Alessio Romagnoli {3};

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Alessio Romagnoli, Milan

"Prendi questo telefono perché io non ce la faccio!" Borbottasti lanciandolo sul divano, dove era seduta la tua amica. Portasti un cuscino al viso e cacciasti un urlo di nervosismo.

"Che leccaculo." Commentó lei, scorrendo gli ultimi messaggi presenti su whatsapp. "Dai rispondimi, ho sbagliato lo so, sei importante, mi manchi, blablabla. Sono cazzate non gli devi rispondere." Ti ribeccó con voce seria. Tu sbuffasti per la centesima volta durante quella giornata. Alessio continuava a scriverti, anche se tre giorni prima avevate litigato. Lui aveva fatto lo scemo, come al solito. E tu eri stanca di corrergli dietro. Doveva tornare strisciando. Erano tre giorni che facevi l'indifferente e seppur fosse davvero difficile, eri soddisfatta della reazione che stavi provocando. Lo conoscevi e avevi previsto il suo comportamento. All'inizio ti aveva ignorato anche lui, per un fatto di puro orgoglio, non ci stava cedere subito. Poi però piano piano si era reso conto di cosa aveva combinato e aveva iniziato a scriverti, chiamarti e fermarti sul lavoro. E sinceramente ne eri felice.

"Però inizia a mancarmi eh... È difficile vederlo in giro a lavoro e fare l'indifferente. Per quanto devo continuare?" Le chiedesti, facendo gli occhioni dolci. Lei ti guardò e alzò gli occhi al cielo. Ti stava dando un sacco di diritte per quella situazione.

"Io lo farei anche ingelosire con Kevin.  Ma tu non vuoi, quindi..." Era da quando avevate litigato che lei insisteva su questa questione. Uscire con il tuo vicino di casa per scatenare in lui una reazione gelosa. Ma tu eri una persona piuttosto pacata e tranquilla, non era mai stato quello il tuo modo di agire.

"No Sof, non giocherò la sua stessa carta." Continuasti con un tono insistente, ribadendo il concetto. Legasti i capelli in una crocchia disordinata così che non ti avrebbero più infastidito. "Stasera partono in trasferta per Roma e ci rimangono fino a giovedì." Aggiungesti, sconsolata. Lei ti guardò sorridendo, perché anche se faceva di tutto per farti resistere, sapeva cosa provavi per Alessio.

"Soffrirà." Disse poi seria, facendoti corrucciare la fronte.

"Come sei cinica." Sbottasti alzando le braccia.

"No, solo che non sono coinvolta sentimentalmente come te. E a parte gli scherzi, mi pare abbia capito la lezione, forse ora puoi dargli una possibilità." Ammise, gettandoti addosso un cuscino. E come se avesse avuto il potere di prevedere il futuro, il campanello suonò. Entrambe vi guardaste, pensando la stessa cosa. Era sicuramente passato prima di andare a Milanello per la partenza.

"Andiamo insieme e io me ne vado." Il campanello suonò un'altra volta. Poca pazienza, difetto di Ale. Lei ti seguì davanti alla porta, appoggiasti la mano sulla maniglia, facesti un grande sospiro e apristi.

"Te lo meritavi." Disse soltanto Sofia, una volta uscita, dopo avergli tirato una sberla dietro il capo. Tu la fulminasti e a lui scappò una risatina. "Ciao belli." Mosse la mano, scendendo le scale.

"Posso entrare?" Chiese Ale, mentre il tuo sguardo era ancora fisso sulla tua amica. 

"Certo." Ti facesti da parte per farlo entrare e per poi guidarlo fino al salotto. Ti sedesti sul divano e invitassi lui a fare lo stesso, ma scosse la testa con le mani in tasca.

"Non riesco ad andare in trasferta senza chiarire con te." Affermò, con voce decisa e sicura. Era proprio bello con la divisa della tua squadra del cuore.

"Okay." Replicasti solamente, per poi scendere con gli occhi sul suo collo, per cercarlo. Era ancora lì, piuttosto scuro. 

"Si, c'é ancora." Dissi senza che gli chiedesti nulla, toccandosi il succhiotto che si era fatto fare sabato in discoteca da chissà chi.

"Beh, si è impegnata." Sputasti acida, assottigliando gli occhi. Lui si sedette vicino a te non ti muovesti di un centimetro. Ti accarezzò il viso con le nocche della mano e tu stringesti le spalle, per fargli allontanare la mano.

"Ti prego, ero ubriaco. Nemmeno mi ricordo la sua faccia." Sbuffò. Sembrava si stesse auto maledicendo per quel che aveva combinato. Tu lo guardasti di soppiatto e trattenesti un sorriso. Era carino con l'espressione così combattuta. 

"Non è la prima volta." Affermasti poi, mantenendo il controllo della situazione. 

"Lo so." Disse soltanto, sospirando.

"Dimmi una sola volta in cui ti ho fatto dubitare di me." Continuasti guardandolo con sguardo inquisitorio. Lui abbassò lo sguardo e poi lo rialzò, tenendolo fisso nei tuoi occhi celesti.

"Mai una volta." Alzò le spalle, facendoti un lieve sorriso, per poi accarezzarti i capelli.

"Ecco. Sono stanca di sopportare le tue puttanate da ragazzino di sedici anni." Sbottasti alzando le braccia. Lui ci mise un istante soltanto a baciarti. E tu non riuscisti a ribellarti perché il tuo cuore diceva che andava bene così. Quando capì che stavi ricambiando, portò le tue braccia dietro il suo collo e tu lo stringesti, avvicinandolo un po' di più. Un bacio che ti aveva lasciato senza fiato.

"Non dovevi farlo!" Mordesti il labbro per mascherare un sorriso, per poi tirargli un piccolo schiaffo sul viso. Aveva una tale faccia da sberle.

"Non dovevi ricambiare, se non volevi." Alzò le sopracciglia, senza staccare le mani da te. 

"Non ti conviene sfidarmi quando siamo ancora in clima litigata." Lo canzonasti, passando una mano tra i suoi capelli. Alessio ti avrebbe fatto impazzire un giorno, sicuramente.

"Perché siamo ancora in clima litigata?" Domandò cambiando subito cera. Tu sospirasti, alzando gli occhi al cielo.

"Si perché per te con un bacio passa tutto..." Stringesti le braccia al petto, voltando lo sguardo.

"Con un bacio come il mio, si." Cercò ancora il tuo viso, per lasciarti dei teneri baci sulla tempia. Le sue braccia ti stringevano e ora il tuo busto era quasi attaccato al suo petto.

"Ale, seriamente." Mormorasti, allontanandoti.

"Okay, scusa. Ti prometto che non farò più il cazzone. Questi tre giorni sono stati interminabili." Ammise, con occhi sinceri. 

"Basta deludermi." Lo ammonisti, appoggiando una mano sul suo petto. Con la voce, anche se involontariamente, avevi fatto trasparire tutta la delusione di quel comportamento.

"Non lo faccio più." Rispose sorridente, facendoti scoppiare a ridere. "Dico davvero, non voglio più farti sentire così." Sussurrò vicino al tuo viso. Tu mordesti il labbro, per trattenere un sorriso felice. Facesti sfiorare le vostre labbra e poi lui incastrò il tuo labbro tra i suoi denti, come facevi tu poco prima. E poi tu cercasti il bacio. Alessio ti avrebbe sempre fatto battere il cuore il quel modo.

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Dedicato a julswantpikachu

Spero ti piaccia!


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