Marc-André ter Stegen {2};

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Marc ter Stegen, Barcellona

Eri pronta, anche se un po' agitata. Stavi andando in università a dare l'ultimo esame della tua vita e da persona malinconica, un po' ti dispiaceva. Avevi fatto un percorso di quattro anni a Barcellona e volevi chiudere il tuo percorso in quella scuola come meritavi, ovvero con un 10. Eri sempre stata una ragazza competitiva, che non si accontenta mai e che si mette sempre in gioco. Fortunatamente Marc quell'ultima settimana non era stato presente a casa, perchè era in ritiro con la nazionale in Germania. Quegli ultimi giorni ti eri dedicata completamente allo studio, senza fare altro, eccetto quando dovevi lavorare. Volevi comunque avere la tua indipendenza, benché vivessi con un calciatore, non amavi campare sulle sue spalle. Avevi dormito poco e delle volte ti eri anche dimenticata di mangiare, ma se questi piccoli sforzi servivano a raggiungere il tuo obiettivo, li compievi con caparbietà.

Ti alzasti dalla sedia in plastica della metro e ti tenesti con una mano al palo, prima che le porte si aprissero. Ma in pochi secondi la tua vista si fece a chiazze e non avesti nemmeno il tempo di tentare di aggrapparti a qualcosa, perchè le tue gambe cedettero e da quel momento il buio completo.

Stringesti gli occhi, perchè muovendo un po' le palpebre la luce che filtrava dalla finestra di stava dando fastidio. Li apristi piano e ti guardasti in giro. Quella non era casa tua, ne tanto meno una casa che conoscevi. Osservasti intorno a te e poi ti accorgesti di essere in un ospedale. Avevi dei tubicini attaccati al braccio e la tua mano era stretta da quella di tua sorella. La guardasti confusa, provando a parlare, invano. Avevi la gola secca e ti sentivi veramente molto debole.

"Hermana, ma cosa combini?" Ti sorrise, stringendo maggiormente la tua mano. Si sporse, per darti un tenero bacio in fronte. Facesti un po' di forza sulle braccia e tirasti su il busto, appoggiandoti ai cuscini.

"Come mai sono qui?" Domandasti con la fronte corrucciata.

"Sei debole e sei svenuta mentre andavi all'università." Ti disse, con tono di rimprovero, accarezzando senza sosta la tua mano. I tuoi occhi si spalancarono e portasti una mano al viso.

"L'esame!" Esclamasti, scuotendo il capo interdetta. La tua laurea sarebbe slittata all'anno dopo.

"È proprio per questo che sei svenuta. Non hai mangiato e hai dormito poco solo per andare bene, ti conosco." Continuò con quell'atteggiamento tua sorella.

"Madre mia..." Mormorasti, ripensando a cosa avevi fatto. Odiavi quando le cose non andavano secondo i tuoi piani.

"Tranquilla, l'esame puoi andare a darlo tra cinque giorni, hanno capito la situazione. Però promettimi che non farai più nulla di simile." Ti porse il mignolino, come facevano da piccole e tu le sorridesti, stringendolo. Ti aveva dato una notizia che ti aveva tranquillizzato. Poi vi stringeste in un forte abbraccio e lei ti sussurrò che l'avevi fatta spaventare. La stringesti ancor più forte e poi vi staccaste, sorridendovi a vicenda.

Dietro di lei, appoggiato allo stipite della porta, c'era Marc, con il viso tirato e il respiro pesante. Forse aveva corso per raggiungerti. Vedendo il tuo sguardo fisso dietro di lei, tua sorella decise di togliere il disturbo e di lasciarvi da soli. Ti era mancato tanto, anche se eri abituata a queste assenze a causa del tuo lavoro.

"Amore mi hai fatto spaventare! Sono venuto qui appena ho visto il messaggio di tua sorella." Disse, mentre camminava verso il tuo letto e ti prese tra le sue braccia. Appoggiasti le mani dietro la sua schiena e inspirasti il suo profumo.

"Sto bene, non preoccuparti." Ridacchiasti sul suo collo. Gli baciasti la guancia e lui le labbra.

"Ma cosa ti è successo?" Gli spiegasti il tutto, sperando che non si sarebbe arrabbiato troppo e gli facesti anche gli occhioni dolci. All'inizio ti guardò con lo stesso sguardo di tua sorella, ma infine lo sapeva che eri consapevole di aver fatto una cazzata, quindi non ti rimproverò, ti diede soltanto una carezza sul viso.

"Manco io una settimana e guarda cosa succede?!" Si lamentò, alzando gli occhi al cielo, con l'espressione di chi vorrebbe scoppiare a ridere.

"Hei, non darti troppe arie che sono stata proprio tranquilla senza di te." Sprofondasti nel cuscino, con un sorrisetto dispettoso in viso. Passasti una mano tra i capelli leggermente arruffati e gli facesti la linguaccia.

"Non ci credo. Anzi, secondo me non sei svenuta perchè eri debole, ma perchè ti mancavo e non riuscivi più a sostenere la mia assenza." Ti ribeccò, facendoti ridacchiare. Era sempre stato un tipo ironico e simpatico, infatti ti aveva conquistato proprio grazie a quella sua dote innata, due anni prima, alla festa di compleanno di Piqué. Non avevi mai riso tanto come durante quella serata. Preferivi chi ti faceva ridere, a chi se la tirava, come molti calciatori.

"Smettila scemo, piuttosto chissà cos'hai combinato in Germania, con quelle bionde con gli occhi azzurri..." Lo stuzzicasti, pizzicandogli una guancia, facendo allargare ancor di più il suo sorriso. Per un attimo ti guardò, affondando un dito nella fossetta che ti veniva ogni volta che sorridevi.

"Erano così tante che non sapevo quale scegliere." Sussurrò, alzando le sopracciglia.

"Addirittura? Beato te, allora!" Continuasti con lo stesso tono, fissandolo negli occhi. Per qualche secondo continuaste a scambiavi quello sguardo, ma poi non ce la faceste più e scoppiaste a ridere entrambi, mentre le vostri mani si stringevano.

"Però seriamente, mi hai fatto spaventare. Devi stare attenta." Ti disse poi, prendendo il tuo viso tra le mani.

"Va bene amore, ma veramente, ora sto meglio. Questa sera mi dimettono e ritorniamo a casa. Tu intanto vai a riposarti, hai comunque fatto un viaggio eh." Appoggiasti le mani sulle sue. Era stanco, dopo una settimana e due partite disputate, doveva riprendersi per affrontare al meglio gli allenamenti con il Barça. Ti sorrise e ti baciò la fronte.

"No, resto qui. Ti amo." Sussurrò dolcemente. Quando era in vena, poteva essere il fidanzato più dolce del mondo.

"Ti amo anche io." Ridesti sul suo collo, per poi lasciargli una scia di bacetti fino ad arrivare alle sue labbra, che finalmente baciasti come si deve, dopo una lunga settimana di astinenza.

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Dedicato a Invincibleo

Spero ti piaccia!

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