Paulo Exequiel Dybala {5};

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Paulo Dybala, Juventus

Ti stavi cimentando per la terza volta nella lettura di uno dei tuoi libri preferiti, nonché gran romanzo delle letteratura inglese. Cime tempestose della Brontë aveva sempre il suo fascino. Eri rannicchiata sul divano, con la mano sul viso, sempre pronta ad aggiustarti la montatura degli occhiali, con i denti che morsicavano il labbro, completamente immersa nella lettura. Avresti continuato, se non fossero entrati in casa. Paulo era tornato e sembrava in compagnia. Accadeva spesso, gli piaceva passare del tempo con i suoi amici nella sala da biliardo, dove aveva anche altri duemila giochi.

I ragazzi entrarono in salone, seguendo Paulo. Quest'ultimo non ti guardò neppure, mentre Berna, Douglas e Pjanic ti salutarono con un sorriso amichevole.

"Ciao ragazzi." Muovesti la mano, prima che loro scomparissero di nuovo dietro il muro del corridoio.

"Ma che è successo?" Sentisti la voce di Federico in lontananza.

"Niente, come al solito mi rompe i coglioni." Non potevi negare che la sua riposta ti fece sprofondare maggiormente nel divano, ma infondo un po' di ragione ce l'aveva. Anzi, ne aveva parecchia. Era un periodo in cui eri veramente pesante, te ne rendevi conto. Non sapevi perché, cosa aveva portato a quell'improvviso cambiamento nel tuo comportamento, ma in qualunque caso dimostravi spesso al tuo ragazzo che non ti fidavi di lui. Dopo innumerevoli volte, anche lui era scoppiato avevate avuto una litigata furibonda due giorni prima. Lui aveva dormito nella stanza degli ospiti, anche se ci saresti voluta andare tu. A mente lucida, dopo una doccia, ci avevi ragionato e avevi pensato che avevi avuto una reazione esagerata. Lo avevi accusato senza motivo. E la tua accusa era completamente campata in aria. Lui era arrivato un'oretta più tardi del solito e non ti aveva avvisato. Era semplicemente passato da Gonzalo, ma tu subito gli puntasti il dito contro, chiedendogli di ammettere che si era appena visto con Antonella, la sua ex. Tutto questo perché lei aveva iniziato a seguirlo nuovamente su Instagram una settimana prima.

Ti sentivi davvero male per come lo trattavi, perché lui stava iniziato a stufarsi e stavi rovinando il bellissimo rapporto che avevate. Ma in quei momenti non sapevi controllarti, era assolutamente più forte di te. Quella sera gli avresti parlato per forza, anche contro la sua volontà.

Chiudesti il libro, perché ormai la concentrazione per la lettura era completamente scomparsa. Nemmeno il tuo romanzo preferito riusciva a farti evadere da quel fascio di pensieri assillanti. Forse ci sarebbe riuscito un bagno rilassante.

Quando scendesti le scale, non sentivi più il brusio che veniva dalla stanza con le pareti color rosso. Ti avvicinasti e notasti che la porta era aperta e dentro non c'era più nessuno. Era uscito e probabilmente sarebbe tornato tardi. Siccome a casa c'era un situazione tesa, si assentava molto volentieri, ovvero appena poteva. Tu sospirasti pesantemente, notando che erano le venti e decidesti di cucinarti qualcosa. Comunque, nemmeno il bagno caldo era riuscito a farti tranquillizzare.

Ti girasti per l'ennesima volta tra le lenzuola, indecisa sul da farsi. Paulo era tornato da un quarto d'ora e come da due giorni a quella parte, se ne era andato nella camera degli ospiti. Sentivi il mal di pancia di quando si è agitati, di quando non si sa cosa ci si aspetta. Tu e lui non eravate mai arrivati a tanto per una litigata. Ti mettesti seduta di scatto, fissandoti le gambe nude. Si, saresti andata da lui. Non importa se non ti avrebbe parlato, per lo meno lo avresti sentito vicino a te mentre dormivi.

Scostati di poco la porta della stanza, notandolo steso sulla schiena, con un braccio sul petto e l'altro steso sul materasso. Ci metteva sempre due secondi ad addormentarsi, se era molto stanco. E in quel periodo lo era perché giocava ogni tre giorni.

Ti sedesti sul letto, osservandolo. Aveva il viso rilassato, il respiro era leggero e i capelli erano già scompigliati, come accadeva sempre quando dormiva. Molto lentamente avvicinasti l'indice al suo tatuaggio, sfiorandolo. Era la persona più bella del mondo.

"Paulo..." Sospirasti, immersa nei tuoi pensieri. "Non dovrei fare così, lo so. E so anche che questa volta sei davvero incazzato. E ti capisco. Io però non so come fare, come gestire quei momenti." Lo sapevi che non ti sentiva, e forse era anche per quello che riuscisti a dirgli tutto nel giro di qualche frase. Eri una ragazza che spesso si perdeva nelle sue parole. Se poi avevi davanti gli occhi di Paulo, era davvero difficile. Passasti altro tempo a guardarlo, senza dire nulla e senza fare altro. Solo a guardarlo. Non volevi svegliarlo. Quando però lui si voltò verso di te, per girarsi di schiena, di alzasti di tutta fretta per non essere toccata, ma facendolo inciampasti nella sedia dietro di te. Stringesti forte gli occhi, sperando di non aver disturbato il suo sonno, come invece era avvenuto. La solita maldestra.

"Da quanto sei qui?" Chiese dopo qualche secondo, continuando a guardarti. Desti velocemente un'occhiata alla sua sveglia. Era mezzanotte e venti.

"Quaranta minuti." Rispondesti, stringesti nelle spalle

"E mi hai guardato per tutto quel tempo?" Domandò ancora, con un'espressione impassibile. Facesti un mormorio di consenso, mentre di morsicavi le pellicine delle labbra.

"Sei inquietante." Constatò, corrucciando la fronte e sbuffando, cercando di allontanare un ciuffo che gli dava fastidio.

"Lo so." Annuisti. Lui ti guardò per qualche altro secondo e tu non ce la facesti più. "Paulo, mi dispiace." Rivelasti seduta per terra, così da avere vicino il suo viso. Lui sospirò, sedendosi sul letto e invitando te a fare lo stesso. Si passò una mano sul viso, cercando di riprendere una certa lucidità.

"Perché fai così, ogni volta?" Domandò, sistemandosi i capelli. La sua voce dopo tre giorni era musica per te.

"Non lo so, te lo giuro. Io in quei momenti non mi controllo. Lo so che è brutto essere accusati perennemente dalla propria ragazza e ho capito che sto rovinando tutto con questo comportamento." Allargasti le braccia, cercando di spiegargli in che situazione eri senza tergiversare come al solito.

"Ma poi facessi qualcosa per davvero..." Sbuffò lui, guardando altrove in un attimo di nervosismo. Tu mordesti il labbro in difficoltà. Poi tornò a guardarti negli occhi, ma tu non resistesti molto e decidesti che il lenzuolo azzurro era molto più interessante.

"Ti prometto che mi controllerò, perché questa litigata mi ha spaventato moltissimo." Sussurrasti. In pochi secondi la tua testa era appoggiata sul suo petto, mentre ti lasciava dei baci tra i capelli.Ti sentisti sollevata una volta che eravate così vicini. Sentivi il suo cuore battere, anche lui era agitato come te. Ti stringesti un po' di più a lui, mentre ti accarezzava il viso e i capelli, senza fretta, con tutta la calma del mondo.

"Paulo..?" Lo chiamasti a bassa voce, non volendo rovinare quella magnifica atmosfera. Dopo le litigate apprezzavi moltissimo quei momenti.

"Mh." Sibilò.

"Io ti amo tantissimo." Sospirasti, appoggiando una mano sulla sua, appoggiata sul tuo fianco. Percepisti il suo respiro un po' più forte, probabilmente stava sorridendo e questo ti sollevava moltissimo.

"Anche io, naturalmente." Sorrise, mentre ti faceva voltare il viso, per darti un dolce bacio sulle labbra.

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Dedicato a martiismile_

Spero ti piaccia!

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