Sergio Ramos García {2};

3.5K 107 17
                                    

Sergio Ramos, Real Madrid

Ti voltasti nel letto, rannicchiandoti. Avevi appena sentito la serratura scattare ed erano le 5.49 del mattino, quasi le sei. Il tuo nervosismo si poteva percepire dal fatto che avevi iniziato a digrignare i denti, come facevi sempre quando le persone facevano qualcosa che ti infastidiva. Non si poteva più andare avanti così, era diventata davvero una situazione insostenibile da due settimane a quella parte. Non ne capivi neppure il motivo, ti sembrava così strano il comportamento di Ser in quegli ultimi giorni. Se non aveva l'allenamento di mattina, usciva e tornava a casa ubriaco, ad orari inconcepibili. Poi dormiva e si svegliava per andare ad allenarsi.

Lo avevi avvisato, non saresti andata avanti molto se la vostra situazione non sarebbe migliorata. Avevi provato a farlo parlare e spiegarti cosa avesse portato a questo cambio repentino, ma lui non ne voleva sapere. In cuor tuo non avevi alcuna idea, ma da quel pomeriggio quando era tornato dalla Ciudad era cambiato. Avevi provato a parlarne con Cristiano, per sapere se lui fosse a conoscenza di qualche aneddoto, ma invece ti disse che Ser si allenava tranquillamente e dava sempre il meglio di sé, anche se ultimamente risultava un po' stanco.

Sentisti il materasso sprofondare, segno che anche lui si era sdraiato. Sapevi che non saresti riuscita a dormire e quindi ti alzasti freneticamente, ti mettesti dei pantaloni della tuta e una maglietta in cotone, e scendesti. Prima di aprire la porta della stanza però, lo osservasti. Era ancora vestito, con un'espressione sofferente e il braccio appoggiato sulla fronte. Perchè non te ne parlava, cos'era che lo tormentava?

La mattinata passò, tra la colazione, la chiamata con la tua migliore amica e il lavoro che ti eri portata a casa, anche se quel giorno sarebbe dovuto essere la tua mattina libera. Eri una consulente bancaria da ormai tre anni, il tempo da quando avevi finito l'università sembrava volato.

"Hola." La sua voce non fece fermare le tue dita dallo scrivere al compute, anche se quando era roca, ti aveva sempre fatto impazzire. "¿Qué hay para desayunar?" Chiese, appoggiando le mani sulle tue spalle e lasciando un bacio sulla tua testa. La cosa che davvero ti faceva innervosire, era che furante la giornata si comportava normalmente, come se il suo comportamento fosse assolutamente consono.

Non gli desti alcuna risposta, non se la meritava. Quando sarebbe rinsavito, saresti ritornata ad avere con lui un rapporto da fidanzati.

"Esto apesta." Lo sentisti mormorare. Che palle, lui aveva appena detto che palle. Lui. Avresti dovuto dirlo tu, non lui. Sbuffasti, stringendoti la coda alta e mettendoti più comoda sulla sedia del salotto.

"Esto apesta dovrei dirlo io." Ti lamentasti, senza neppure voltarti. Non eri riuscita a rimanere zitta.

"Perchè?" Chiese, al che tu ti girasti e lo guardasti allibita. Lo stava chiedendo davvero? Non sapevi più dove sbattere la testa. Ti alzasti dalla sedia e ti avvicinasti di qualche passo a lui, lentamente. Lui scrutava ogni tuo movimento, con le braccia conserte.

"Perchè? Me lo stai chiedendo davvero? Sono due settimane che fai quello che vuoi, esci e torni quando vuoi senza avvisarmi, torni ubriaco e non ho idea di cosa tu faccia dalle 22 quando esci agli orari improponibile quando torni a casa. Ho cercato di aiutarti ma tu non hai voluto, ti ho avvisato che la situazione sta diventando pesante e tu non ti sei limitato, anzi stamattina hai battuto il record, sei tornato alle sei. E hai il coraggio di chiedermi perchè?" Sbraitasti, ormai al culmine. Aveva raggiunto il limite, non potevi più sopportare tutto quello. Ti eri avvicinata a lui, così tanto da far scontare i vostri petti, lo fissavi con tutto il disappunto che stavi provando.

"Ma che cazzo vuoi? È la mai vita e posso fare quello che voglio, non sei mia madre." Si scostò malamente, sputando queste parole con menefreghismo. Non sembrava neanche il vero Sergio, lui non ti avrebbe mai riposto così.

"No, ma sono la tua ragazza e siccome abbiamo una vita di coppia, dovrei venir considerata, non credi?" Allargasti le braccia, guardandolo mentre ora era appoggiato al divano, con i pugni stretti e l'espressione fissa sulle piastrelle bianche.

"Io provo a pari, ma tu fai la scostante, non rispondendomi? Che vuoi, che mi inchini per chiederti le cose?" Sbottò, avvicinandosi lui questa volta. Sul suo viso erano presenti delle occhiaie molto marcate e la stanchezza che aveva addosso da quei giorni era lampante.

"Faccio così da quando tu hai assunto questo comportamento Ser! Se solo mi spiegassi il motivo, vorrei capire perchè fai così. Pure se mi tradisci, dimmelo e la facciamo finita, no?" Blaterasti alzando la voce nuovamente. Stavate urlando come dei pazzi, era da tempo che non discutevate in questo modo e questo ti intimoriva, molto.

"Dio non iniziare a farti i tuoi film, io non ti tradisco." Alzò gli occhi al cielo, guardandoti esausto e con il fiatone per le grida continue.

"Lo spero per te." Lo fulminasti, pronunciando queste parole in un soffio. Per dei minuti non parlaste, continuavate solamente a lanciarvi sguardi e pensare e pensare. Avresti pagato oro per capire cosa succedeva nella testa dell'uomo che amavi. Aveva sempre avuto un carattere forte, era riuscito a superare tutto, cos'era il problema, allora? Lo guardasti sofferente, scuotendo il capo. Lui ti fissò per un istante e gli bastò per chiederti di avvicinarti a lui. Sospirasti e andasti a sederti sulla sedia di fianco alla sua.

"Il Madrid mi vuole vendere. Il mio Madrid." Sussurrò, guardando  il tavolo con uno sguardo perso. In quel momento capisti tutto. La sua squadra, di cui era capitano, lo voleva vedere. Non ci credevi nemmeno tu.

"Ma come? Sei il capitano." Chiedesti incredula, stringendogli forte la mano. Sapevi come si sentiva e capivi il suo cambiamento.

"Zidane ha detto che la dirigenza è pronta a valutare delle offerte, se arrivassero, da altri club, perchè il settore giovanile è ampio e io sto invecchiando, in poche parole."  Scrollò le spalle, mentre tu gli accarezzavi il viso, facendo sì che ti guardò. Aveva un'aria afflitta.

"Ser è un'ipotesi. E non ha detto altro?" Dicesti con tono pacato, dopo esserti seduta sulle sue gambe.

"No, solo che ha grande rispetto di me dopo i tanti anni al Real e il mio agente mi ha detto che potrebbe anche avermelo detto per spronarmi a fare meglio, ma questa cosa mi ha distrutto. Io voglio rimanere al Madrid per tutta la vita." Sussurrò le ultime parole, guardandoti negli occhi e cercando in te una soluzione. Passasti una mano tra i suoi capelli e gli accarezzasti il viso.

"Ma tu glielo hai detto questo? Che nel tuo cuore c'è solo il Madrid?" Alzasti le sopracciglia, in attesa di una riposta, mentre le sue mani circondarono la tua vita.

"No, sto cercando di impegnarmi sempre di più, ma poi da qualche parte mi dovevo pur sfogare e ho trascurato te, mi amor." Ti baciò più volte la guancia, giocherellando con i tuoi capelli. Voltasti il viso, facendo si che le vostre labbra si scontrano, in un bacio che gli desse sicurezza

"Ser ora capisco perchè, non devi preoccuparti, ma dovevi parlarmene prima." Accennasti un sorriso dolce, baciandogli la tempia.

"Non sapevo come affrontarla." Mormorò, mentre scuoteva il capo.

"La affrontiamo insieme, va bene?" Tu appoggiasti la fronte sulla sua, sorridendo ancora e passando una mano sul suo viso. Vedesti finalmente un sorriso anche da parte sua.

"Te amo." Dichiarò, quando vi guardavate con estrema complicità.

"Yo también." Replicasti, abbracciandolo forte. Per lui ci saresti sempre stata, non avrebbe dovuto dubitarne mai.

---

Dedicato a KatyaHemmo

Spero ti piaccia!

One shots; immagina » Footballers'Where stories live. Discover now