Trovata

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Quando tutta la famiglia Weasley fu messa al corrente nelle imminenti nozze, si iniziarono i preparativi.
Per fortuna, se ne sarebbero occupati anche i genitori di lei, così che Harry e Ron poterono continuare la ricerca della casa.
I due ragazzi avevano visitato così tante case che avevano superato le volte in cui Harry e Ron e Hermione avevano visto in faccia la morte.
E per superarlo ce ne voleva.
Fatto sta che nessuna di quelle che avevano visto andava bene.
O erano affacciate sull'autostrada; o c'erano dei maghi vicini ; o c'era una sola casa in vendita. E, se trovavano tutte e tre le qualità, spesso la casa era da ristrutturare.
Ron iniziò a chiedersi se percaso fossero loro due a essere troppo esigenti. Forse il suo 'Nido' - non si era mai rassegnato a non chiamarlo così - non esisteva. Forse doveva semplicemente accontentarsi di una casa qualunque. Ma sentiva che Hermione non lo meritava. Probabilmente lui si - era abituato fin da piccolo ad arraggiarsi - ma Hermione Grenger era una ragazza fantastica, pronta a brillare. Lei, per i suoi meriti - fra cui rientravano anche tutte le volte che aveva salvato la vita a Harry e Ron - doveva avere qualcosa alla sua altezza, non una semplice casetta perché lui, Ron, non era in grado di trovarla.
Era solo per questo motivo che continuava, insieme a Harry, quella che era la casa perfetta, e somigliava sempre di più a una ricerca impossibile. Eppure aveva un presentimento positivo, a cui si aggrappò per non lasciarsi andare alla depressione e alla inadeguatezza.
Era anche per questo se non aveva ancora esposto i sui timori a Harry. Il moro, infatti, sembrava più determinato del rosso a trovare la 'Casa ideale' come la chiamava lui. Era anche determinato per trovare una casa lontano dal mondo magico.
Pero anche la determinazione di Harry aveva iniziato a scemare quando avevano esaurito tutte le case portate sulle riviste e sugli annunci di giornale. Ma era sempre positivo.
Ron sapeva che aveva chiesto qualche informazione al cugino, e quello gli è le aveva date precise, controvoglia magari, ma precise.
Ora infatti passavano a visitare tutte quelle che Dudly gli aveva indicato, ma, a circa metà lista, non avevano ancora trovato con più fortuna.
Ora erano nella loro stanza - Ron, da quando aveva iniziato la ricerca, cominciava a guardarla con più attenzione, imprimendosi ogni dettaglio nella mente, conscio che a tra qualche tempo non l'avrebbe più vista, o almeno non come la vedeva quando era un bambino di tre anni che aveva paure che sotto il letto ci fosse un Dissenatore- e stavano cercando sulla cartina una nuova casa, sempre consigliata da Dudly, ma che pareva alquanto difficile da collocare.
"forse è questa!" esclamò ad un tratto Harry, indicando un punto preciso della mappa.
Ron lo guardò, poi scosse la testa.
"ritenta" gli disse cercando di sorridere.
Harry sbuffò "Dobbiamo anche prendere l'appuntamento."
"lo so" Ron Sospirò "ma ho un buon presentimento"
"come le altre 13 volte?" gli chiese ironico Harry, fissandolo a soppracciglia inarcate.
Quella infatti era diventata il motto di Ron, che non faceva che ripeterlo.
Puntualmente, si sbagliava.
Ron gli lanciò una occhiataccia, scuotendo le spalle
Se Harry ha conservato il buonumore e anche merito di questa mia frase.
Nascose un sorriso soddisfatto e impertinente. Decisamente inappropriato.
Tornò a guardare la mappa, ma non sembravano esserci case con la scritta 'vendesi' nel raggio che aveva indicato Dudly.
Che li avesse presi in giro?
Perché lo avrebbe fatto? Pensò Ron scuotendo la testa vi ha aiutato finora...
I suoi occhi si posarono su un quartiere alla periferia di Londra. Non poteva vedere le case - che erano indicate con un semplice puntino - ma se le immaginò come villette a schiera.
Controllò le indicazioni che aveva dato il cugino di Harry, e poi le confrontò con la mappa.
"è qua" disse, indicando il punto all'amico.
Harry lo guardò un po' sorpreso, poi controllò anche lui la mappa.
A quanto pareva Ron aveva ragione.
Sorrise.
"quando ci andiamo?" chiese il moro.
"oggi?" tentò il migliore amico.
Harry ci pensò un attimo, poi annuii.
Ron aveva un presentimento molto buono.
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"secondo te possiamo presentarci senza dire niente?" chiese Ron all'amico, mentre si incamminavano per il giardino della casa. Erano riusciti a sviare le domande di Ginny con un "ci hanno chiamato all'improvviso agli Aurur". Avevano evitato i preparativi del matrimonio dicendo che erano degli incipetenti e si erano sopportati le occhiate di fuoco di Percy.
Harry gli afferrò il braccio per smaterialozzarlo. Lo fissò dritto negli occhi.
"lo spero"
Poi Ron si sentii l'aria mancare.
Quando rippogiò i piedi per terra, su trovarono in un vicolo, un incrocio frs due strade. Ron si guardò in giro, preoccupato che qualcuno li avesse visti, ma non c'era anima viva.
Harry osservò un po' il quartiere. Era tutto pulito, dalle strade alle macchine che spostavano nel viale.
I rari veicoli che 0assavano di lì lo facevano a passo d'uomo, dato che dovevano fermarsi nelle loro case. Non sembrava un tratto troppo trafficato, e questo era un bene.
Harry e Ron si erano smateriallizati a un isolato dalle case che dovevano vedere, per non destare sospetti, quindi ora camminavano a piedi, schivando qualche albero che sorgeva dal marciapiede.
Qualche vecchietta osservava un po' sgomentata i due ragazzi che non dovevano avere più di vent'anni, camminare circospetti in quel quartiere. Per le movenze sembravano un po' poliziotti.
"eccola" Harry indicò un punto difronte a loro.
Una casa a mattoni rossi si ergeva difronte a loro. La porta era bianca e il viale che tagliava a metà il giardino e arrivava a questa era del medesimo colore. Il pomello brillava come a invitarli ad entrare. Dalle finestre alte, Ron capii che era a due piani.
Un signore sulla quarantina spostava sull'uscio facendo scattare la testa in tutte le direzioni.
Incontrò gli occhi di Harry e gli Sorrise, avviandosi verso di loro.
Sorpresi, i sue amici si bloccarono.
"Harry Potter e Ronald Weasley?" chiese l'uomo.
I ragazzi annuirono.
"oh bene" parve prendere un Sospirò di sollievo "vi stavo aspettando"
"davvero?" chiese Harry.
L'uomo annuii "il signor Dursey mi ha dato i vostri nomi e ha preso un appuntamento" Sorrise "temevo non veniste più"
"ci stava aspettando" costatò Ron, sorpreso.
L'uomo annuii, poi parve ricordarsi qualcosa all'improvviso.
Tese la mano desta:
"Ben Alomon"
Harry e Ron la strinsero, il secondo Corrugò la fronte.
"quante case ci sono, scusi?" chiese.
"2"rispose l'uomo, poi indicò la casa canto alla quale stava aspettando i ragazzi." è vuota da, più o meno, cinque anni, ma è in ottime condizioni. "
Ron fissò la casa che gli era stata indicata. I mattoni erano un po' più sbiaditi, e il bianco della porta e del viale era più sporco, ma bello.
"entriamo?" disse l'uomo.
Harry e Ron annuirono.
Si avviarono a quella che - spiegò Ben - era la casa lasciata disabitata solo da un anno. La prima che avevano visto.
Appena entrati si ritrovarono nell'ingresso, con un attaccapanni alla parete destra e una poltroncina.
Il pavimento era in parquet, per niente rovinato.
Poco più avanti, ai due lati del corridoio, si aprivano due porte, una sala da pranzo con cucina annessa, e un salottino. Più avanti ancora c'era il primo bagno, e vicino a questo le scale che portavano al piano di sopra.
Al piano superiore c'erano quattro camere - una matrimoniale - e il secondo bagno.
Quando Harry uscii, sentiva di avere un sorriso sulle labbra: quella casa era davvero bellissima.
Passarono nella casa disabitata da cinque anni. La casa si apriva direttamente sul soggiorno. Poco più avanti di questo c'era la cucina.
Un piccolo disimpegno divideva le due stanze dal bagno, e portava alle scale. Al piano superiore c'erano i due bagni e le tre camere. Era messa molto bene.
Poi arrivarono al punto più spinoso della questione.
"Quanti chiede?" domandò Ron esitante.
Ben lo fissò, e al rosso parve di scorgere un bagliore di dispiacere nei suoi occhi.
"300mila"
Ron quasi sobblazò. Se l'era aspettato, certo, ma c'era sempre la speranza...
"ok" disse Harry "ci pensiamo"
"fate con comodo" rispose cordiale Ben, prima di rientrare nella macchina.
Harry e Ron non fiatarono durante il tragitto verso casa.
Ron sapeva che Harry avrebbe potuto permettersi quella casa, ma lui no.
Quelle era esattamente come se le era immaginata. In quella casa, aveva rivisto quella che continuava a sognare da diversi mesi. Ma non avrebbe comunque lasciato che Harry si perdesse un occasione del genere solo perche lui non poteva permettersi quella casa.
Si smateriallizzarono davanti al cancello della Tana, e Ron fermò con un polso l'amico.
"tu la devi comprare" disse serio.
"tu ce la fai a comprare l'altra?" domandò Harry.
Ron chiuse gli occhi.
"no" disse "ma quella casa è perfetta per te e Ginny"
"Ron, ma -"
"niente ma"
"non sarà perfetta se tu e Hermione non starete i miei vicini" Harry lo fissò negli occhi. "posso darti una mano econo-"
"no" disse secco Ron:non aveva mai accettato l'elemosina.
"allora non la comprerò" disse Harry sperando che così l'amico si sarebbe fatto aiutare in modo finanziari.
Ron soppesò le sue parole.
"allora troverò il modo di comprarla" disse. Si avviò, poi si voltò di nuovo verso l'amico "senza il tuo aiuto"
Harry Sorrise fiero.




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Questo capitolo non mi piace particolarmente, ma ciò messo un sacco a scriverlo e non lo cambierò.

Romione: OltreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora