Capitolo 1211

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Emily sposta la testa,guardandomi in modo confuso perché ovviamente non puó rendersi conto interamente di quello che é successo. Fa una delle sue solite facce buffe,gonfiando le guance e unendo le labbra per farsi dare un bacio. Allora come tutte le volte che lo fa,le do un bacio e poi premo le sue guance per farle fare una pernacchia che la fa sempre ridere. Come previsto infatti si mette a ridere,tornando poi ad appoggiare la testa contro la mia spalla e a giocare con i miei capelli,quando poi vedo Emma tornare.

B: allora?

E: sì é addirittura chiuso in camera,mi dispiace.

B: non vuole nemmeno parlare con te?

E: no,credo sia arrabbiato con entrambi.

B: forse con te,a me mi odia proprio lo hai sentito.

E: Simo é un bambino,non voleva dirlo.

B: non hai visto i suoi occhi Emma.

Alex a volte si arrabbiava molto sia con me che con Emma e potevano volare parole grosse,ma mai che andassero così oltre e soprattutto mai con questa convinzione.

B: non ha nemmeno mangiato.

E: gli ho detto se voleva che gli portavo qualcosa su,ma continua a non rispondere.

B: ho fatto una cazzata Emma.

E: primo occhio alle parole perché non voglio che Em le senta,secondo hai fatto bene a riprenderlo perché stavolta ha esagerato.

B: quello che ha esagerato sono stato io: non dovevo parlargli in quel modo.

E: Simo capita di perdere la pazienza e lui ha scelto solo il giorno peggiore per mettere alla prova la tua.

Questo era vero,ma Alex é solo un bambino e io non dovevo permettermi di urlargli in quel modo e per di più accusarlo di cose di cui lui non ha nessuna colpa. Non riesco a non ripensare a quella piccola parola che non era mai uscita dalla bocca di Alex e che mi ha fatto gelare il cuore non appena l'ha detta. Senza rendermene conto sento delle lacrime che mi scorrono lungo le guance e mi ritrovo Emma seduta su una gamba.

E: ehy....non pensarci per favore.

B: non riesco. Mi sono comportato da schifo e non dovevo scaricare il mio nervosismo su un bambino.

E: Simo é Alex che ha superato i limiti. Ok,puoi esserci andato giù un po' più pesante del solito,ma non avrebbe capito altrimenti.

B: e cosa ha capito adesso? Che oltre a non volere sua sorella,non vuole nemmeno me? Ho superato a pieni voti il test da genitore dell'anno.

E: lo sai che non é facile essere genitori e lui doveva capirlo. Anche io odio rimproverarlo,ma non puó dire quelle cose di Emily.

Emma si tiene a me tenendo il braccio intorno alle mie spalle,arrivando con la mano a dare delle piccole carezze ad Emily che,sostenendosi contro il mio petto,prova a raggiungerla mentre con l'altra mano mi asciuga le lacrime.

B: ho fatto esattamente quello che mio padre faceva con me.

E: Simo non dirlo nemmeno. Al di là del fatto che ora tuo padre é diverso,ma tu non sei nemmeno lontanamente simile a come era lui.

B: invece sì. Tu non puoi saperlo,ma anche lui mi urlava contro,incolpandomi di tutto.

E: guardami.

Guardo gli occhi di Emma per un secondo e poi abbasso di nuovo lo sguardo,perché sono diventato quello che non volevo mai essere e oltre a sentirmi in colpa,mi vergogno persino di me stesso. Emma mi accarezza la guancia,spostando poi la mano verso il mento per alzarmelo e costringermi a guardarla.

E: adesso mi guardi e mi ascolti,chiaro? - annuisco - Guarda Emily.

Credo di sapere dove vuole arrivare,ma non riesco a non guardare quella che sarebbe diventata la seconda donna della mia vita,Emily,che si é messa a giocare con i bottoni che ho sulla spalla.

E: se non fossi un bravo padre,non credo che lei starebbe così tranquilla solo con te o andasse in panico quando non ti vede e sa che sei uscito.

B: anche Alex era così. Emily lo sarà fino a quando non le urleró qualcosa contro.

E: smettila o quella ad urlarti contro stavolta saró io. Sei un padre meraviglioso e sono sicura che lo pensi anche Alex.

B: non credo proprio.

E: magari non in questo preciso momento,ma dagli il tempo di sbollire e poi vediamo se vuole parlare.

Biondo ed Emma - Ricordati di ... 7Where stories live. Discover now