Preparativi

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Ron e Hermione erano nel loro posto, seduti sul tronco orizzontale nei coperto di edera. La luce che filtrava dalle fronde degli alberi disegnava sprazzi color giallo opaco che si riflettevano su i due giovani. L'aria era immobile, ma aleggiava ugualmente una certa frescura.
Hermione alzò il viso verso Ron, I capelli non erano legati nella solita coda, ma lasciati sciolto sulle spalle; La pelle chiara creava un ottimo contrasto con gli occhi colore terra.
C'era una strana aura intorno a lei, che la rendeva quasi irraggiungibile, innaturale.
"sai, ti ho sempre preferito ad Harry" disse ad un tratto lei "ti sei più leale, e poi lui è bruttino."
Ron rise, divertito.
Passò un veloce colpo di vento, che scosse i rami degli alberi, causando un rumore di carte sfregate molto piacevole per Ron.
Hermione, presa alla sprovvista, rabbrividii e si strinse al petto del ragazzo.
Ron le passò un braccio sulle spalle, per riscaldarla, ma più che altro per dimostrarle che lui era lì. E che lei non doveva tenere niente, neanche il freddo.
Hermione gli cinse il collo con le braccia "andiamo" mormorò.
Il rosso non se lo fece ripetere due volte, la prese in braccio a mo' di principessa e la trasportò fuori dalla radura. Una volta che gli alberi erano scomparsi dietro di loro, il bosco si apriva su una casa completamente dipinta di bianco. La porta era in mogano, marrone scuro, ottimo contrasto con le pareti esterne dell'edificio. Ai lati dell'entrata c'erano due finestre, molto grandi. Parlavano la visione interna della cosa con delle tendine viola. Sopra di queste erano presenti due balconi, del piano superiore. Sul primo erano stesi dei panni, che pensolavano all'infuori come cartelli pubblicitari. Sotto il rosso tetto a punta c'era l'ultima finestra, che si mostrava come l'occhio di un ciclope.
A circondare la dimora c'era un vasto campo fiorito.
Rose.
La casa, nel complesso, sembrava brillare di luce propria. Arrivati sulla porta di ingresso Ron si chiese a cosa servisse il sole, lui non ne aveva bisogno, aveva bisogno solo di Hermione...
Il cielo si oscurò e Ron si sentii tirare indietro. Le rose, che finora erano state semplici fiori, vorticavano furiosamente, mischiando rosso e verde in un turbine violento e senza fine. La casa parve ripiegarsi su se stessa, fino a crollare e scomparire in un buco nero oscuro quanto le rimembranze sull'origine della terra.
Ron sentii un gran dolore alla testa, e si svegliò di soprassalto: era sul pavimento della sua camera, e al suo fianco riconobbe una massa di vestiti e capelli neri che apparteneva al suo migliore amico.
"SCATTARE"
"Harry" disse Ron ignorando la voce della madre in camera con loro "cosa è successo?"
"tua madre ha fatto evanascere i nostri materassi per svegliarci" rispose il moro con voce impastata dal sonno.
"mi sa di desci-vú" borbottò Ron, frustrato. Almeno il Sogno gli aveva dato un po' di calma e quete, ma era durato poco. Stava per rivolgere un altra domanda a Harry, ma, inaspettatamente-e senza alcun senso logico per parte di Ron-questo balzò in piedi all'improvviso e esclamò:
"oh Merlino!" e uscii in gran carriera dalla stanza.
Ancora a terra Ron lo fissò stralunato.
Che era successo? Perché quell'andrivieni? Ma soprattutto, che cosa aveva spinto Harry ad alzare le chiappe dal freddo e comodo pavimento della soffitta in un giorno feriale?
Sbuffando, Ron si alzò. Si voltò verso l'armadio, e il suo cuore perse un battito. Sobbalzò e arretrò di un passo. Nella manovra si era trovato a non più di cinque centimetri di distanza dal viso esasperato di Molly Weasley.
"fila" sussurrò Molly in modo cosí minaccioso da far stringere lo stomaco al rosso.
In tutta la sua vita, poteva giurare, la voce di sua madre non aveva mai raggiunto quella sfumatura cinica che rasentava l'acido.
Molly inarcò un sopracciglio, spronando il figlio a eseguire il suo ordine, e Ron accolse l'invito catapultandosi fuori dalla sua camera.
Bandito da tua madre fu l'unico pensiero che riuscii a formulare, mentre usciva dalla stanza senza guardare. Grosso errore.
Ron sentii dapprima uno schianto, simile a quelli che fatto due piatti sbattendo l'uno contro l'altro, poi arrivò il dolore. Sentiva la testa pulsare furiosamente, ma questo malessere venne sostituito da uno altrettanto forte alle natiche. Era ripiombato pesantemente l sul pavimento, e per un attimo il suo campo visivo fu occupato solo da macchioline nere. Quando queste si dissolsero, strinse forte gli occhi.
Fissò con sgomento l'altra figura difronte a lui, per terra.
"Miseriaccia George" sbottò Ron massaggiandosi la fronte. "che cavolo fai?"
"che cavolo fai te, semmai" replicò l'altro asciutto.
George si rialzò e porse una mano al fratello per aiutarlo a fare altrettanto; Ron accettò senza replicare, e per un attimo rimasero a guardarsi in torno, disorientati.
Quella era la Tana? Luogo di lotte? Bracci rotti? Magie e fobie?
Se lo era, era molto cambiata: era stata tirata a lucido, i tappeti-che prima facevano bella mostra di sé con le macchie ingrigite dal tempo-erano stati tutti rimossi, rivelando quadranti di una tonalità un po' più chiara rispetto al resto del pavimento; tutte le sedie, su cui spesso Ron e gli altri erano inciampati, adesso non c'erano più lasciando uno strano senso di vuoto che si ha quando qualcosa non è al suo posto; infine, tutti i chiodi sporgenti-arme letali, aveva commentato una volta Fleur - erano stati rimossi con meticolosa precisione. Ron, tanto era abituato a vederli, si accorse della loro mancanza solo ad un secondo sguardo. Tutti gli ostacoli presenti erano stati rimossi, tutti i posti dove i sette Weasley si erano feriti scomparsi, la Tana sembrava improvvisamente più sicura, meno pericolosa a prova di "Bimbo!" quasi strillò Ron, mentre la consapevolezza improvvisa lo colpiva con la forza di una pallottola alla testa.
Preparavano la casa per l'imminente arrivo di Teddy Remus Lupin.
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"OK ragazzi" Molly Weasley camminava avanti e indietro, le mani dietro la schiena e il volto basso concentrato, in una perfetta imitazione di un generale militare.
Di fronte a lei erano alliniati Arthur, Bill, Percy, George, Ron, Ginny, Harry, Hermione e Fleur. Quest'ultima era seduta su una sedia. I rinforzi (Bill, Fleur, Percy e Hermione) erano stati chiamati tramite patronus e tutti avevano abbandonato le loro faccende-che non riguardavano il lavoro- di buon grado (tranne Percy, che si era dimostrato un po' più restio, ma alla fine aveva ceduto)"questa casa deve essere sicura più di quanto non sia mai stata" riprese Molly, si fermò un istante a scrutarli "come sapete Harry porterà qua Teddy. Lui è Ginny ieri hanno preparato la vecchia camera di Charlie-Percy ebbe un sussulto all'udire quel nome-E adesso può ospitare un bambino. Ma sappiamo tutti quanto può essere pericolosa la casa" aggiunse con gravità.
Tutti gli Weasley annuirono solenni, Hermione - fra Harry e Fleur - li fissò interrogativa.
"sicuro mamma" disse Percy in un tono che ricordava tanto il prefetto-perfetto che era ai tempi di scuola.
"come dimenticarlo" gli fece eco George "qualche tempo dopo la nascità di Ron nessuno riusciva a fare due passi che finiva gambe all'area."
"nessuno riusciva a dare due passi allora" ribattè Bill "perché tu ti divertirvi ad allentare le assi della casa che si ribaltavano"
George agitò la mano per defilare la questione un un gesto che esprimeva quanto poco contasse "dettagli"
"per non parlare della Grande Caduta di Ronnie" intervenne Ginny, e le scappò un risolino.
Ron divenne paonazzo. "sempre colpa di George" disse.
"mi oppungo!" esclamò con una sorta di sacra veemenza il fratello in discussione. "quella volta non centrammo niente" e a sottolineare la sua innocenza si mise una mano sul cuore, annuendo convulsamente.
"come no" borbottò Ron.
"però facesti un bel volo" rammentò Bill all'improvviso.
Hermione si sporse nella fila, e incontrò gli occhi mare di Ron. Vi lesse l'imbarazzo che gli provocava il ricordo. Anche se non aveva la più pallida idea di cosa stessero farneticando i fratelli, sentii una risata spontanea nascere alla bocca dello stomaco, e salire lungo l 'esofago, fin quando, con un verso soffocato, abbandonò le sue labbra.
Ron incontrò gli occhi color terra della ragazza, lucidi di divertimento, e delle lacrime contenute furono per lui la prova schiacciante che si trattenesse dal ridere. Per lui valevano come la confessione di un criminale.
"Stiamo divagando" intervenne Molly "quello che cercano di dire è che non è opportuno che Teddy sperimenti sulla sua pelle quanto la Tana sia cedevole"
"sono bellissime esperienze di vita" ribatté George alzando il mento.
La signora Weasley lo fulminò con uno sguardo prima di continuare "e inoltre, per chi abita ancora alla Tana, sarà più che normale passare le notti in bianco. Ma questo è un altro problema. Adesso dobbiamo fare altre cose, ecco i compiti: Arthur e io andremo nella capanna dei suoi attrezzi; Percy e George puliranno il giardino dagli gnomi che Arthur e Ron non sono riusciti a prendere;Bill Harry e Ginny toglieranno tutto quello che c'è di pericoloso in casa, che è sfuggito al primo controllo; Ron e Hermione andranno a fare la spesa. Tutto chiaro?"
Mentre elencava i compiti tutti si erano spostati con il loro compagno di sventure.
Almeno sono con Hermione pensò Ron, mentre la guardava negli occhi, e ebbe la strana percezione che lo stesso pensiero si riflettesse all'inverso in quelli di lei. E aveva ragione.
"Non sarebbe meglio far scoppiare le coppie?" domandò George, che voleva un compagno più propenso agli scherzi di quello che gli era toccato. Percy gli scoccò un'occhiata, ma non disse niente.
Fottiti George pensarono in simultanea Ron e Hermione, entrambi troppo contenti per la sorte che era loro toccata per cederla altrui.
"No George" disse Molly in un tono che lo fece demordere dal replicare. "e adesso andate"
Tutti si mossero fulminei, Ron e Hermione erano alla porta quando il signor Weasley li richiamò.
"Ron!"
"cosa papà?"
Gli occhi di Arthur Weasley brillarono:
"passate in un negozio Babbano?"
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"cosa mangia un bambino?" domandò Ron mezz'ora più tardi ad Hermione.
"pappine" rispose lei con la stessa velocità che le era solito durante le interrogazioni "ma Teddy ha già iniziato lo svezzamento, quindi anche altro"
Alla fine erano veramente andati in un negozio babbano, e per i loro discorsi non passavano certo inosservati, ma le altre persone non badava a loro, prendendo semplicemente in considerazione che fossero impazziti. Era vagamente inquietante come accettassero facilmente che due persone che parlavano di bambini dai capelli magici non avessero semplicemente qualche rotella al suo posto.
Molto inquietante rifletté in quel momento Hermione.
Ron prese una confezione di pannolini e la buttò dentro il Carello che spingeva Hermione.
Arrivarono nel reparto igiene. Ron fissò con espressione corrucciata il vasto assortimento di salviettine, tutte che ricordavano che erano tenere, ottime per la pelle di un bimbo.
Il rosso, indeciso, prese tre pacchetti di tre diverse Marche, stava per metterle nel carrello, quando l'occhio gli cadde su una quarta marca. Perse un po' di tempo a fissarla, poi mise dentro anche quella alla rinfusa.
Una donna che passava di lì lì fissò con stupore, poi gettò un'occhiata dentro il carello e decise che quella coppia era molto strana. Accelerò il passo per allontanarsi.
Hermione, di ritorno da una spedizione alla ricerca di qualcosa non meglio specificato, quasi andò a sbattere contro la donna, che mormorò delle scuse e poi scomparve alla sua visuale.
Hermione fissò a lungo il punto in cui era scomparsa, poi si strinse nelle spalle e tornò da Ron.
"cosa hai preso?" le domandò lui, con il volto scomparso nei meandri dei loro acquisti.
"pannolini" rispose lei, gettandoli dentro il carello. Guardò con disapprovazione il disordine che c'era all'interno.
"cosa?" domandò Ron riemergendo dal carello e guardandola confuso.
"così si rovinano le cose!" esclamò la riccia allarmata.
"non ti preoccupare" ribatté lui "non c'è niente di potenzialmente fragile"
Lei lo fissò, con occhi sbarrati, stralunata da tale costatazione, chiuse gli occhi ed esporrò con calma.
Ron fece per parlare, ma Hermione alzò una mano per zittirlo.
"Gli omogeneizzati"
"Miseriaccia"
Hermione scoppiò a ridere, anche se aveva buoni motivi per prevedere un imminente catastrofe con protagonisti loro due, pannolini, pappine e salviette:tutti i loro acquisti infatti pendevano dai lati, accavallate gli uni sugli altri, come una torre costruita con le costruzioni. Oscillavano pericolosamente ogni volta che si muovevano con il carello.
Senza perdersi d'animo la ragazza si tuffò coraggiosamente nella loro spesa, riordinandola.
Ron la fissò ammirato.
"Hermione"la chiamò
" mmm" fece lei alzando la testa per fissarlo.
"Ti amo"
Hermione Sorrise.
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Quando tornarono la Tana era irriconoscibile.
E sicura pensò Hermione e sospirò di sollievo
Erano state apportate tutte le modifiche chiarite quella mattina, e in più l'erba era stata tagliata. Era tutto pronto per l'arrivo del piccolo.
Il rosso e la riccia rimasero a guardare la Tana da lontano, a mirandola. Poi si guardarono negli occhi.
Mare e terra si fusero in un unico grande vortice fatto di labbra, lingue e carezze.

Romione: OltreWhere stories live. Discover now