Francisco Román Alarcón Suárez;

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Isco, Real Madrid

Avevi appena messo piede sull'erba verde dello stadio di Cardiff. Alice ti stringeva la mano entusiasta, saltellando come una bimba. Sapevi che ben presto l'avrebbe lasciata per fiondarsi su Álvaro, il suo ragazzo. Il Real aveva appena concluso la partita con un buon secondo tempo, riuscendo così a vincere la Champions.

Essere la migliore amica di Alice Campello aveva dei vantaggi, come vedere le partite del Real dalla tribuna vip, oppure come poter festeggiare la vittoria della dodicesima Champions in campo. Arrivaste dal numero ventuno del Real e vi congratulaste con lui. Poi Alice lo baciò dolcemente. Erano davvero una coppia bellissima, lui a novembre le aveva chiesto di sposarsi. Erano quello che per te era l'amore: semplici, dolci e complici. I mesi precedenti quel giorno erano stati stressanti, ma in modo positivo, perché in estate si sarebbero sposati e tu avevi aiutato la ragazza con i preparativi per rendere quelle nozze bellissime e da sogno, degne dell'amore che si scambiavano anche con un solo sguardo Alice e Álvaro. Tu saresti inoltre stata la sua testimone, quindi eri doppiamente in ansia.

D'un tratto sentisti qualcosa scontrasti contro la tua gamba. Ti voltasti e vedesti un bimbo a terra. Sorridesti e ti abbassasti alla sua altezza, mentre lui era di nuovo in piedi.

"Hey, ti sei fatto male?" Ti assicurasti tenendo una manina al bimbo.

"Isco!" Sentisti urlare in mezzo al caos qualche metro più in là. Voltasti il capo e trovasti un ragazzo non troppo alto con i capelli leggermente lunghi venire verso di voi. Ti sembrava di averlo già visto, anche perché indossava la divisa viola, ma non ricordavi quale giocatore fosse.

"Papà." Urlacchiò il bimbo muovendo le braccia velocemente in direzione del ragazzo, che ormai era a pochi metri da noi. Lui si abbassò alla nostra altezza e prese tra le sue braccia il piccolo, dicendogli che non si sarebbe dovuto allontanare.

"Grazie mille." Ti sorrise riconoscente. Il ragazzo dai tratti somatici evidentemente spagnoli, aveva un bel sorriso ed era anche un bel ragazzo.

"Di nulla." Replicasti tu, portando indietro con una mano i capelli.

"Piacere, Francisco, ma per tutti sono Isco." Ti porse la mano mentre il figlio gli girava intorno. Soltanto ora avevi ricollegato il viso al nome del calciatore.

"Ah, Isco la Magia." Annuisti sorridente, ricordando in che modo veniva chiamato il città il ragazzo.

"Sì, io." Ridacchiò. "Tu invece?"

"Io sono y/n." Dicesti.

"Bella partita, complimenti per la dodicesima Champions." Ti complimentasti con lui, mentre invece di stare seduti come due scemi, vi alzaste, lui con suo figlio in braccio.

"Ti ringrazio, sono felice per la squadra. Tu sei una tifosa intrusa oppure..?" Lasciò la frase in sospeso in attesa di una tua risposta.

"Ho la faccia da tifosa che invade il campo?" Chiedesti divertita, incrociando le braccia al petto.

"Non si può mai sapere." Alzò le spalle lui, divertito quanto te.

"Io sono la migliore amica di Alice, la ragazza di Álvaro." Rivelasti infine.

"E tu come ti chiami?" Chiedesti al piccolo.

"Lui è Isco Junior." Sorrise Isco, accarezzando la testa del piccolo.

"Immagino che starai pensando: che fantasia." Ridacchiò, guardandoti alzando le sopracciglia. Tu non riuscisti a trattenere una risata e annuisti, perché era effettivamente la prima cosa che avevi pensato. Anche lui si mise a ridere insieme a te.

One shots; immagina » Footballers'Where stories live. Discover now