19 Settembre

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"ecco fatto" disse Ron posando la penna con la quale aveva firmato l'atto di comperare la casa.
Harry, accanto a lui, fece lo stesso.
"Quando avete intenzione di trasferirvi?" chiese cordiale il proprietario, contento di essersi disfatto di quelle case.
"il 19 settembre" rispose sicuro Ron.
"io non lo so di preciso, probabilmente qualche giorno dopo di loro." disse Harry sul vago.
Erano in quello che sembrava un ufficio, separati dal proprietario dalla scrivania.
L'uomo mise i fogli in una valigetta marrone, poi fece un cenno di saluto e sparii dietro la porta.
Harry e Ron controllarono di non aver lasciato niente, poi seguirono la sua scia.
Entrambi avevano un sorriso ebete stampato in volto, e Stentavano a credere di aver realmente comprato casa. Per di più, casa per costruire una loro famiglia!
Ron era devero  felice. Finalmente avrebbe dato a Hermione quello che si meritava.
Doveva solo aspettare il compleanno di lei, il 19, e poi l'avrebbe portata nel loro nido.
Sospirò. Erano a metà agosto, e stranamente c'era un caldo terribile.
Quando uscirono dall'edificio si smateriallizarono in un vicolo poco percorso, diretti alla Tana.
Ron si chiedeva se sarebbe riuscito a mantenere la sorpresa, o se, per l'euforia, avrebbe detto a Hermione della casa molto presto.
Moriva dalla voglia di vedere l'espressione sul volto di lei.
Attraversando il giardino della Tana, trovarono Arthur Weasley accovacciato accanto a delle siepi.
Harry e Ron si scambiarono uno sguardo confuso, poi cambiarono rotta dirigendosi verso l'uomo.
"Papà" disse Ron quando Arthur fu a portata di orecchio. "che stai facendo?"
Il padre si voltò, un po' pallido in volto, ma rivolse ugualmente un sorriso al figlio. "per il matrimonio" disse. "Dobbiamo capire dove mettere il capannone"
"ah" disse Ron sentendosi un po' in colpa: non aveva ancora aiutato per niente ai preparativi del matrimonio.
Arthur parve non accorgersi della sfumatura nella sua voce, o la ignorò, ma disse ai ragazzi di andare in casa e riposarsi.
Mentre si allontanava, Ron continuò a fissare il padre, sempre chini su quelle siepi.
"Harry!!!"
Il rosso sobbalzò alla voce della sorella, che correva verso il fidanzato.
Harry spalancò le braccia, per accoglierla.
Ron fece una smorfia e partii alla volta delle scale, per non subirsi lo sbaciucchiamento che sarebbe avvenuto di lì a breve.
Entrò in camera sua e chiuse la porta.
Questa non sarà più camera mia.
Il pensiero lo colpiti con la forza di un pugno nella pancia. Sentii il fiato mozzarglisi in gola, mentre osservava con nostalgia quella che era la camera dove era cresciuto. Anche se si era preparato psicologicamente, non aveva mai pensato davvero di lasciare quella camera. Sentii una guancia bagnarsi, ma solo una lacrima solitaria scese dal suo volto.
Cercò di improperi nella mente tutti i dettagli. La forma del letto, il soffitto basso, i poster della sua squadra di Quiddich preferita, il piccolo armadio in fondo alla sala.
Girò su se stesso.
Quella camera, come la Tana, gli sarebbe mancata.
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Quando quella mattina Ron si alzò, non aveva chiuso occhio.
Era rimasto sveglio tutta la notte, beandosi di immagini immaginarie con un sorriso ebete stampato in volto. Aveva mandato anche Harry all'esaurimento dato il fatto che cambiava posizione nel letto ogni cinque minuti.
Il moro li aveva pure minacciato di pietrificarlo, se non stava fermo. Inutile dire che Ron non si fermò e Harry dovette prendersi il cuscino sulle orecchie.
Ron balzò in piedi, e si diresse Sorprendentemente velocemente di sotto, nonostante la notte insonne.
Scese le scale e si scontrò con Ginny. Quella gli urlò dietro qualche insulto che Ron prontamente ignorò.
Sarebbe uscito prima dal lavoro, per poi andare a casa di Hermione e portarla in quella che sarebbe diventata la loro nuova casa.
Era il 19 settembre.
Ron si avviò al comodino del salotto, dove aveva lasciato una lettera con gli auguri per Hermione, che aveva scritto il giorno prima. Rapidamente prese Errol, e gli diede la lettera.
Quello volò via zizzagando, e Ron si ritrovò a sperare che non sbagliasse strada.
Andò al tavolo e fece colazione, con il cucchiaino che andava dalla tazza alla sua bocca con la stessa velocità di quella di un braccio meccanico che serve per scavare.
Si ritrovò Ginny di fronte, che lo guardò malissimo, e continuò a borbottare insulti a mezza voce.
Ron, come prima la ignorò.
Un quarto d'ora dopo, per la prima volta, fu Ron ad aspettare Harry alla porta della Tana, spronandolo a sbrigarsi.
Quando il moro fu arrivato, lo guardò malissimo, ma Ron continuò con il suo modo di vita di quella giornata:
Lo ignorò.
Ron quasi correva per il giardino della Tana, con Harry dietro di lui che sbuffava, a metà fra il risentito e il divertito.
Si smateriallizarono, e Ron non notò nemmeno Dean Tomas salutarlo.
Dean ci rimase un po' male e guardò Harry : questo alzò gli occhi al cielo, spazientito.
L'allenamento, per parte di Ron, durò troppo. All'ora di pranzo doveva uscire dal campo, per avere il resto della giornata libera come era stato accordato in precedenza.
Quando si fu liberato, e arrivò al cancello Aurur pronto a smateriallizzarsi, iniziò a sentire la vera e propria impossessarsi di lui.
Aveva aspettato questo momento per tanto tempo, e finalmente era arrivato. Era riuscito a non far insospettire la ragazza e a mantenere la sorpresa.
Prese un profondo respiro, e mezzo secondo dopo si trovava difronte alla casa dei Grenger.
Bussò molto piano, e, per pura casualità, gli venne ad aprire Hugo Grenger.
Sembrava aver capito le in tensioni di Ron. Voltò piano la testa verso le scale con sguardo triste, e annuii, come a dire che lo aveva accettato. Si rivoltò verso Ron con un sorriso e chiamò Hermione.
Quando il rosso e la roccia furono fuori, Ron le fece gli auguri.
"Ho ricevuto il tuo biglietto" le rispose lei "grazie"
Sorrise.
"vuoi vedere il tuo regalo?" le chiese Ron.
Hermione lo guardò sorpresa, e probabilmente intuii qualcosa, ma fece finta di nulla. Annuii.
Ron le mise una benda sugli occhi, fra le lamentele di lei che prevedeva di andare a sbattere contro qualcuno, e la prese per mano.
Con delicatezza la portò in un vicolo, con lei sempre sul chi vive. Era parecchio buffa - pensò Ron - con i passi incerti e la mano che non era stretta nella sua protesa in avanti.
Ron non si Cirò di nascondere il sorriso che gli incespicava le labbra.
"sta pronta perché ci smateriallizziamo" le disse.
"cosa!" esclamò Hermione allarmata, ma la sua voce si perse mentre Ron girava su se stesso.
Quasi persero l'equilibrio, ma ci riservo sopra.
Ron guidò Hermione fino alle due case, sempre con lei che faceva passi incerti. Questo la rendeva adorabile agli occhi di Ron.
Arrivarono difronte alla porta della loro nuova casa.
"dove siamo Ron?" chiese Hermione con una punta di preoccupazione nella voce.
"ora lo vedi" disse Ron girando la chiave nella porta.
Hermione Corrugò le sopracciglia quando sentii uno scatto metallico.
"ma cosa...?"
Ron le tolse la benda, e Hermione guardò la casa ad occhi sgranati.
Lui la abbracciava da dietro, e Hermione si girò senza interrompere il contatto.
"cosa significa?" chiese con un fil di voce.
Ron le Sorrise "benvenuta nella nostra nuova casa"
Passò un attimo di silenzio.
Hermione fece combaciare le loro labbra, e mare e terra si scontrarono in un bacio appassionato.










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Fine.....
No, scherzo, manca ancora un po' per la fine.
Al 41 capitolo condividono la casa, siiiiiiii.
Comunque, a titolo informativo, nel prossimo capitolo ci sarà un salto nel tempo.

Romione: OltreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora