Stephan Kareem El Shaarawy;

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Stephan El Shaarawy, Roma

Ti stavi divertendo molto durante quella giornata con i tuoi amici. Avevi chiesto loro se avrebbero potuto aiutarti a dipingere le pareti della tua camera e loro avevano accettato, passando tutta la giornata con te, o almeno quasi. Anaïs, la tua amica di infanzia, era dovuta tornare a casa prima per preparasi per il suo allenamento di atletica e Lorenzo aveva un appuntamento dal medico. Per questo motivo tu e Stephan eravate rimasti soli nella stanza, a finire di dipingere l'ultima parete rosso fuoco.

Tu e Stephan eravate amici da un paio di anni, da quando si era trasferito a Roma da Milano.  Lo avevi conosciuto perché abitava all'attico del tuo condominio e una volta lo incontrasti in cantina, con un pallone da calcio in mano e una cresta un po' più alta di quella di adesso. Avevate subito stretto amicizia e questa cosa ti piaceva, perché significava che aveva una buona influenza su di te, dato che generalmente eri molto diffidente. Il suo sorriso cordiale però ti aveva convinto. Quando poi la vostra amicizia si approfondì, Stephan era sempre a mangiare da te, perché era abbastanza impedito in cucina. Benché qualche volta provasse a fare da solo, capitava spesso che dovesse scendere e venire da te perché aveva bruciato tutto. Lo prendevi sempre in giro.

Ti guardasti in giro e vedesti che il lavoro era quasi concluso. Sparsi per la camera c'erano barattoli di vernice, scotch, plastica per coprire il mobilio, pennelli e rulli. Era abbastanza incasinata. Ti voltasti per vedere la tua immagine riflessa allo specchio. Dei leggins vecchi e bucati sul ginocchio e una maglia larga e bianca sporca di colore. Capelli arruffati e raccolti in uno chinion disordinato. Dedicasti poi anche un sguardo a Stephan, jeans vecchi e brutti che avevi sperato mettesse almeno sei anni prima e una maglia bianca anche lui. Era concentrato e aveva la lingua tra i denti.

"Lo so che sono bello, ma non sbavare." Ridacchiò continuando a passare più volte il pennello sulla parete ancora bianca. Faceva sempre queste battutine, ma tu non avresti mai ammesso che a parer tuo era un bel ragazzo. Non era nella tua indole, anzi.

"Ti piacerebbe, vero?" Lo sfidasti avvicinandoti e sorridendo, appoggiandogli una mano sulla spalla.

Lui in risposta diede una pennellata sul tuo naso, in modo da farlo diventare tutto rosso.

"Stephan!" Urlasti prendendo a tua volta il pennello e iniziando a rincorrerlo per la camera. Gli sporcasti il braccio e la fronte. Lui ti bloccò il polsi e disegnò degli scarabocchi sul tuo collo. Ti dimenasti cercando di apparire in cazzata ma con scarsi risultati. Cercasti di pitturarlo il più possibile, anche perché per te era difficile riuscire a bloccarlo e a pasticciargli il corpo come lui aveva fatto con te.

"Ora bambina mi sembri un po' troppo agitata." Ridacchiò di nuovo facendo scivolare le sue mani sulle tue braccia e facendoti indietreggiare.

"Stephan dai, mi devo vendicare!" Borbottasti tu contrariata, scoppiando a ridere insieme a lui, mentre pian piano ti aveva fatto appoggiare al muro e il tuo corpo era molto vicino al suo. Quando smetteste di ridere, tu te ne accorgesti e non sapevi che fare. Lo guardavi negli occhi, un po' intimorita. Lui ricambiava il tuo sguardo senza timore. Non ti era mai capitato di trovarti così vicina a lui e questo ti metteva in soggezione. Essere per la prima volta così a contatto con lui, ti portò a pensare ovviamente a un bacio. Chissà come sarebbe stato baciare quelle labbra? Erano fini e leggermente rosate. Era raro che intorno si potesse chiaramente vedere la barba, perché lui non piaceva. Difatti immaginasti che non avresti sentito quel leggero fastidio provocato da essa.

Lui, invece di lasciarti continuare a fantasticare, ti fece provare davvero cosa significava baciarlo. Aveva appoggiato le labbra fini e leggermente screpolate sulle tue e tu non avevi esitato a ricambiare. La tua mano accarezzava il suo collo e la sua i tuoi capelli. Piano piano scese con entrambe al tuo bacino e lo fece combaciare con il suo. Il bacio stava diventando sempre più passionale. Era casto, inizialmente. Lui non sapeva se tu avresti ricambiato. Ma ora la situazione era diventata molto più calda. Le sue mani si erano appoggiate sui tuoi glutei, palpandoteli, e tu poco dopo avevi fatto un piccolo salto, per agganciare la gambe al suo bacino. Lui ti aveva stretto maggiormente alla parete.  Le tue dita vagavano leggere sulla sua schiena e poi si fermarono sull'addome, tracciando il contorno dei suoi addominali. Sentisti un forte sospiro contro il tuo orecchio e sorridesti compiaciuta. Subito dopo sentisti le sue labbra sul tuo collo, lasciare una scia di baci, fino a scendere sul tuo petto. Tu alzasti la sua maglia e poi gliela togliesti, per poi baciarlo di nuovo, stringendo le braccia dietro il suo collo. Lui ti sciolse lo chinion nel quale erano raccolti i capelli, facendoli scivolare lungo le tue spalle.

In quel momento non stavi penando a quel che sta davvero succedendo, ma soltanto un paio di minuti dopo te ne rendesti conto.

"Ragazzi! Ho dimenticato le chiavi!" La voce di Anaïs interruppe il vostro momento di passione, lasciando spazio al panico più totale. Vi guardaste, mentre le tue gambe erano ancora strette intorno a lui. Iniziaste a sentire gli scricchiolii delle scale di legno, mentre tu lanciasti la maglia a Stephan, che la infilò definitivamente appena la vostra amica varcò la soglia.

Nonostante il vostro tentativo di sembrare sciolti e a vostro agio, entrambi la fissavate impalati con il fiatone. Il suo sorriso, da gentile e simpatico, mutò in malizioso.

"Che tempismo perfetto che ho avuto. Scusatemi tanto, ora vi lascio in pace. Buona serata." Terminò con un occhiolino. Entrambi la avremmo fulminata, se avessimo potuto. Sia per aver rovinato il momento, sia per la battutina poco adeguata.

Quando sentiste entrambi chiudere di nuovo la porta d'entrata, vi guardaste. Una parte di te era in completo imbarazzo, mentre l'altra era così attratta da quel ragazzo sempre sorridente. In quel momento però la sua espressione era seria e indecifrabile. Avresti voluto capire che cosa stava provando. Lo capisti soltanto pochi istanti dopo, quando le sue mani erano di nuovo sulle tue guance e le labbra a contatto con le tue.

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Dedicato a Fan_di_Favij

Spero ti piaccia, scusami tanto per l'attesa!

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