L'ultimo Interrogativo

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Era passato un mese dalla nascita di Hugo.
Ron e Hermione lo avevano portato a casa per la prima volta tre giorni dopo il parto, e aveva conosciuto Rose, la sorella , quando aveva due ore di vita .
Era passato a trovarlo anche l'intera famiglia Weasley che, con quel bambino, si chiudeva definitivamente.
Per fino Teddy e Andromeda erano passati a trovargli, dicendo che il bambino era il perfetto mix tra di loro: capelli castani come la madre e occhi azzurri come il padre.
Jean era passata per ultima, quando ormai se ne erano andati tutti.
Aveva preso il bambino in braccio e aveva detto che somigliava tanto al suo Hugo.
Le era caduta una lacrima di commozione.
L'ultima cosa che aveva detto prima di uscire era stata:"L' ho preso in braccio anche per lui"
Poi il bambino era tornato tra le braccia della madre, che aveva sorriso: effettivamente somigliava in modo incredibile al nonno materno, il padre di Hermione.
Una volta tornati a casa la prima settimana era stata parecchio difficile.
Hugo si svegliava in piena notte e svegliava anche Rose, che si precipitava nella stanza dei genitori per lamentarsi.
Quando Hermione prendeva in braccio il più piccolo, Rose, prima chiedeva se poteva prenderlo lei, poi reclamava al padre di essere presa in braccio come il fratellino. Lo guardava male, quando succedeva quel teatrino.
Ma più volte Hermione aveva visto la maggiore chiedere al padre di poterla sollevare, in modo da vedere il fratellino che dormiva dentro la culla.
Le si era formato un sorriso tenero sul volto.
Ron e Hermione passavano anche più tempo con Harry e Ginny.
La piccola Lily aveva già iniziato a gattonare, e spesso andava dalla zia per vedere il cuginetto. Sembravano già molto legati.
Hermione aveva anche già calcolato che sarebbero andati a Hogwarts insieme, e avrebbero coltivato la loro amicizia.
Anche Rose e Albus diventavano sempre più legati, ma spesso le loro conversazioni erano incentrate sulle lamentele che avevano da fare sui vari fratelli e sorelle minori, e dei disagi che portavano.
Hermione e Ginny si facevano delle grasse risate quando esponevano anche a loro i problemi.
James invece aveva osservato Hugo solo per sapere qual fosse lo scherzo più adatto da fargli.
Harry lo aveva subito minacciato di non toccare il nuovo arrivato, ma Ron e Hermione dubitavano che il piccolo rispettasse la  volontà del padre.
Nonostante tutta la loro felicità, Hermione non riusciva ancora a togliersi dalla testa una domanda.
Non aveva mai dimenticato Arthur.
Adesso sta bene?
Era questa la prima cosa che pensava quando si alzava la mattina. Era in costante ansia per lui, nonostante i suoi due bambini sulla terra fossero accanto a lei, felici, Hermione riusciva a pensare solo al figlio che aveva perduto, e che adesso era distante da lei.
Non aveva mai dimenticati Arthur, e spesso si angosciava così tanto, o era talmente persa nei suoi pensieri su di lui che non si accorgeva che Hugo piangeva o che  Rose l'aveva chiamata già per tre volte.
Hermione chiuse gli occhi, pensando: avere tre figli le sarebbe piaciuto, ma non se la sentiva di rischiare una quarta gravidanza.
E se fosse andato tutto storto?
Non poteva rischiare di morire e lasciare i suoi figli crescere senza madre.
E aveva paura di perdere un altro bambino.
Credeva - anzi sapeva - che ne lei ne Ron avrebbero sopportato un altra perdita, e nemmeno il rischio di un altra perdita.
Si sarebbero accontenta dei due magnifici figli che aveva.
Sapeva anche, in cuore suo, che Hugo non avrebbe mai rimpiazzato Arthur. Che la paura per la quale non voleva chiamare il terzo figlio come il primo era superflua, infondata.
Quando lui e Rose sarebbero stati più grandi gli avrebbero raccontato tutto su il loro fratello maggiore, ma non adesso, non ora che erano troppo piccoli.
Ora raccontavano loro degli aneddoti di Hogwarts, di come era stata la loro storia di amore e gli anni di scuola.
Avrebbero raccontato loro della guerra più avanti.
Per ora, solo racconti allegri, che sarebbero rimasti per tanto tempo ancora.
Ma Hermione non riusciva tuttavia a togliersi la domanda di Arthur dalla testa:
Adesso sta bene?
La porta di casa si aprii, e lei sobbalzò.
Stava allattando Hugo sul divano, Rose seduta sulle sue gambe.
Ron fece capolino dentro casa.
"Ma cioa" disse avvicinandosi " tuo ho spaventata?" Chiese alla moglie, mentre le lasciava un bacio a fior di labbra.
"Papà!" Disse Rose, scendendo dalla gambe della madre e dirigendosi verso il padre.
"Rosie" Ron la prese in braccio "hai fatto la brava?"
La bambina annuii.
"E invece Hugo sta sempre a mangiare?" Chiese sorridendo il rosso, notato come il figlio si affaticasse per ciucciare dal seno della madre.
Hermione rise.
"A quanto pare si"
Si alzò e l'intera famiglia si diresse in cucina.
Mangiarono tranquillamente.
Non avevano la più pallida idea di quello che sarebbe successo a Hermione quella notte.
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Hermione si svegliò di sopprassalto.
Aveva sentito uno strano rumore, ma non sapeva se se lo era immaginato.
Nel buio della stanza matrimoniale guardò il corpo addormentato del marito, cercando di vedere se anche lui lo aveva sentito.
Ron continuò tranquillamente a dormire.
Hermione si alzò a sedere, leggermente confusa.
Studiò la stanza priva di illuminazione e individuò la sagoma scura che era la culla di Hugo. La tenevano ancora nella loro stanza.
Neanche lui si era svegliato.
Si chinò di nuovo verso il materasso, e proprio quando stava per toccare con la testa il cuscino lo sentii di nuovo: lo strano rumore.
Era come del vento che muoveva degli specchi. Un tumore cupo, cristallino, spettrale.
Hermione si alzò di nuovo a sedere, stavolta sicura che il rumore ci fosse davvero. Lo sentii di nuovo.
Prese la bacchetta dal comodino e guardò il rosso accanto a lei.
"PSS" lo scosse lievemente "PSS...Ron.."
Niente. Ron continuò a dormire.
Hermione sbuffò in silenzio, per non disturbare il bambino nella stanza - non era sicura a quale dei due due si riferisse, se a quello nella culla o a quello sdraiato nel letto accanto a lei.
Si alzò in punta di piedi, la bacchetta protesa di fronte a lei.
Velocemente superò la culla di Hugo e si ritrovò fiori dalla camera matrimoniale.
Lo sentii di nuovo: il frusciare di specchi era più forte ora che non era attutito dalla porta.
Hermione prese un respiro e avanzò fino alla camera della figlia. Mormorò un incantesimo di difesa e poi si diresse giù per le scale.
Il fruscio si faceva sempre più intenso e copriva lo scricchiolio dei  gradini.
Era al penultimo gradino, quando si fermò per avere il quadro della casa: era tutto immerso nell' oscurità. Riusciva a vedere il salotto - anche se non distingueva i mobili - a sinistra mentre la cucina a destra. Dalla finestra di questa filtrava delle debole luce lunare, lasciando poi completamente in ombra l'angolo dietro questa.
Fu quando Hermione posò in quel cumolo di ombre il suo sguardo che riconobbe la sagoma scura di una persona.
Sobbalzò, ma strinse la presa sulla bacchetta.
Riusciva a capire che l'intruso fosse di spalle, e sembrava tenere in braccio qualcosa.
"Chi sei, e perché sei in casa mia?" Chiese Hermione a gran voce, sguainando la bacchetta verso la figura e accendendo la luce del soggiorno con l'altra mano: la cucina era ancora buia, ma almeno riconosceva l'arredamento del salotto.
Concentrò i suoi occhi sulla sagoma nera, che si stava girando lentamente.
Hermione scese l' ultimo gradino ed entrò nel soggiorno.
É una donna capii, quando mise a fuoco le curve dell'ombra.
La sagoma nera si fece avanti - Hermione strinse con più forza la bacchetta - attraversando il cono di luce lunare.
La mascella di Hermione cadde.
Alla luce apparve un volto gentile, un volto a lei molto conosciuto. Un volto che aveva visto scolpito sulla pietra.
Hermione non la riconobbe dai capelli lisci e rosso rame, ne dagli occhi verdi, l'unica cosa che il figlio aveva ereditato.
La riconobbe dalla faccia, che aveva visto su una statua a Godric Hollos con Harry.
Lily Evans in Potter le sorrise.
"Sei un po' bianca" disse Lily, attraversando nuova oscurità per poi arrivare al salotto illuminato.
"Oh Merlino " mormorò Hermione.
Si aggrappò al corri mano per non cadere.
"Tu sei " sussurrò Hermione "la madre di Harry"
Lily le sorrise di nuovo. "Se mio marito fosse qui direbbe 'in carne e ossa'"
Hermione prese un profondo respiro.
Si impose la calma.
"Cosa sei?" Chiese alla rossa difronte a lei: Lily Evans era Morta il 31 ottobre 1981.
"Uno spirito" risorse la donna in tono gentile.
Hermione la fissò meglio: non era come si sarebbe immaginata un fantasma.
Non aveva il corpo trasparente e non fluttuava a un paio di centimetri dal terreno. In più gli arti erano ben definiti, come se lei fosse sta effettivamente li.
L'unico indizio che indicava che non avesse un corpo era lo strano bagliore luminescente che emanava dalla pelle.
No pensò Hermione non e decisamente un fantasma .
Prese un altro profondi respiro.
"Che ci fai qui?" Le chiese .
Gli parve che Lily facesse un espressione dispiaciuta.
"Devi lasciarlo andare, Hermione"
"Cosa?"
In quel momento si sentii un piccolo vagito.
Solo allora Hermione abbassò lo sguardo per vedere cosa la donna stringesse tra le braccia.
Un bambino dai capelli rossi.
L'ultima volta che lo aveva visto Hermione, era poco più di un neonato, ma lo riconobbe all'istante.
"Arthur" sussurrò chinandosi verso il figlio.
Doveva avere quattro anni, dato quanto fosse grande.
Suo figlio, Arthur, la studiò con gli occhi castani, uguali ai suoi. Quelli che né Rose né Hugo avevano ereditato.
Hermione si ricordò improvvisamente la conversazione fatta con Ron, di quanto fossero belli gli occhi marroni .
In quel momento diede ragione al marito: su Arthur i sui occhi castani erano semplicemente magnifici.
Guardò Lily, ancora con le ginocchia piegate verso il figlio.
Lily le fece un sorriso di scuse.
"Devi lasciarlo andare, Hermione "
Hermione sentii gli occhi pungere.
"Perché ?" Chiese ingenuamente la riccia. Voleva sentire il figlio vicino.
Lily le carezzò dolcemente una spalla.
"Non puoi vivere nel passato. Devi concentrarti sulla tua vita adesso, e non su quello che é successo prima, altrimenti ti perderai il presente, e non sarò pronta per il futuro.
Un mio caro amico continuava a vivere in avvenimenti già successi, e non e mai andati avanti , collezionando solo rabbia e rancore, che gli hanno fatto fare scelte sbagliate." Fece una pausa, la guardò "non diventare così Hermione. Goditi il presente o te ne pentirai."
"Ma...." Hermione deglutii lasciando la frase in sospeso.
Lily la guardò comprensiva.
"Mi sono sempre rivista in te, sai?" Disse "una Nata Babbana con i genitori orgogliosi di lei. Io avevo una sorella che non era una strega come me, e questo ci ha divise.
Tu invece hai conservato le amicizie babbane che avevi in tempo. Sei stata molto brava."
Hermione si tirò su, asciugandosi una lacrima.
"Io non avevo una sorella Babbana" mormorò con un sorriso triste "e stato più facile"
Hermione guardò di nuovo il figlio, poi fece la domanda che le premeva di più.
"É felice?" Chiese, temendo la risposta.
"Me ne sto prendendo cura io" disse Lily "con James, Sirius, Remus, Tonks  e Fred. Fred é felice di conoscere un suo nipote"
Hermione la guardò, il sottile strato di lacrime le offuscava la vista, ma notò comunque che il bagliore che emanava Lily si era fatto più intenso.
"Perché te ne stai prendendo cura?" Chiese "non hai altro da fare?"
Lily le sorrise di nuovo.
"Per ringraziarti " disse. Quando Hermione fece una faccia confusa lei aggiunse " ti sei presa cura del mio Harry, prima come una compagna di giochi, poi come una sorella maggiore e infine fine una madre.
E cresciuto con te, e non lo hai mai lasciato solo.
Grazie."
Il bagliore di Lily ora la accecava.
"Harry é stato un buon compagno di avventure" disse Hermione sorridendo, schermando gli occhi con una mano.
"Dobbiamo andare" disse Lily.
Hermione annuii triste.
Guardò di nuovo il figlio che le sorrideva, come a incoraggiarla a lasciarlo andare.
"Allora ciao Arthur" sussurrò. Tese una mano e andò vicina alla testa del figlio, ma non la toccò: non sapeva cosa sarebbe successo.
Lily si voltò, il bagliore sempre più intenso.
Solo quando arrivò al cono della luce lunare, Hermione la fermò.
"Aspetta"
Lily si voltò: i tratti del suo viso iniziavano a sbiadire e a confondersi.
stava svanendo.
"Grazie" disse Hermione.
Lily sorrise, poi sparii, leggera come un alito di vento, come non fosse mai venuta.
Solo due  parole encheggiarono nella cucina buia e deserta:
"Grazie mamma"
Hermione sorrise.

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Piccola domanda: nelle bozze ho due storie: una conclusa, e l'altra alla quale mi manca l'epilogo.
Sono entrambe a tema Harry Potter, sulla nuova generazione.
Voi le leggereste?
Ovviamente pubblico quella conclusa dopo aver finito questa...
Però volevo sapere se vi interessava, ecco 😌 o se potevano interessarvi.
A domani per l'epilogo.

Romione: OltreWhere stories live. Discover now