Paulo Exequiel Dybala;

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Paulo Dybala, Juventus

Avresti voluto scrivergli un messaggio, ma sapevi che non sarebbe servito a nulla. Era meglio se gli avresti parlato quando sarebbe tornato a casa. Ci sarebbe voluta un'oretta circa, avresti aspettato sul divano in pigiama e la coperta - eri una ragazza freddolosa - magari con una tazza di cioccolata per togliere dalla bocca quel gusto amaro che ti aveva lasciato quella sconfitta. Andasti in camera e levasti la maglia della Juventus di Paulo. Infilasti quella con una pecorella morbidosa e ti recasti in cucina, perchè avevi proprio voglia di quella cioccolata.

Già te lo immaginavi Paulo, quando sarebbe entrato in casa. Si demoralizzava subito e questo non era per nulla positivo in un lavoro come il suo. Era continuamente confrontato con brutte parole e opinioni espresse con cattiveria. Quelle non le considerava, se sapeva di aver dato il meglio di sé. Gli pesavano un sacco invece, se era consapevole di aver fatto male. Oggi non aveva giocato male, ma quel rigore sbagliato era stato una brutta botta. Inutile dire che quando lo avevi visto con il viso chino e le labbra incurvate in una smorfia triste, avresti voluto aver il dono del teletrasporto e andare vicino a lui e dirgli che lui non era quel rigore sbagliato. Avresti voluto accarezzargli i capelli e baciarlo per tranquillizzarlo almeno un po'.

Tutto questo si sarebbe dovuto posticipare un'oretta più in là, perchè anche se giocava a Torino, tra il discorso del mister, la doccia, le interviste e il tornare a casa, passavano più di sessanta minuti.

Sentisti il rumore dell'auto, appoggiasti la tazza sul tavolino e poi lo attendesti davanti alla porta che dava sulle scale per scendere nel garage. Dovevi coccolarlo e fargli recuperare quell'autostima che perdeva così facilmente. Lo vedesti in fondo con la borsa e un sorriso pieno di amarezza a guardarti. Ti raggiunse e buttò la borsa a terra nervosamente, con un grande tonfo. Sbuffò sonoramente e si passò una mano sul viso. Non ce la facevi più, allora ti facesti molto vicina a lui.

"Amore mio." Lo salutasti abbracciandolo. Lui rifugiò la testa nel tuo collo e lo sentisti sospirare. Ricambiò la stretta e tu gli accarezzasti i capelli. Restaste in quella posizione per svariati minuti, e più il tempo passava più le sue braccia si facevano strette intorno al tuo bacino e tu qualche volta lasciavi dei baci dolci tra i suoi capelli, che profumavano di shampoo al muschio. Vi staccaste e tu lo guardasti con amore. Lo baciasti piano a stampo, ma non sembrò riuscire a tranquillizzarlo.

"Che serata di merda." Sibilò, camminando verso il salotto e buttandosi peso morto sul divano. Il ciuffetto scombinato gli ricadeva in fronte: non si era neppure rimesso il gel e pettinato come al solito i capelli.

"Paulo non dire così." Sorridesti, addolcita da quell'immagine di Paulo preoccupato.

"Cosa dovrei dire? Abbiamo perso e io potevo portare un punto alla squadra e che faccio? Mi faccio parare il rigore, per la seconda partita di seguito." Sbottó nervoso. Si massaggió le tempie e strinse forte gli occhi, scuotendo la testa ritmicamente.

"Pau se devi piangere fallo, ti fa solo sentire meglio." Mormorasti al suo orecchio, una volta seduta di fianco a lui. Non se lo fece ripetere due volte e affossò di nuovo il viso nel tuo collo. Si sfogò per pochi minuti. Ti sembrava di avere un bambino tra le braccia, ma infondo una volta tanto ti piaceva riservargli dei trattamenti solitamente destinati a te.

"Joya lo sai che tu vali molto di più, vero? Quest'anno hai fatto già dieci gol, come il numero che la Juve ha deciso di darti, come quello di Del Piero. Non sono l'unica che dice che questo numero lo stai portando con onore e con sacrificio. È solo un momento un po' negativo, stai tranquillo che passa." Sussurrasti con voce calma all'orecchio del tuo ragazzo.

"Sono deluso da me stesso e anche i tifosi lo saranno, carajo." Disse un parolaccia in spagnolo, capitava spesso quando era stanco e nervoso. Scuotesti il capo.

"I tifosi potranno essere al massimo un po' incazzati, vedrai che alla prossima farai una delle tue magie e tutti se li dimenticano questi due rigori. Ormai lo sai meglio di me, puoi fare anche venti cose buone ma se ne fai una sbagliata, ci si rimugina su troppo. Io, tu e i tifosi sappiamo quanto vali." Continuasti, accarezzandogli la schiena, lui intanto prese il ciuffo tra le mani e ci giocò senza un motivo, per scacciare i pensieri, forse. Si voltò leggermente verso di te, guardandoti di sbieco e quegli occhioni ti fecero sorridere. Quante volte, dopo una litigata, gli bastava guardarti e sorriderti per farsi perdonare? Avevano una forza incredibile su di te.

"Ti amo." Disse in un soffio. Tu gli baciasti la tempia e indugiasti un po' con le labbra.

"Tranquillo che tutto passa." Strofinasti poi il naso sulla sua pelle e lo baciasti di nuovo.

"Deve passare." Pronunciò deciso, per poi appoggiare una mano sulla tua guancia e volarti il viso. Avvicinò la fronte alla tua. "Grazie amore mio."

"Ti amo." Riuscisti a biascicare prima di baciarlo dolcemente. Le sue dita slegano lo chinion che teneva insieme i capelli vaporosi. Amava accarezzarteli quando vi baciavate e a te piaceva perchè ti rilassava. Lui invece si rilassava quando gli baciavi il collo, proprio quello che stavi facendo in quel momento. La sua mano prese ad accarezzarti la coscia, e le tue gli facevano i grattini sulle spalle.

"Quando fai così mi ispiri cose poco caste anche con addosso una maglia con su una pecorella pelosetta." Sussurrò ridacchiando, ma con voce roca, mentre tu scoppiasti a ridere a quell'affermazione. Scuotesti il capo e gli baciasti le labbra.

"È inutile." Pronunciò baciandoti a stampo. "Sei l'unica che dopo una partita di merda sa come rincuorarmi." Sorrise tra un bacio e l'altro.

"Non a caso sono la tua ragazza." Dicesti con sufficienza, facendovi ridere. Lui intanto aveva afferrato le tue gambe e ti aveva fatto seder su di lui, appoggiandosi poi al divano. Ti guardava come se fossi stata la cosa più bella, così ti sentivi.

"Ti prometto che settimana prossima faccio un gol e te lo dedico." Sentenziò dopo alcuni istanti di riflessione. Annuisti soddisfatta e lo baciasti di nuovo, mantenendo il contatto con le sue iridi verdi fino a che le vostre labbra non si scontrarono, per l'ennesima volta in quella serata.

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Dedicato ValeDybalMorata21

Spero ti piaccia!

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