Charlie

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I giorni passavano veloci alla Tana. Ginny aveva intensificato i suoi allenamenti, anche se era niente in confronto a quello che avrebbe fatto a maggio.
Ron e Hermione iniziarono a vedersi un po' più spesso, lei era solente cenare alla Tana, tornavano da lavoro tutti e tre insieme, e lei si fermava lì per mangiare.
Ron aveva fatto ancora quel sogno della casa con il prato di rose, e lo trovava ogni volta più bello.
Charlie aveva risposto alla lettera della madre, dicendo che sarebbe venuto il 12 e chiedendo notizie del padre. Molly si era affrettata a rassicurarlo, dicendo che era solo 'un colpo' ma che avrebbe fatto piacere a Arthur - e anche a lei - se fosse venuto.
Charlie aveva accolto la prospettiva in modo entusiasto - "chissà se sarà ancora così contento quando gli diremo della cena" aveva commentato Ginny.
Harry sembrava essere un po' più assente, spesso dopo gli allenamenti Aurur prendeva una strada diversa, dicendo che doveva 'fare una cosa'. Si asteneva da fare certi numeri solo quando Hermione gli aspettava fuori dal campo.
Un paio di volte avevano anche rivisto Dean e Seamus, entrambi fidanzati rispettivamente con Padma e Parvati Pail.
"non le confondono?" aveva chiesto Ron allibito, guardando le due coppie che si scambiavano effusioni.
Harry aveva fissato per un po' la coppia, poi si era stretto nelle spalle. "contenti loro" ma la sua voce tradiva il sollievo.
Il tempo era passato così velocemente che erano già arrivati al 10. E dentro la Tana l'ansia cresceva a passo con lo scandire dei giorni del calendario.
Nessuno adesso era troppo sicuro della riuscita del piano, e Ron iniziava a sentirsi un po' in colpa.
Per ironia della sorte, l'unica che ancora credeva nella riuscita del trabocchetto era Hermione, che faceva di tutto per rendere sereno in proposito anche Ron.
Ron non ielo avrebbe mai detto, ma le era grato. Grato della fiducia che lei ripone a in lui.
Nessuno l'aveva mai fatto così ciecamente.
Ad desso Ron stava rimettendo a posto la camera di Charlie per il suo arrivo  - rimasta immutata dalla partenza di Teddy- inseme ad Harry.
Il rosso cercava di fare conversazione, ma l'amico rispondeva a monosillabi, e sembrava perso fra i suoi pensieri.
Ron sbuffò. Non gli piaceva essere ignorato.
"Ron?" lo chiamò ad un tratto Harry.
"si?" disse il rosso, contento dell'accenno di conversazione.
"quale è il colore preferito di Ginny?"
Ron sbattè un paio di volte le palpebre.
"scusa?"
"oh" Harry arrossì lievemente "bhe sai mi chiedevo..."
"il colore preferito di Ginny" ripetè Ron sempre più confuso.
"bhe si"
"perché?" chiese lui incredulo.
"ma" mormorò Harry, poi sbottò "ma non posso chiedere il colore preferito di tua sorella!?!"
"no se è anche la tua fidanzata!" esclamò Ron, gli occhi sgranato e le orecchie paonazze.
Harry sbuffò "quale è?"
Ron rispose in un sussurro "verde smeraldo"
"davvero?" chiese Harry guardandolo.
Il rosso lo fulminò con una occhiata "si".
"ah"
"già..."
"interessante..."
"ma anche no."
"cosa?"
Harry e Ron sobbalzarono.
Ginny e Hermione erano in piedi sull'uscio della porta.
"niente" risposero all'unesimo.
Ginny e Hermione si scambiarono uno sguardo poco convito e Ron si affrettò a chiedere, per non tornare sull'argomento colore preferito, "come va?"
"bene" dissero in coro le due ragazze, senza staccare gli occhi l'una dall'altra.
"da voi?" chiese Hermione.
"quasi fatto" disse Ron, mentre armeggiava con la bacchetta per togliere una macchia verde che sembrava vomito - non lo era, ovviamente.
Hermione lo guardò, Sospirò e andò verso il fidanzato. Con un colpo di vacchetta pulii il muro.
Ron la guardò estrefatto "Hermione" disse in tono sognante "sei fantastica"
Lei alzò gli occhi al cielo:
"sempre questo tono sorpreso"
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Ron e Hermione attraversavano il giardino di rose rosse. Si stringevano la mano e si guardavano con desiderio.
Arrivarono alla porta e Ron estrasse le chiavi. Aprii.
All'interno la casa si presentava classica, con il parquet parallelo.
L'ingresso era spazioso, e, all'inizio del corridoio - con le pareti color crema - c'erano due porte, una a destra e una a sinistra.
Ron e Hermione si affacciarono in quella di destra, e sbucarono nel soggiorno. Una televisione Babbana faceva bella mostra di sé sopra un mobile marrone chiaro.
Difronte a questa, nella parete vicino all'entrata c'era un divano bianco, e, messo in diagonale rispetto a questo, una poltroncina azzurra.
Ron e Hermione si avviarono verso il divano, ma, lentamente, tutto perse consistenza. La stanza divenne trasparente, Ron riusciva a vedere oltre Hermione e i colori sfocavano.
Tutto si dissolveva, spariva.
Ron si svegliò.
"MAMMA" urlò, ancora ad occhi chiusi "se ci hai fatto di nuovo evanascere il materasso, io ti-"
"ma quale materasso!" strillò la voce insolitamente acuta del suo migliore amico "Ron sbrigati siamo in ritardo"
Il rosso aprii gli occhi. Voltò la testa di lato e vide l'inclinazione delle lancette.
Imprecò.
Harry e Ron balzarono di sotto, correndo come Snasi a caccia d'oro.
George stava già facendo colazione.
"Buon  giorno" disse solare. Da quando Angelina lo aveva riportato a casa era più felice. "volet-"
"non c'è tempo George" esclamò Ron, sempre più allarmato. Lui e Harry presero due biscotti a testa e iniziarono a mangiare, mettendosi contemporaneamente le scarpe "tiamo in itatdo" disse poi con la bocca piena.
Molly, ai fornelli, li guardò con rimprovero, ma non aggiunse altro, a parte :"domani arriva Charlie, prende la passaporta vicino a dove l'avete presa voi nel '94 per vedere la finale di Quiddich, dobbiamo accoglierlo tutti, sono stata chiara?"
"cristallina" rispose Ron, e poi, insieme ad Harry uscii, smateriallizzandosi al campo Aurur.
Molly guardò ancora la porta, anche dopo diversi minuti dal pop della smareriallizzazione. Sospirò.
Arthur aveva faticato tanto per far giungere la passaporta. Un sacco di carte burocratiche.
Ma, come sempre, aveva fatto una promessa e l'aveva mantenuta.
Molly non poteva essere più fiera di suo marito.
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A pura fortuna, come la definiva Harry, i due ragazzi erano arrivati in tempo per l'appello.
Nonostante questo la direttrice si era accorta della loro buona sorte, e gli aveva spremuti più duramente, facendogli affrontare dei Dissenatori - veri Dissenatori - per ben tre volte, costringendo i due maghi ad evocare un Patronus altrettante volte. Poi, dopo averlo visti svenati di pensieri positivi, se ne era andata, con un sorriso a incresparle le labbra.
"Hai capito la stronza?" aveva bisbigliato Ron all'orecchio di Harry, facendolo ridere.
Tutto era proseguito liscio, a parte l'insolita stanchezza.
Con disappunto, Ron notò che Hermione non c'era ad aspettarli, ma in compenso c'era Padma.
Ron le Sorrise in imbarazzo.
" Padma, ciao!" disse Harry.
"Ciao" rispose lei sorridedo.
Rimasero in un silenzio imbarazzato.
"Allora..." disse Padma, cercando di toglierli tall'impiccio "come va?"
"Bene" disse Ron "tu?"
"Bene"
Altro silenzio. Ron sentiva che sarebbe impazzito di lì a poco.
"PAD" la voce di Dean alle loro spalle gli fece sobbalzare.
La ragazza Sorrise al fidanzato.
"Harry, Ron, ciao!" disse ancora Dean.
"ciao"
"com-"
"stiamo benissimo Dean, grazie, adesso dobbiamo andare. Ci vediamo in giro" lo interruppe Ron, salvando se stesso e Harry da un ennesima conversazione stentata e silenzi imbarazzanti.
Quando furono abbastanza lontani si voltarono indietro:Dean e Padma erano stretti in un abbraccio mozzafiato e si baciavano con passione.
"sono affiatati" commentò Ron. Porse il braccio a Harry e si smaterializzarono.
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Il giorno, a differenza di quello che aveva sperato Ron, era arrivato. Si stavano incamminando tutti insieme verso la collina:Molly e Arthur in testa, George e Ron poco dietro di loro e Harry e Ginny a chiudere il corteo.
Una volta arrivati alla radura dove il ministero aveva piazzato la passaporta, si misero a cercarla.
Dopo diversi minuti Ginny esclamò "eccola!" indicando un vecchio calzino logoro.
In quel momento si illuminò di blu e dopo poco una figura fece la sua apparsa difronte agli Weasley e a Harry.
Charlie Weasley Sorrise.

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