Capitolo 1274

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E: come un sasso: dopo il suo solito spuntino,qualche minuto ed é crollato.

Alex aveva preso alcune delle mie abitudini,perché anche io non riuscivo ad andare a dormire senza aver prima bevuto o mangiato qualcosa e lui non lo faceva senza prima bere almeno la sua tazza di latte al cioccolato.

E: Em? Come sta?

B: penso che le si sia abbassata di poco la febbre,perché non é più molto calda,ma era ancora un po' indisposta.

E: per questo ci ha messo tanto ad addormentarsi?

B: no,ha voluto solo più coccole del solito.

Mi viene naturale sorridere perché non mi veniva difficile da credere,visto che Emily adorava passare del tempo con il suo papà. Anche Simone sta sorridendo,mentre si sta versando un bicchiere di acqua per poi venire a sedersi di fianco a me.

B: ho interrotto per caso qualcosa?

E: no,perché?

B: mi sembrava soltanto. Se stavate parlando io posso tornare di sopra,non é un problema.

E: no tranquillo,stavamo solo parlando di cose normali,nulla di ché.

So che non erano cose non importanti,ma non so se lei se la sente di condividerle anche con lui,quindi a meno che non faccia lei il primo passo,non mi sento di dire niente. Lilia infatti mi guarda con un'espressione confusa,come se pensasse che avrei detto tutto senza preoccuparmi del suo consenso.

L: Simone io vorrei ringraziarti.

Simone arriva quasi a strozzarsi con l'acqua che sta bevendo e questo mi fa sorridere perché mi ricorda quando ha fatto la stessa cosa oggi quando gli ho voluto parlare dell'idea di avere un altro figlio. Tuttavia lo capisco perché sono sorpresa persino io del fatto che lei gli abbia rivolto la parola,per di più ringraziandolo.

B: non serve davvero.

L: invece sì. Avresti potuto mandarmi via,invece hai accettato di farmi stare qui e poi Emma mi ha detto che mi farete dormire qui con voi stasera,quindi grazie.

B: ti ripeto che non serve: mi fa piacere che tu ti sia trovata bene e speriamo di trovare un modo per non farti tornare dal posto da cui vieni.

L: mi chiamo Lilia comunque.

Lo sguardo di Simone parla per lui,infatti si volta verso di me molto stupito,ma io gli sorrido soltanto facendogli capire che era questo che lui pensava di aver interrotto.

B: beh un bellissimo nome.

E: gliel'ho detto anche io. Ha detto che é...ah niente.

Mi fermo subito perché facendomi prendere dall'entusiasmo,stavo per dire una cosa troppo personale della sua vita e,dato che si era bloccata quando lo aveva visto scendere,credo che non voglia parlarne con lui qui.

B: qualunque cosa sia,rimane un bellissimo nome e anche molto particolare.

L: alla mia mamma piacevano molto i gigli e ha voluto darmi un nome che li ricordasse.

Per l'ennesima volta Simone mi guarda con gli occhi pieni di sorpresa e lo sono anche io,perché non pensavo che fosse pronta per condividere questo anche davanti a lui.

B: era...era di questo che stavate parlando quando sono sceso?

E: sì.

B: ok. Comunque non devi sentirti in obbligo di parlarmene,a me va bene così.

L: io vorrei parlarvene peró.

E: davvero?

L: sì. So di avere dei problemi a fidarmi,ma voglio dirvi almeno come mai vi avete trovata fuori da casa vostra.

Io e Simone ci scambiamo uno sguardo perplesso: era tutto il giorno che avrei voluto sapere la sua storia ed ora che lei é pronta a dirmela,non so se lo sono io.

E: non devi farlo per segno di riconoscenza. Ho capito che ti fa stare male parlarne,quindi non ci devi nessuna spiegazione: io e Simone siamo contenti di poterti aiutare.

L: voglio farlo,solo promettetemi che non mi guarderete diversamente.

E: assolutamente,come potremmo?

B: noi non ti giudicheremo: per quanto mi riguarda,ho fatto cose di cui non vado fiero in passato e quindi sono proprio l'ultimo che puó dirti qualcosa.

Le parole di Simone sembrano averla resa più tranquilla,infatti si sistema meglio sul divano,mettendo le gambe incrociate e prendendo poi un respiro profondo.

L: non so da dove iniziare peró.

E: perché non continui a parlarmi della tua mamma. Hai detto che sai che le piaceva il tuo nome,ma che non hai suoi ricordi.

L: no,perché é morta che avevo due anni.

E: oh mio Dio,é orribile.

L: da quello che so aveva una malattia molto grave.

B: mi dispiace davvero.

Parlando di sua madre,sembra abbastanza distaccata,nonostante i suoi occhi sembrino lucidi,ma immagino sia normale,visto che non ha ricordi di lei.

E: da chi hai saputo queste cose?

L: me le ha detto mio padre.

E: ma tu mi hai detto che non hai i genitori. É successo qualcosa anche a lui?

L: non lo so. L'ultimo ricordo che ho di lui é quando a otto anni mi ha lasciato in una casa famiglia.

B: ti ha lasciata lì,anche se era l'unico che ti era rimasto?

L: mi aveva detto che saremmo andati a prendere un gelato e invece siamo arrivati in una grande casa e una signora mi ha portato via da lui.

E: non ti ha mai più cercata?

Biondo ed Emma - Ricordati di ... 7Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora