GAME OVER

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CAPITOLO 2
“Ti ho detto che di mattina non posso, vattene>”
Lo so che non sarei dovuta venire, ma lei è troppo importante.
Mi inginocchio, combacio le mie mani e la guardo negli occhi.
“Ti prego, ti supplico, ritorna da me, ti voglio un mondo di bene”
“Ancora con questa storia? Ma la smetti?”   “Per favore”dico con disperazione.
“Mi hai ferita ok? Tanto anche, non me l'aspettavo dalla mia "migliore amica" da 7 anni. Ora sono cambiata dopo quella cosa, penso a me e a chi se lo merita. Non è colpa mia se hai fatto quello che hai fatto. Dobbiamo sempre discuterne? Che palle oh.”
Non riesco più a vederla, le mie iridi sono annebbiate.  Chiudo le palpebre e comincio a parlare:
“Va bene, non ci spero più.Scusa, non volevo disturbarti. Ciao Zoelle”
Sto per andarmene, ma risento la sua voce per un' ultima volta.
“Possiamo rimanere solo amiche se vuoi” 
La coerenza nel culo proprio, non rispondo, prendo la mia bicicletta e ricomincio a pedalare, questa volta per andare nel luogo più verde di questo paesino.

Dopo aver posato violentemente sul prato il mio mezzo di trasporto, mi accascio a terra, piego le gambe, metto la testa in mezzo e inizio a piangere interrottamente.
Devo farmi forza.
Alex non ti vuole, basta.
Ha ragione, hai sbagliato, devi solo fartene una ragione, lei è felice, a lei non frega più niente di questa storia.
Lei è cambiata.
Lei si è fatta una vita.
...VITA.
Quella che tu sembri non possedere, non più.

Sento una mano toccarmi la spalla e  scuoterla.                    
“Signorina, dobbiamo chiudere il parco, se ne deve andare”             
No, non è possibile.
Sbatto le ciglia ripetutamente e cerco di visualizzare l'immagine davanti a me. Mi ci vuole un po' per mettere a fuoco il tutto, il cielo è più scuro rispetto a poco fa.
“Che ore sono ?” 
“Le otto e quarantacinque, per fortuna l'ho trovata altrimenti sarebbe rimasta qui dentro”                
Annuisco, prendo la bici e vado verso casa.   Ho la nausea, mi viene da vomitare.
                                                       
“Sono a casa”               
Sento sei strani rumori provenire dalla cucina e allora vado a controllare e la  scena che mi si rappresenta davanti mi fa rivoltare ancora di più lo stomaco.
Quando si accorge della mia presenza
al posto di darmi delle spiegazioni o spalancare gli occhi dallo stupore o anche chiedermi scusa dice sfacciatamente: “Stai bagnando il pavimento”
Mi rabbuio.                  
“Ha piovuto, ora vado a lavarmi”
“Signorina ti sembra questo il modo? Saluta”                         
“Non so neanche chi cazzo sia”
“Il mio nuovo compagno”
“Ok”
Mi avvicino al frigorifero e prendo una bottiglietta d'acqua.
Sembra che stiano aspettando che lo saluti, ma neanche morta lo farei.
Prendo un sorso di questa sostanza fredda e rinfrescante per poi avvicinarmi al quarantenne con la bocca piena. Lo guardo attentamente notando che la sua pelle non è molto chiara, così come i capelli e gli occhi. Sicuramente non è inglese.
Mi avvicino ancora un po' per poi sputargli l'acqua addosso, non è per niente educata la mia azione, ma se lo meritava secondo i miei pensieri.
“Ciao”rido sfacciatamente.            
Salgo le scale e mi dirigo in bagno dove inizio a farmi una calda e accogliente doccia.

Indosso uno dei miei pigiama preferiti. La maglietta a maniche corte rossa con su scritto Fucking perfect, il quale mi ricorda la canzone di P!NK.
Invece i pantaloncini sono bianchi.
Mi asciugo leggermente i capelli e mi faccio il pucio, domani faranno schifo, ma non me ne importa un granchè.
Appena sento dei passi farsi sempre più vicini nella mia stanza corro e mi metto sotto le coperte.
Non voglio rischiare che qualcuno veda i segni sul mio corpo.
Eh sì, è passato ormai un mese e mezzo da allora, ma alcuni graffi sono comunque visibili.
La porta si spalanca e si intravede un ragazzo... Un ragazzo?
“Tu chi sei?”chiedo ingenuamente.
Sembra non avermi notata prima che gli rivolgessi la parola.
“Sono il figlio di James, il compagno di tua madre, credo che non ci voglia molto a capirlo” guarda verso la finestra e prende un sorso della sua birra.
Inoltre, nell'altra mano ha un pezzo di pizza.

Cibo.
“Caro diario,
peso 59 chili.     
Ho perso peso in due giorni.Non ho mangiato niente, assolutamente nulla.
Devo farlo, non è difficile, basta chiudere la bocca."

Ha solo un asciugamano addosso.
Pella ambrata,tanti tatuaggi, capigliatura all'in su, castano. Dello stesso colore appaiono i suoi occhi, ma non lo posso dire con certezza siccome è a circa quattro metri lontano da me. Assomiglia in un certo senso a sua padre, ma non nei modi di fare.
Ha anche la tartaruga ed è molto magro, inoltre ha un sguardo misterioso, perso nel vuoto.
“Come mai sei in asciugamano in camera mia?”                   
“Perché magari ho fatto un bagno?”
Ok, mi sento avvampare, che vergogna, sono una stupida.
“Come ti chiami?”          
“Zayn Malik”
Annuisco.
Si toglie l'unico indumento che aveva con sé e mi sento svenire.
Uno sconosciuto, bellissimo, In camera mia... nudo.
È la prima volta che vedo un maschio senza vestiti.
Perché continuo a guardarlo?
Perché non distolgo lo sguardo?
“Non t-ti...”Mi è difficile finire.
“Dovrei vergognarmi secondo te? Sono così bello e a te piace fissarmi” Mi fa l'occhiolino, intimidendomi. Bene, oltre ad essere misterioso e attraente  è anche modesto.            
“Comunque abituati” Significa che lo rivedrò in questo stato? Non che mi dispiaccia, ma neanche ci conosciamo.          Si mette un paio di boxer neri, Jeans a vita bassa, con l'uguale tonalità di colore.
Sopra la maglietta grigia, indossa una giacca di pelle nera.
Si pone davanti lo specchio e sta lì per circa un'ora ad aggiustarsi la chioma, anche se personalmente penso che fossero decenti già precedentemente.
Infine mette le scarpe e se ne va senza salutare.
Avrei voluto porgli tante domande, però non l'ho fatto.

 
“Quanto hai preso?”domanda incuriosita.
“C+” rispondo con indifferenza.
“Beate te, il mio test è andato sicuramente male” piagnucola.
Alzo gli occhi al cielo.
“Samantha Anderson, complimenti, ha fatto un' ottima verifica,eccole un A, il voto più alto della classe”
Innanzitutto perché a lei non parla come se fosse un cane come fa con me?
Secondo fatto, ma non meno importante, perché fanno sempre finta di aver fatto schifo quando alla fine sono bravissime a scuola?

Quando esco da quel schifoso edificio decido di camminare un po', dopotutto mi fa bene.
“Caro diario,
ora peso 55 chili.
Ho fame.”

Vado in un bar vicino all'abitazione di casa sua...Zoelle.
Mi manca come non mai.
“Cazzo”sospiro.
“Hai un'aria sconvolta, che succede?”
Quella voce...
“H-Harry”
“Alex” dice sorridente.    
Ad interrompere il tutto è un cameriere che ci chiede le ordinazioni. Non mi ero neanche accorta che si fosse seduto di fronte a me fino alla presenza di quest'uomo.
“Io una limonata, grazie”
“Io un frappé al cioccolato” dice lui.
“Allora, come stai?”
Male, non mangio, bevo solo da giorni e non ho energie.
“Bene tu?”
“Me la cavo” fa un sorriso a trentadue denti.
  Sospiro e lo ammiro.
“Che c'è?” chiede divertito.
“Ridi sempre tu?”                         
“Ti ho già detto la prima volta che  ci siamo visti di non rispondere alle mie domande con altre domande...esatto?”
Annuisco.
“Ti stavo solo guardando, ora tocca a te”
“Non rido sempre e comunque é sempre meglio che piangere”scrolla le spalle facendosi serio. Si scompiglia i capelli per poi aggiustarsi il ciuffo e rimango meravigliata.
È così fottutamente sexy.
Il barista arriva con le ordinazioni.
“Sai, dopo quel giorno, sono andata spesso al parco, ma non ti ho mai visto”
“Perché non ci sono più andato.Non ne avevo voglia, ma se tu ci vai allora lo farò anch'io”       
Prende il cellulare posto sopra il tavolo e lo sblocca.
“Non hai la password, menomale”
“Già”                                                   
“Bene, d'ora in poi avrai il mio numero e io il tuo, così ti potrò scrivere” fa l'occhiolino.
Mi da un bacio sulla guancia e mi sussurra all'orecchio: “Ci vediamo piccola” o mio Dio.
Abbiamo di nuovo avuto un contatto fisico, sono felice.

Mia madre e il suo compagno non sono nella "mia" abitazione da trenta giorni circa e ora ecco sbucare dal nulla il figlio.
Neanche lui c'è stato per questo tempo, chissà dove sarà stato, sono veramente irritata.
“Cosa ci fai qui? Vattene”
“Non rompere i coglioni”
“Scommetto che sei venuto perché i nostri genitori stanno per arrivare, giusto?”
“No, stanno via ancora per una settimana e mezzo” di nuovo? La loro vacanza sta durando un po' troppo. Be', in realtà James lavora mentre mamma di giorno va in spiaggia da quanto ho capito. Lui voleva affidarmi una baby sitter, ma visto che suo figlio è maggiorenne pensava che potessi starci insieme senza problemi. Si sbagliava. 
“Allora va via>”
Viene verso di me e mi tira uno schiaffo che mi fa cadere a terra.
Lo guardo spaventata.              
“Zayn!”

You make me  dieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora