminò con lo sguardo: non era giornata per scherzare.
"capito" Ron le voltò le spalle, dirigendosi al frigo.
Hermione iniziò a picchiettare sul tavolo con le unghie, in una melodia fastidiosa come di trapani nelle orecchie.
Ron, senza farsi vedere dalla donna, alzò gli occhi al cielo, ormai esasperato al comportamento della moglie.
A volte le partivano queste fisse; o era il pulito; o il generare rumori fastidiosi a tutti meno che alle orecchie di lei; o era il mettere al posto; oppure - ma questa era quella più salutare che aveva - riempire la giornata facendosi dei bagni.
Ron non capiva come e perché Hermione si sentisse in bisogno, in alcuni giorni, di farsi un trecento bagni al giorno, ma evitava di infierire, per non essere lui oggetto dell'ira della moglie.
Ron lasciò Hermione al suo concerto con le unghie, e si diresse in soggiorno.
Il giorno prima era arrivata ai due coniugi una lettera da parte di George e Angelina. Poiché alla donna era scattato il terzo mese, si poteva vedere il sesso del bambino e i due lo avevano chiesto.
Un maschietto.
"Fred" aveva già annunciato di volerlo chiamare George, con Angelina al suo fianco che annuiva con vigore.
Ron non poteva essere più felice per il fratello.
In quanto a lui e Hermione, essendo solo al primo mese non potevano ancora vedere il sesso del bambino, ma i nomi erano rimasti uguali.
Rose Minerva Weasley se femmina.
Arthur Harry Weasley se maschio.
Non lo avevano ancora detto agli altri, poiché volevano pensarci su un altro po', e inoltre non volevano cambiare idea all'improvviso con la preoccupazione di avvisare tutti i parenti.
Ron sapeva che sia Arthur che Harry sarebbero stati entusiasti di sapere il nome del bambino, per questo aspettava anche l'occasione giusta per farlo.
Ron si sedette pesantemente sul divano.
Poco dopo arrivò la sua Hermione, sembrava in po mogia.
Ron la fece sedere al suo fianco, e Hermione si raggomotolò contro di il rosso.
Il respiro di lei solleticava il petto nudo di Ron.
Sorrise.
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Hermione fissava la lettera corrucciata.
Era appena arrivata, proprio mente lei e Ron si preparavano per il pranzo.
Il rosso in questione la fissava tra il curioso e preoccupato. Vedeva gli occhi di Hermione discorrere la carta e assotigliarsi sempre di più, nella ricerca di qualcosa che, evidentemente, non riuscivano a trovare.
"che c'è?" chiese dopo quindici minuti di silenzio, incapace di trattenersi oltre.
"Harry e Ginny" disse Hermione e, poiché non accennava a voler aggiungere altro, Ron diede un colpo di tosse.
"chiedono se possiamo andare da loro dopo pranzo"
"Dobbiamo per forza?" chiese lui speranzoso in una risposta negativa: quel pomeriggio voleva fare altro.
"dicono che è importante"
Ron Sbuffò, e vide i suoi piani per il pomeriggio volare in fumo.
A quei due conviene che sia qualcosa di strettamente importate, o la faccio vedere io. Pensò.
Hermione lo guardò male: lei voleva uscire. Stare sempre in casa non le piaceva.
Ron sforzò un sorriso.
Ci sarebbero andati, lui già lo sapeva, ma sperava sempre in un improvviso cambiamento di idea da parte di Hermione.
Non avveniva mai.
Quando finirono di mangiare Ron e Hermione si preparavano.
Data l'assenza della pancia, Hermione non aveva ancora dovuto comprare i vestiti pre-mamma. Ma non vedeva l'ora di farlo, per questi sperava che si, la pancia crescesse, ma che il bambino rimanesse dentro questa il più a lungo possibile.
Voleva sentirlo scalciare, girarsi...
"Hermione?" la voce del marito la riportò alla realtà. Era rimasta a guardare il vuoto con i pantaloni ancora infulati a metà, mentre fantasticava sul suo meraviglioso figlio.
"tutto bene?" le chiese lui avvicinandosi.
Hermione annuii, Sorrise.
"benissimo Ron" disse prima di tornare a infilarsi i suoi indumenti.
Ron tentennò un attimo, a scrutarla, per verificare se fosse veramente tutto apposto o se gli stesse mentendo.
Sembrava stare bene, ma Hermione era quel tipo di donna che sottovaluta a le emergenze e soppravalutava le sue capacità. Questo non perché fosse un pallone gonfiato, ma per il semplice fatto che era cresciuta conoscendo che le sue abilità magiche erano straordinarie. Abituata alle lusinghe, tendeva a soppravalutare il suo corpo, non lamentandosi anche per non far preoccupare il marito.
Sospirò e tornò a infilarsi la giacca.
Furono pronti in relativamente poco tempo e uscirono dalla loro casa.
Incredibilmente trovarono Ginny che si sbracciava per salutarli sulla porta della sua casa, con un sorriso a trentasei denti.
Ron e Hermione si scambiarono uno sguardo a metà fra il sorpreso e il perplesso, poi scrissero in simultanea la testa mentre si avviavano alla casa dei Potter.
"Ron, Hermione" Ginny saltò loro addosso ancora prima di permettere ai due coniugi di entrare.
Harry si affacciò sulla porta di casa, e qua di vide i suoi due migliori amici stritolati dalle braccia assassine della moglie si limitò a sorridere.
Quando Ron e Hermione riuscirono a liberarsi di Ginny, che si era trasformata temporaneamente - o almeno così soeravano - nella copia giovanile della signora Weasley, riuscirono a salutare anche Harry.
"volete un aperitivo?" chiese quest'ultimo.
Ron e Hermione si scambiarono uno sguardo perplesso, ma annuirono, anche se tutti sapevano che Hermione avrebbe avuto la nausea e Ron si sarebbe ingozzato.
Entrarono nell'abitazione, con Ginny che chiudeva la fila, sempre con quel sorriso a tratti inquietante che in quel periodo la caratterizzava.
Chiuse la porta dietro di loro, e Hermione sobbalzò.
Ron le posò gentilmente una mano sul braccio, per comunicare di non preoccuparsi.
C'era lui con lei.
Hermione gli sorrise riconoscente, ma non avrebbe mai ammesso ad alta voce che quel gesto le era stato più d'aiuto di quanto Ron immagginasse.
Si sedettero tutti sul divano, in salotto, mentre Ginny faceva levitate una scatola di salatini fino a loro.
Hermione fece una smorfia, mentre Ron si leccava I baffi dall'acquolina.
La riccia Mandò un occhiata schifata prima agli sneak e poi al marito, dopo voltò la testa verso la coppia, che sorrideva felice. Harry e Ginny si presero per mano mentre una strana idea dmsi faceva spazio nella mente di Hermione, e al col tempo cresceva un sorriso anche sul suo volto.
"allora?" chiese Ron ancora preso dalle patatine "che c'è?"
"sono incita" disse Ginny.
Ron sbiancò, facendo cadere le patatine.
Hermione balzò in piedi, precitandosi verso gli amici e facendo loro le congratulazioni.
"grazie per gli auguri Ron" esclamò sarcastica Ginny.
"congratulazioni" disse lui con voce strozzata.
"ma velo immaginate?" esclamò invece Hermione entusiasta, Co giungendo le mani. "cresceranno praticamente insieme"
"a un mese di differenza" precisò Harry con il sorriso.
Hermione annuii "andranno a Hogwarts insieme" sussurrò entisiata.
Si asciugò una lacrima di nostalgia per quella scuola che aveva lasciato anni prima dove aveva sofferto ma aveva anche riso, scherzato e, soprattutto, conosciuto suo marito.
Era ora di farsi da parte per la nuova generazione, che avrebbe vissuto la propria vita costellata di avventure. ma nessuno avrebbe dimenticato i momenti trascorsi a Hogwarts.
Perché si sa, Hogwarts è come una seconda casa.
Ansi, senza come.

Romione: OltreWhere stories live. Discover now