CAPITOLO18

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Alle 23:00 in piazza non c'é anima viva.

É illegale essere fuori per quell'ora, viola il coprifuoco, ma i pacificatori non se ne sono mai preoccupati tanto. Basti pensare al fatto che io vendi loro la cacciagione.

Cammino il piú silenziosamente possibile per evitare di dare nell'occhio e mi apposto seduta sui talloni dietro al palco della piazza. Il palazzo di Giustizia é vuoto, non per l'orario, semplicemente non é piú un edificio, bensí un ammasso di mattoni senza senso. Un castello senza re, in pratica.

Dopo circa una mezz'ora ho perso la pazienza, non viene nessuno e quindi mi alzo dalla postazione.

Eppure mi fermo subito dopo. Un gruppo di mormorii esce dal retro del Palazzo di Giustizia.

Mi schiaffeggio mentalmente. La piazza é molto grande, possono essere ovunque.

Cammino fino a un muretto e mi nascondo dietro di esso.

Mentre mi abbasso riconosco il viso di Jhon ma non del ragazzo con cui parla.

La faccia di Jhon é di un bianco pallido come se avesse appena visto un fantasma e sul suo viso compare un ghigno di frustrazione di tanto in tanto.

Sono troppo lontana e non riesco a decifrare ciò che i due si dicono. Capto solo qualche parola, qualcosa come "smettiamola", "non ne vale la pena", "inutile".

Sembra che a parlare sia solo Jhon, mentre l'atro ragazzo - piú basso di lui, con le spalle larghe e un lieve bagliore negli occhi- scuote la testa di continuo.

Provo ad avvicinarmi di qualche centimetro, gattonando, ma un chiodo mi buca il pantalone all'altezza del ginocchio facendomi trasalire dal dolore.

Guardo in basso e noto il mio ginocchio zuppo di sangue.

Mi faccio forza e mi alzo,zoppicando fino a un muretto piú vicino.

Ora sento benissimo. Fin troppo bene.

-Non é piú sicuro, Ashton-

-Infatti, dovremmo fare come ha detto Rocky sin dall'inizio-

-Cioé?-

-Ucciderlo e basta-

Ricordo di un certo ragazzo che fá parte delle feccie. È un pivello tra di loro ed é il piú piccolo del gruppo. Ashton. Deve essere lui. In classe mi fissa in continuazione. Jhon mi aveva detto pochi giorni prima che anche questo ragazzo era geloso di Peeta.

-Dovete spostarlo, non lo voglio piú in casa mia- dice Jhon piegando le braccia al petto.

Un dolore alla bocca dello stomaco mi fá piegare in due. É cosí,quindi? Peeta é a casa di Jhon?

-Stavo pensando di portarlo a casa di Rocky, vive da solo- esclama Ashton.

-Ash, dico sul serio. Non voglio che lui muoia-

-Deve morire!-

-E perché?-

-Ci ha visti in faccia, Jhon. Se lo liberiamo dirá a tutti ció che ha visto e finiremo nei guai!- spiega Ashton.

Silenzio.

Sto per andarmene quando Jhon finalmente torna a parlare. Anche se avrei preferito non sentire mai una cosa del genere.

-Hai ragione. Dobbiamo uccidere Peeta- concorda Jhon.

IL RIBELLE (sequel to "IL RAGAZZO DEL PANE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora