Fernando José Torres Sanz;

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Fernando Torres, Atlético Madrid

Era appena finita la partita al Vincente Calderón, vinta grazie ad una doppietta in rimonta nel giro di tre minuti di Fernando Torres. Tu riuscivi a percepire tutta la gioia e l'euforia dello stadio, dei calciatori, dei preparatori atletici e di ogni singola persona presente, compresa tu. La squadra festeggiava in campo, saltando, urlando e intonando diversi cori. Tutto intorno a te era pieno di blu, bianco e rosso, i colori di quella squadra tanto supportata e tanto amata da tutti i tifosi.

Tu te ne stavi lì a bordo campo, pronta ad acciuffare la star della serata e un giocatore davvero significativo per i clochoneri. Oltre ad essere tutto ciò, Fernando era anche il ragazzo che ti piaceva terribilmente. La vostra conoscenza stava procedendo e tu eri pazza di lui, ma troppo timida per dichiararti apertamente.

Ti aveva conosciuto grazie ad un'altra intervista dopo una partita di novembre della Liga. Quella volta avevi finito l'intervista e avevi mandato il collegamento allo studio di Sky Sport. Lui ti aspettava pochi passi più in là. Ti parlò e lo accompagnasti fino agli spogliatoi. Ti era sembrato molto carino, simpatico e disponibile, ma mai avresti pensato che ti avrebbe scritto lui, senza che gli avessi dato il tuo numero. All'ora non volevi sembrare scortese da chiedrglelo, ma allo stesso tempo eri curiosa. Dopo averci ragionato non più di dieci minuti, giungesti alla conclusione che era Fernando Torres e gli bastava dire che voleva il numero della giornalista che c'era il giorno della partita contro l'Eibar, che lo avrebbe avuto in un battibaleno. Il tempo restante ragionasti sull'accaduto e realizzasti che ti aveva scritto colui che sin da piccola guardavi in tv, sin dall'esordio con l'Atlético a diciassette anni.

Prima dell'inizio della partita lo avevi guardato riscaldarsi tutto il tempo, i tuoi occhi erano praticamente rapiti dalla sua immagine in movimento. Qualche volta risultavi esagerata perfino a te stessa, ma eri davvero presa dal rapporto con lui, benché avesse diversi anni in più di te. Questo però non risultava un problema, anzi.

Lo vedesti che festeggiava con i suoi compagni che lo facevano saltare sopra di loro, mentre lui rideva. Avevi sempre amato la sua risata, perché i suoi occhietti si illuminavano ancor di più di quel che normalmente erano.

Quando passò vicino a voi, dovesti fermarlo urlando più volte il suo nome. Non aveva la maglietta e il suo fisico e tutti i suoi tatuaggi erano il bella vista. Cercasti allora di non guardarli per non risultare una cretina di diretta nazionale. Lui si avvicinò a te e ti fece l'occhiolino, guardandoti dall'alto. Eri parecchio bassa confronto a lui.

"Fernando come ti sei sentito dopo il secondo gol?" Domandasti porgendo il microfono verso le sue labbra.

"Benissimo, ero felice per aver dato un grande contributo alla mia squadra." Rispose sorridendo.

"Parlaci allora di questa vittoria. La dedichi a qualcuno in particolare?" Erano queste le domande che dovevi porre solitamente. Erano stupide e banali, ma almeno lasciavano libera espressione ai calciatori, che talvolta non prestavano neanche molta attenzione a te come giornalista, ma piuttosto si guardavano intorno, attratti dai tifosi.

Però Fer quella volta stava guardando te, diritta negli occhi. Il suo sguardo non si spostava dal tuo viso e ne eri assolutamente entusiasta.

"Io dedico questa doppietta alla mia famiglia, ai tifosi, ai miei compagni che mi hanno permesso di compierla, al mister che ha sempre fiducia in me, ma soprattutto a te, siccome ho fatto il secondo gol perchè te lo volevo dedicare." Le tue palpebre sbattevano ripetutamente, mentre lo fissavi imbarazzata, non sapendo se guardare lui, il cameraman che era sorpreso più di te, oppure la telecamera. In quel momento tutti stavano guardando la tua faccia piacevolmente colpita e eccessivamente rossa e il sorrido di lui. A te pareva trascorsa un'eternità, mentre era trascorsa solo una manciata di secondi dalla fine del suo discorso, fino al momento in cui aveva posato le sue labbra sulle tue. Ti stava baciando in diretta nazionale e tu non sapevi che fare. Era un semplice bacio a stampo, così per non risultare troppo impacciata, con la mano non occupata dal microfono, gli accarezzasti dal guancia. Lui si staccò piano e strofino il naso contro il tuo.

"A dopo piccola." Sussurrò dolcemente prima di darti di nuovo un bacio a stampo. Tu avevi un groppo in gola e le parole si erano fermate, o meglio, non ne avevi perché eri esterrefatta. Ti limitasti a sorridergli, chinando la testa su un lato, con le guance ancor più rosse di prima.

"Ciao a tutti, Aupa Atléti!" Salutò la telecamera sorridendo, per poi andare verso il tunnel. Vedesti alcuni compagni che gli diedero delle pacche amichevoli sulle spalle e poi scomparvero insieme dietro il muro. Ti affrettasti a dare la linea allo studio di Sky Sport, per poi liberarti del peso di essere ripresa da una telecamera. Ti morsicasti il labbro al settimo cielo. Il fotografo a bordo campo ti chiamò e ti fece vedere le foto che vi aveva scattato durante il bacio.

Erano degli scatti dolcissimi.

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Dedicato a biancocrociata

Spero ti piaccia!

One shots; immagina » Footballers'Where stories live. Discover now