José Ignacio Fernández Iglesias;

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Nacho, Real Madrid

Con i popcorn della tua amica in una mano, e la coca cola nell'altra, eri ancora alla ricerca di un motivo plausibile per il quale fossi andata a vedere IT. Non ti erano mai piaciuti gli horror, eri una fifona assurda e quella notte saresti stata a casa da sola, inoltre avevate deciso di vedrei a vederlo alle 22.15, ciò significava che sarebbe terminato a notte fonda.

Alla fine, per un motivo o per l'altro, ti eri fatta convincere dal tuo gruppo di amici e ora ti ritrovavi in quella sala, seduta, in attesa dello spegnimento delle luci e dell'inizio del film. Ti distrassi per un attimo a parlare con i tuoi amici. Di fianco a te c'era il tuo migliore amico, Diego e un posto più in là Diana, la tua migliore amica. Erano stati loro due a convincerti e gli avresti volentieri strangolati.

"Oh mio dio! Scusami tantissimo, non volevo. Mi sono spaventata." Non potevi crederci, che diavolo di figura di merda avevi appena fatto? Incredibile! Se le luci fossero state accese, quel ragazzo avrebbe potuto scambiare le tue guance per un semaforo rosso. La luce dello schermo illuminava il suo viso, che non sembrava infastidito. Credesti stesse addirittura ridendo per la tua reazione. Ora che lo osservavi bene, era pure molto bello. Due degli amici vicino a lui ti guardavano, non capendo cosa fosse successo. Saresti voluta sprofondare. Avevi appena versato la coca cola addosso ad un ragazzo perché ti eri spaventata.

"Non importa, non preoccuparti." Sussurrò, mentre tu trafficavi con la tua borsa e gli porgesti un fazzoletto. Lui iniziò a strofinare, dopo averti ringraziato.

"No, non strofinare, la coca cola non si strofina, si tampona." Prendesti il pezzo di carta, occupandoti della sua maglia, ma la luce non ti aiutava.

"Vieni con me." Così vi alzaste e vi faceste spazio tra la gente per uscire. Solo qualche secondo dopo ti rendesti conto di che grande cazzata avevi appena fatto.

"Ho fatto davvero un disastro." Corrucciasti la fronte, fissando la sua maglia e anche un po' i suoi addominali, messi in vista a causa della stoffa bagnata.

"È il modo più strano in cui io abbia mia conosciuto qualcuno. Piacere Ignacio." Ti porse la mano, sorridente. Era bellissimo.

"Piacere, y/n." Ricambiasti il sorriso, stringendo la sua mano.

Dopo innumerevoli tentativi, per far sembrare almeno decente la sua maglia, ti arrendesti. Erano sicuramente passati venti minuti e avevate riso un sacco, grazie alle tue espressioni buffe mentre ti impegnavi.

"Facciamo così allora, andiamo a comprare un'altra." Fece spallucce, sorprendendoti. Non era una brutta idea, anche perchè di tornare a vedere quell'orrore non ne avevi voglia e in qualunque caso avevate ormai perso mezz'ora e non ci avreste capito più nulla.

"Va bene, ma te la pago io." Annuisti, affiancandolo mentre salivate la scale. Osservandolo con attenzione, era un ragazzo robusto e sembrava si tenesse in allenamento. Anche osservando l'abbigliamento, si vedeva che stava abbastanza bene economicamente. Stavi già fantasticando sulla sua possibile casa con la piscina interrata e tu che vi nuotavi all'interno come un pesciolino.

"Si, certo." Ti prese in giro, dandoti una spallata leggera.

"Dai, è giusto così!" Ti impuntasti, fissandolo insistentemente.

"Non si fa mai pagare ad una donna." Scosse il capo, disordinandoti i capelli, facendoti un dispetto. Lo fulminasti con lo sguardo, ma lui ti sorrise.

"Neanche a una donna maldestra?" Domandasti dopo un attimo, mentre camminavate per la via. Quella sera i negozi sarebbero stati aperti fino a tardi a causa di una festa nel centro di Madrid, era la vostra serata fortunata.

"Neanche." Ti rassicurò. Meglio per te, avresti risparmiato qualcosa. Iniziaste a chiacchierare tranquillamente, di vari argomenti, senza annoiarvi mai. Vi fermavate solo quando lui cercava una maglietta nuova. Ne trovò qualcuna in un negozio, così tu ti sedesti fuori dai camerini, su una poltroncina rossa, e lo attendesti.

"Sembri mio fratello di 5 anni." Commentasti dopo averlo visto uscire con una maglia con i vari loghi dei super eroi. Lui alzò gli occhi al cielo, facendoti la linguaccia.

"Sembri un becchino." Continuasti.

"Devi andare a fare un torneo di bocce?" A questa rise anche lui. Era una polo blu notte con dei particolari sul colletto di colore viola.

"Sembri uno scemo." Dicesti infine, quando lo vedesti uscire con l'ultima maglia.

"Ei ei ei, mi conosci da un'ora e già volano queste parole?" Lui ti prese in giro, fingendosi offeso e guardandoti un po' male. Ti mettesti a ridere, mandandolo nuovamente a cambiarsi.

Girovagaste per il negozio un altro po' e questa volta eri tu che cercavi per lui, altrimenti non sareste più usciti da quel negozio. Lui ti seguiva, osservando cosa sceglievi per lui e se provava ad obbiettare, non lo ascoltavi.

"Guarda la ragazza nell'angolo come ti guarda." Mormorasti, indicandogli con lo sguardo verso la destra, la biondina che lo fissava insistentemente.

"D'altronde." Disse con modestia, facendoti roteare gli occhi, mentre lo sentivi ridacchiare.

"Quella vorrebbe stare al mio posto." Continuasti divertita, mentre cercavi la sua taglia tra i capi.

"Se sapesse come ci siamo conosciuti mi sa proprio di no." Disse, scoppiando a ridere, tu lo guardasti fingendoti ferita, ma scoppiasti a ridere pure tu. Sbattesti i pugni sul suo petto e gli lasciasti le magliette scelte.

"Smettila! Fai una cosa giusta e vai a provarti queste due." Chi lo avrebbe mai detto che dopo una figura di merda del genere avresti conosciuto un ragazzo così simpatico?

Alla fine riuscite a giungere ad una scelta definitiva, che ricadde su una maglia grigia semplice e non troppo pesante. Lui uscì dal negozio direttamente con quella addosso e decideste di andare a bere qualcosa insieme. I vostri cellulari squillarono uno dopo l'altro, segno che il film era ormai finito. A parte le battutine della tua amica e, probabilmente, anche dei suoi, gli dicesti che ti saresti arrangiata a tornare a casa.

Non rimaneste molto al bar, giusto il tempo di un caffè insieme, poi lui si offrì di riportarti: meglio così, non ti andava di prendere i mezzi di trasporto anche perché ormai si era fatta l'una e mezza. Il viaggio in auto fu esilarante, come tutta la serata, tu che cantavi e lui che si lamentava perchè non voleva appoggiassi i piedi sul cruscotto della sua auto. Lo prendesti un po' i giro per questa fissazione e continuasti fino a che non arrivaste davanti casa. Una volta fermati, curiosasti nella tua borsa e prendesti una penna.

"Dammi la mano." Gli ordinasti, mentre lui ti guardava confuso. Te la porse e la prendesti, iniziando a scrivere il tuo numero.

"Chiedere di darti il cellulare per registrarlo?" Ridacchiò lui, guardandosi il dorso ora pasticciato.

"Troppo scontato." Facesti spallucce, portando i capelli dietro l'orecchio. Ci fu qualche istante di silenzio, in cui vi guardaste con un'espressione curiosa.

"È stata una bella serata." Disse.

"Anche per me." Ti sporgesti e gli baciasti lentamente la guancia. Uscisti e prima di aprire il portone ti girasti un'altra volta. Ti guardava con le labbra piegate all'insù. Facesti un segno con la mano e entrasti. Una volta chiusa al porta di casa, ti ci appoggiasti e scivolasti sbuffando sonoramente. Eri completamente cotta.

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Dedicato a avesvaleeh

Violà, siamo a 2/4, spero ti piaccia! 🌷

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